La tribù delle rocce

Post N° 209


Immersioni a Sistiana(03.08.2008)Partiamo alle 8.15 da casa mia, io, mia moglie ed il mio piccolo squaletto e andiamo a prendere Fulvia che ci aspetta pronta fuori casa sua. Per strada ci chiama Igor e ci dice che sarà dei nostri e che è anche lui per strada. La sua ragazza, Sara, che ha già fatto il corso di apnea, vuole provare l’esperienza di respirare con le bombole e mi chiede se posso accontentarla. Ma certo che si, è sempre un piacere per me far provare quelle splendide emozioni che provo quando mi immergo!!! Contrariamente alle nostre pessime aspettative, per strada non c’è tanto traffico e a Sistiana non c’è grande affollamento (arriveranno in massa più tardi le orde di bagnanti famelici di sole e mare!!!), quindi con estrema calma occupiamo un bel po’ di posto con il mio telone e ci allarghiamo con asciugamani e tenda parasole per il mio cuccioletto, che appena vede il mare ci si vuole tuffare. Ci prepariamo, prima faremo un’immersioncina io, Fulvia ed Igor (che gestisce il settore sub al MegaInterSport nel grandissimo centro commerciale CittàFiera dove porto a caricare di solito le bombole).
Scendiamo e Fulvia ha qualche problemino a compensare. Sotto la visibilità è pessima, arriviamo al solito tubone a salutare il solito grongo e visto che non riusciamo a vedere neanche più il fondo decidiamo di girarci e proseguire verso la parete in direzione del porto dove la franata di rocce è più ripida e il sabbione più lontano a favore della visibilità! Dopo qualche lenta pinneggiata non vediamo più Igor che era in coppia con Fulvia dietro di me. Fulvia è attaccata alle mie pinne che sono visibilissime anche in condizioni di scarsa visibilità ma Igor è sparito. Fulvia mi fa cenno che era in parte a lei ma si è dissolto nella sospensione! Mi fermo ad aspettare fiducioso del fatto che se Igor risale ci individua facilmente e riscende sulla verticale della Boa segnasub a cui io sono vincolato con il mio reel con una sagolino nuova di un bellissimo e visibilissimo color giallo che lo stesso Igor mi ha venduto il giorno prima. Nulla Igor non compare nella nebbia. Do il reel a Fulvia e le chiedo se se la sente di aspettarmi sul fondo mentre risalgo in superficie a cercarlo. Al suo ok io risalgo, ma in superficie non distinguo le bolle di Igor visto che ci sono molti altri sub in acqua. Attendo un attimo e poi, preoccupato per Fulvia ridiscendo. Fulvia è stata bravissima e non si è fatta prendere dall’agitazione di essere sola in mezzo alla sospensione.
Decido di proseguire come da programma in direzione della parete lentamente sicuro che anche Igor farà lo stesso. Niente di Igor neanche l’ombra quindi risaliamo. Appena usciti nel tempo programmato ritroviamo in superficie anche Igor che mi dice di aver fatto come me, di aver visto la mia Boa e di essere sceso 10 mt.  prima in direzione di essa ma non mi ha trovato sul fondo a causa della scarsa visibilità. Pazienza tutto bene comunque.
Fulvia esce ed io aspetto Igor e Sara in acqua. Arrivano, dopo una piccola spiegazione sul funzionamento dell’attrezzatura subacquea, compensazione ed un paio di prove a secco di respirazione scendiamo sulla batimetria dei 5 mt. dove, Sara, completamente a suo agio nell’elemento blu, mantiene un perfetto assetto. Decidiamo di esplorare un po’ il fondale.
Igor scorge un piccolo cavalluccio e lo prende dolcemente in mano per farlo vedere a Sara. Faccio qualche scatto e dopo poco più di 20 minuti (Sara non vuole più risalire) emergiamo.
Mio figlio nuota sopra di noi per nulla intimorito dalla profondità e mi fa ciao con la manina dall’alto. Sara è entusiasta. Facciamo una bella pausa, ci rilassiamo un po’ mangiamo qualcosina e alle 14.30 io ed Igor rientriamo in acqua per consumare l’aria rimasta. ‘Sta volta andremo direttamente verso sinistra in direzione del Porto e, in effetti, la visibilità è migliore. Vediamo numerosi saraghetti e qualche castagnola. Bavose e ghiozzi in quantità fanno capolino dalle loro tane e vi scompaiono subito al nostro passaggio. Numerosi avannotti coprono l’ingresso di ogni piccolo buco rendendo la scogliera simile ad un piccolo asilo subacqueo!!!
Un bel branco di Salpe perlustra il fondo alla ricerca delle gustose alghe di cui vanno ghiotte. Igor è un po’ positivo perché ha tolto un Kiletto prima e, adesso, con la bombola quasi vuota tende a salire. Prende un grosso sasso (che in realtà è zavorra appositamente preposizionata hahahaha!!!) e concludiamo l’immersione dopo quasi 40 minuti. Mi sto togliendo l’attrezzatura quando in acqua vedo affiorare una tartaruga. Con ancora la muta addosso prendo pinne, maschera e macchina fotografica e mi fiondo in acqua. Sul posto è arrivato anche un gommone della Guardia Costiera per allontanare due imbarcazioni troppo vicine a riva e si avvicina per vedere. Purtoppo io ed un altro istruttore ci accorgiamo che per la piccola Careta Careta non c’è più nulla da fare, probabilmente un sacchetto di plastica abbandonato da qualche persona “civile” che lei ha scambiato per il suo piatto prelibato, una medusa, l’ha soffocata ed ormai ha assunto la rigidità tipica della morte.
Tristemente gli uomini della Capitaneria  attendono notizie sul da farsi mentre la tartaruga è diventata l’attrazione dei curiosi bagnanti. Finalmente si decidono e la issiamo a bordo. Peccato anche ‘sta volta la natura ha avuto la peggio sull’uomo! A parte questo non lieto finale, la splendida giornata volge al termine. Mentre sistemo tutta l’attrezzatura, mio figlio fa amicizia con un gruppo di sub di Mestre simpaticissimi. Carichiamo tutto e partiamo per casa appagati da questa splendida giornata con un po’ di amarezza in bocca per quella povera tartarughina che non siamo riusciti a salvare.LE FOTO