La tribù delle rocce

...Un pioniere della subacquea...


Mi devo fermare, solo per un attimo, per rendermi ben conto se tutto questo è davvero reale, solo per un attimo esito ancora, poi respiro profondamente e scivolo giù negli abissi dello sconosciuto paese delle meraviglie. Adesso mi trovo ad un tratto in un mondo totalmente diverso, molto lontano da tutti i paesaggi conosciuti di questa terra, in una regione che solo a pochi privilegiati è consentito di ammirare. Ora nuoto attraverso un bosco di coralli. I coralli si presentano sul fondo del mare come degli alti tronchi d'albero bruno-rossicci, come vecchissimi alberi dai grossi tronchi nodosi. Nel bosco che formano tutto sembra irreale, come in un regno di fate e di gnomi. I rami di questi alberi corallini non sono slanciati, bensì grossi e ombrosi; si elevano nell'acqua come fitti rami d'abete. Questa foresta di madrepore a corna di alce cresce bizzarramente, vasta, massiccia, dando l'illusione di una selva incantata. Ma il bosco non è inanimato; da per tutto balenano vivi colori, qui rosso e verde, là giallo e azzurro, ed anche negli oscuri angoli pieni d'ombra vi sono degli occhi che mi fissano scintillando fantasticamente. Nuoto ora sotto i rami sfiorando quasi la base degli alberi, lungo il margine della foresta, scrutando attentamente questo misterioso paese fiabesco. Per un momento l'atmosfera di questo regno subacqueo minaccia di sopraffarmi: e quando all'improvviso appaiono fra gli alberi delle strane forme; grandi ventagli che sventolano ritmicamente di qua e di là, come tante pinne di pesci incredibilmente grandi che stessero qui in agguato sul fondo. Non sono invece che delle flessibili gorgonie, chiamate anche ventagli di Venere, che oscillano dolcemente nelle onde lunghe e lente del mareggio. Nuoto fra i ventagli di Venere, alzo lo sguardo in alto e mi rallegro alla vista: sulle cime della foresta incantata vivono innumerevoli delicate silfidi, dei piccoli pesci variopinti dai minuscoli vivacissimi occhi. Sono tutti in movimento, ballano tra i rami e si lanciano, come in un ballo armonioso, nei meandri del bosco fatato. Questa visione mi dà la gradevole impressione di non essere più in un mondo sconosciuto e cattivo, bensì tra esseri lieti e felici che non mi vogliono male. Hans Hass, 1939