Kostrena 27/11/2005Ore 07.15 scendo giù in attesa del mio amico. Nonostante le previsioni metereologiche ci avessero incoraggiato, fuori fa freddo e piove. Ma il nostro maggior pensiero è la neve ed il ghiaccio tra il confine Sloveno e quello Croato.Partiamo e per strada il tempo va migliorando, la pioggia cessa già oltre il confine Italiano ma il cielo è coperto. Sul punto più alto tra il confine Sloveno e Croato il termometro in macchina segna +4° ed è la temperatura più bassa registrata nel tragitto. Arriviamo a destinazione all'ora prevista dopo due ore e mezza di macchina. La temperatura esterna è di 10° e non piove ma sopra di noi un cielo plumbeo non promette niente di buono. Guardiamo il mare ed è abbastanza mosso. Io e Daniele ci guardiamo e decidiamo di scendere. Ci sistemiamo l'attrezzatura e prepariamo le macchine fotografiche. Scendiamo, decidendo di soffermarci a guardare ogni centimetro alla ricerca di qualche bel soggetto. Appena sotto mi sento correrre un rivolo d'acqua nel braccio. Freddo e terrore. Da dove entra l'acqua nella mia stagna??? Mi guardo e mi accorgo che la cerniera non è chiusa bene! Ma come Daniele me l'ha chiusa ed io ho controllato come sempre. Forse indossando il Gav la linguetta si è presa nello spallaccio e si è aperta un po'? Mah, nella speranza di aver inbarcato poca acqua e visto che mi sentivo abbastanza caldo decidiamo di proseguire. L'acqua non entra più.Arriviamo alla parete dove le solite nuvole di Castagnole (Chromis chromis), saraghi e occhiate (oblada melanura) ci fanno compagnia. Scendiamo fino a 28 metri osservando ogni anfratto dove numerosi scorfani fanno da padroni. Dovavamo proseguire fino alla base della parete a -35 ma il freddo per me incomicia a farsi sentire. La sensazione di avere all'interno della muta litri di acqua mi fa rabbrividire pensando alla demperatura sul fondo di 11°. E' la prima volta che mi succede una cosa del genere e la mia attenzione per le foto è notevolmente diminuita e mentre Dany continua a fare degli ottimi scatti i miei brividi aumentano e gli faccio segno di risalire la parete perche incomincio ad avere freddo. Risalendo troviamo una roccia con cinque o sei fori dalla quale spuntano le testoline di una colonia di Galatee (foto) e poco più avanti, dietro uno sperone dentro una piccola grottina scorgiamo il testone di un signor Scorfano di almeno 2 kg. (deve essere lo stesso bestione dell'altra volta ma si è trovato una dimora più consona alla sua altezza!!!) arriviamo fino al pianoro dove incontriamo una leggera corrente a favore che ci spinge senza fatica ma per immortalare qualche bel soggetto dobbiamo imprecare un po'. La mia sensazione di umidità continua a salire. arrivati in superficie, gonfiando abbondantemente la stagna mi sembra di avere la muta completamente piena di acqua. ORRORE ma penso che comunque il diving è dotato di spogliatoi riscaldati con docce calde e io mi porto sempre dietro un caldo ricambio (non si sa mai). Arriviamo negli spogliatoi e non ho il coraggio di aprire la cerniera. Chiedo a Daniele di aprirmela e di quantificarmi i danni. Apre la cerniera e il sottomuta risulta solamente un po'umido di condensa ma non zuppo. Mi levo la muta un po' più rassicurato e in effetti mi accorgo di avere solo il braccio sinistro bagnato. Sta sera verificherò se l'infiltrazione è dovuta, come penso io, all'accidentale apertura della cerniera o dalla valvola che mi sembra, a prima vista, in ordine. Sicuramente un lavoretto lo farò: un bel copricerniera per evitare questi incidenti. Il mare comunque mi ha regalato altre splendide emozioni che mi fanno dimenticare in breve il piccolo incidente e, arrivati vicino a Udine un cielo limpido e il sole concludono meravigliosamente questa giornataLE FOTO
Post N° 38
Kostrena 27/11/2005Ore 07.15 scendo giù in attesa del mio amico. Nonostante le previsioni metereologiche ci avessero incoraggiato, fuori fa freddo e piove. Ma il nostro maggior pensiero è la neve ed il ghiaccio tra il confine Sloveno e quello Croato.Partiamo e per strada il tempo va migliorando, la pioggia cessa già oltre il confine Italiano ma il cielo è coperto. Sul punto più alto tra il confine Sloveno e Croato il termometro in macchina segna +4° ed è la temperatura più bassa registrata nel tragitto. Arriviamo a destinazione all'ora prevista dopo due ore e mezza di macchina. La temperatura esterna è di 10° e non piove ma sopra di noi un cielo plumbeo non promette niente di buono. Guardiamo il mare ed è abbastanza mosso. Io e Daniele ci guardiamo e decidiamo di scendere. Ci sistemiamo l'attrezzatura e prepariamo le macchine fotografiche. Scendiamo, decidendo di soffermarci a guardare ogni centimetro alla ricerca di qualche bel soggetto. Appena sotto mi sento correrre un rivolo d'acqua nel braccio. Freddo e terrore. Da dove entra l'acqua nella mia stagna??? Mi guardo e mi accorgo che la cerniera non è chiusa bene! Ma come Daniele me l'ha chiusa ed io ho controllato come sempre. Forse indossando il Gav la linguetta si è presa nello spallaccio e si è aperta un po'? Mah, nella speranza di aver inbarcato poca acqua e visto che mi sentivo abbastanza caldo decidiamo di proseguire. L'acqua non entra più.Arriviamo alla parete dove le solite nuvole di Castagnole (Chromis chromis), saraghi e occhiate (oblada melanura) ci fanno compagnia. Scendiamo fino a 28 metri osservando ogni anfratto dove numerosi scorfani fanno da padroni. Dovavamo proseguire fino alla base della parete a -35 ma il freddo per me incomicia a farsi sentire. La sensazione di avere all'interno della muta litri di acqua mi fa rabbrividire pensando alla demperatura sul fondo di 11°. E' la prima volta che mi succede una cosa del genere e la mia attenzione per le foto è notevolmente diminuita e mentre Dany continua a fare degli ottimi scatti i miei brividi aumentano e gli faccio segno di risalire la parete perche incomincio ad avere freddo. Risalendo troviamo una roccia con cinque o sei fori dalla quale spuntano le testoline di una colonia di Galatee (foto) e poco più avanti, dietro uno sperone dentro una piccola grottina scorgiamo il testone di un signor Scorfano di almeno 2 kg. (deve essere lo stesso bestione dell'altra volta ma si è trovato una dimora più consona alla sua altezza!!!) arriviamo fino al pianoro dove incontriamo una leggera corrente a favore che ci spinge senza fatica ma per immortalare qualche bel soggetto dobbiamo imprecare un po'. La mia sensazione di umidità continua a salire. arrivati in superficie, gonfiando abbondantemente la stagna mi sembra di avere la muta completamente piena di acqua. ORRORE ma penso che comunque il diving è dotato di spogliatoi riscaldati con docce calde e io mi porto sempre dietro un caldo ricambio (non si sa mai). Arriviamo negli spogliatoi e non ho il coraggio di aprire la cerniera. Chiedo a Daniele di aprirmela e di quantificarmi i danni. Apre la cerniera e il sottomuta risulta solamente un po'umido di condensa ma non zuppo. Mi levo la muta un po' più rassicurato e in effetti mi accorgo di avere solo il braccio sinistro bagnato. Sta sera verificherò se l'infiltrazione è dovuta, come penso io, all'accidentale apertura della cerniera o dalla valvola che mi sembra, a prima vista, in ordine. Sicuramente un lavoretto lo farò: un bel copricerniera per evitare questi incidenti. Il mare comunque mi ha regalato altre splendide emozioni che mi fanno dimenticare in breve il piccolo incidente e, arrivati vicino a Udine un cielo limpido e il sole concludono meravigliosamente questa giornataLE FOTO