La tribù delle rocce

Immersione a Muggia - 28.03.09


Parto da Udine e le previsioni non promettono nulla di buono. 
Io e Marco ci incontriamo a Sistiana. Mi da la Bombola da 15 e quella da 5 che mi doveva portare e andiamo ad osservare il Mare. E' piuttosto incazzato per via del forte vento che soffia da sud e le onde si infrangono con violenza sulla spiaggia di ghiaia facendo un fragoroso frastuono. La visibilità sotto è sicuramente compromessa visto che dalla superficie si nota una riga di fango marrone. Decido di provare ad andare a Muggia. Marco mi da l'ok e mi segue con la sua macchina. Mentre sono in macchina e percorro la strada costiera, appena passata la cittadina di Muggia, osservo il mare che sembra piatto. In effetti, la costa di Muggia è meno esposta allo scirocco. Arriviamo al solito posto sulla strada e parcheggiamo le macchine. Sembra davvero di essere dall'altra parte del mondo. Il mare è calmo e la visibilità sembra buona. Bene! Marco comincia ad assemblare il suo Dolphin (un rebreather per uso ricreativo costruito dalla Drager) Io preparo il mio gruppo e poi osservo Marco nei suoi preparativi. Come preparazione non è per nulla complicata ed è davvero semplice ed intuitivo rispetto ad altri tipi di circuiti chiusi che ho osservato. Scendiamo in acqua, ma io sono leggermente positivo e faccio fatica ad immergermi. Seguo Marco dall'alto ma, ad un certo punto, non lo vedo più. Arrivo sul fondo e mi fermo. Decido di non risalire perchè non vedrei le poche bolle che fa, e, visto che la boa segnasub ce l'ho io perpendicolare a me, se Marco non mi vede può tranquillamente riemergere e scendere alla verticale del pallone. Sono tranquillo perchè è ormai consuetudine che io e Marco facciamo immersioni separate. Non mi preoccupo anche perchè la profondità massima è di 10 mt. su un fondale pianeggiante e alla minima difficoltà si può riemergere tranquillamente.
Attendo un po' sul tappeto di falsa posidonia, tappezzato da numerosissime Pinne Nobilis che gli donano il solito aspetto tetro da Camposanto!
Scorgo diversi cavallucci aggrappati agli steli di altrettanti spirografi. Decido di proseguire lentamente verso i -10 e per la strada mi fermo a giocare con una minuscola seppiolina che, per nulla intimidita, attaccava il mio dito puntato verso di lei. Appena lo toccava con i suoi due tentacolini alzati a mo' di sfida, si ritraeva un po' per poi tornare velocemente all'attacco.Probabilmente dopo un po' si è accorta della differenza di stazza tra lei e tutto il resto della mia mano ed è schizzata un po' più lontana. L'ho salutata e l'ho lasciata tranquilla. Non vedendo ancora Marco decido di girarmi e di ritornare verso la batimetria dei - 5 e di perlustrarla verso destra sperando di trovarlo, sicuro che dopo i 40 minuti stabiliti, ci saremmo comunque rincontrati in superficie.
Perlustro quasi tutto il posidonieto e sorvolo le numerosissime Pinne Nobilis e, quando mi sposto verso riva e verso i tre metri mi tengo delicatamente alle Nacchere più grosse. Sono leggermente positivo ed appena gonfio un po' i polmoni perdo l'assetto. Decido di inspirare poco ed espirare al massimo fino ad arrivare dove sono le rocce per trovare un sassetto da usare come zavorra. Con non poca fatica, la muta completamente in ventosa ed il Gav completamente scarico, riesco ad afferrare una bella pietra che, delicatamente, sposto osservando se per caso vi fossero attaccati organismi. Appurato che non arrecavo danno alcuno, me la sono portata dietro per qualche metro fino ad arrivare al punto d’uscita. Riemergo. Mi tolgo le pinne e resto in un metro d'acqua a scrutare il mare nell'attesa di veder affiorare la testa di Marco. In quel momento gli devono essere fischiate parecchio le orecchie, visti i miei cattivi pensieri nei suoi confronti! Ovviamente non riesco ad individuare la sua posizione perchè le bolle che emette sono talmente poche da confondersi con l'increspatura del mare. Ma ecco che dopo un paio di minuti, Marco riemerge verso destra. Deve percorrere un lieve tratto prima di venirmi vicino. Io esco e lo aspetto in superficie. Invece di salire dalla spiaggetta, decide di salire dalla scalinata, non considerando che il fondo è reso viscido dalle alghe. Va beh gli do una mano e mi passa la macchina fotografica, maschera e pinne e riesce a salire. Come sempre un'ottima immersione fatta per conto nostro. Hahahaha. Il tempo peggiora e decidiamo di annullare i tuffi che avevamo previsto per l'indomani in Croazia. Ci fermeremo a Muggia per un Caffè e poi proseguiremo, io alla volta di Udine e lui verso la sua casetta a Caorle. Grazie Marco per la giornata, è stato davvero un piacere rivederti (anche se in acqua per poco)!!! Alla prossima amico mio...