Green Lyrics

Un discorso di unità, fiducia, doveri


Il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha compiuto l'ennesima prova di attenzione e sostegno per il nostro Paese.Ha saputo fare un gesto di interesse e di acuità politica per garantire l'unità nazionale in un "ambiente" sociale e partitico sempre più frammentato. E noi come abbiamo reagito?Numerose domande e idee avranno occupato i nostri neuroni per un pò, per poi lasciarci riflettere su un punto cruciale. Come si possono rafforzare idee di unità e di nazione se i primi pensieri che affiorano alla memoria sono quelli di conflitto e di opposizione fra i partiti?Difficile pensare che ci sia un'unica ed efficace "ricetta" per la ricerca della sintesi, e di una maggiore fiducia nel Paese in cui si vuole continuare a credere. Certo, l'impresa è difficile.Il punto è che la fiducia in se stessi sta venendo sempre di più a mancare, anche perchè si è sempre più carenti di stimoli e di aspettative da seguire. Ciò non riguarda solo le fasce di età più giovani, perchè il fenomeno di "sospensione del giudizio" si riscontra anche nei genitori neofiti o in là con l'età che stanno imparando a "cambiare" le abitudini a cui erano soliti cedere. Si impara una nuova scienza di pensiero: il vivere alla giornata, nel qui ed ora.Questo accade per chi preferisce all'errare, alla perdita, alla semplice lamentela del malfunzionamento dei sistemi "troppo complessi", operare una sfida, che sembra essere più un cammino - lento e faticoso - verso la conoscenza di questi sistemi astrusi e onnipresenti.Si può avere fiducia se si impara, anche pagando di tasca propria e levando secondi preziosi a intervalli di tempo personale, per avere dei doveri. Doveri verso di sè, il prossimo, la famiglia, la collettività. Il dovere è un senso capace di sviluppare responsabilità sociale.Un elemento forse perso in un Paese dove si è affannatti, e affetti da cronica inquietudine.Il preseidente ha richiesto «una considerazione più attenta e partecipe della realtà del Paese», di imparare a fare i conti con l'oramai nota crisi politica e istituzionale (al di là dei problemi che si hanno sul fronte economico e sociale) per non permettere che si perdano le redini del suo debole controllo. Oggi il confronto sembra offrire piccoli spiragli di apertura, pur rimanendo nel conflitto fra partiti che sperimentano la stessa crisi al loro interno.Alla confusione e all'"eterno ritorno" dell'eguale su di sè; i propri giri di parole; le promesse e i debutti strepitosi, si può dire che quest'anno non si è avuta una vera e propria fine.Se si sceglie di ascoltare e riflettere sul senso profondo del messaggio del Presidente Napolitano due sono le strade. Seguire l'ideale di un cambiamento possibile con «lucida percezione dell'unità nazionale, credendo nella politica nella sua accezione più alta», con impegno civico e mobilitazione collettiva.Oppure abbandonare la storia e la fiducia nelle nostre istituzioni, che al di là delle possibili dietrologie rimangono i principali punti di riferimento per un futuro in cui dovranno avvenire progetti importanti. Se saranno poi germe di speranza e di crescita solo il tempo potrà dirlo. Altrimenti l'ennesimo paradosso sarà la nuova legge di stabilità, di cui si sente già parlare... LH