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« Esiste una strada "otti...Scuola sta a solutidine ... »

La commissione europea e la sua idea iniziale di "scuola"

Post n°7 pubblicato il 15 Gennaio 2015 da GreenLyrics

Nel mese di Dicembre del lontano 1991, la Commissione europea decise di pubblicare un memorandum sull'insegnamento superiore. In questo documento era presente una raccomandazione per le Università, che dovevano comportarsi come vere e proprie imprese.

Non della creazione e libera circolazione del sapere sociale e della conoscenza teorica, bensì delle regole della concorrenza e del mercato.

Lo stesso documento esprimeva l'augurio che gli studenti fossero trattati come clienti, in quanto stimolati continuamente a consumare servizi piuttosto che ad apprendere davvero. I corsi universitari e dell'istruzione superiore lasciavano più spazio ai parametri di propedeuticità per il "capitale umano" e il "mercato del lavoro", piuttosto che alle necessità e alle curiosità presenti nelle menti dei giovani studenti. Il risultato non è stato affascinante.

Passano 730 giorni e le idee dei politici alimentano ancora il fuoco del loro istinto delirante. Nel mese di Settembre del 1993 la stessa Commissione esordisce con un nuovo atto che prese il nome di Libro verde sulla dimensione europea dell'educazione. Qui si diceva che, fin dalla scuola secondaria bisognava formare le «risorse umane per le necessità specifiche dell'industria» e favorire «una maggiore adattabilità dei comportamenti al fine di rispondere alla domanda del mercato della manodopera».

Ebbene, lo zoom nel nostro presente proietta in maniera molto chiara queste immagini di proposte alcuanto scabrose ed inefficaci, rispetto alle priorità e alle aspettative della popolazione italiana, delle famiglie e degli studenti stessi che oggi fanno sempre più fatica ad avere fiducia nel sistema scolastico. Ma la scuola siamo noi, responsabili in prima linea di quanto si sceglie di farvi "accadere". Il caso può riguardare la fisica delle particelle, ma la meccanica celeste non deve entrare - sempre e comunque - negli assetti legati all'istruzione.

Dovremmo chiederci com'è possibile che dopo l'ennesima offesa alla libertà di pensiero e di libera parola, si ceda ancora al fascino della tentazione della vulgata, del generalismo che porta a considerare l'umanismo e la letteratura discipline secondarie (o magari addirittura terziarie, o facoltative se fosse possibile) rispetto alle materie tecniche e scientifiche? Quest'ultime mantengono ancora il loro potere occulto di "offrire garanzie" per la mente umana? Possono certamente far maturare intelletti ingegnosi e brillanti, capaci di poter trovare un lavoro in un paese che punta a ri-sollevare le sorti dell'impresa? io non ne sono certa, ma lo si sente dire spesso da un Fonzy che si esprime con sorrisi e toni altisonati...

Forse sarebbe meglio farsi un esame di coscienza, riflettere prima di parlare ed imparare a osservare come l'homo oeconomicus è una realtà, ma non è fatto solo di scale di bisogni da soddisfare, e la sua ragion d'essere seppur votata al profitto, lo oltrepassa e può sognare.

Homo significa altro, le sue conquiste e la sua pazienza ne sono l'autentica dimostrazione.

 

LH

 

 

 

 
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