il casello

Post n°131 pubblicato il 06 Novembre 2005 da Grilcantino

IL CASELLO

Giusto un lieve fremito, ma continuo. Quello dell'ago tachimetrico, ondivagamente appuntato sotto il 105. Si, centocinque: la Vauxhall Victor Super di Herbert Starkmann ce l'aveva proprio frazionatamente scritta, quella cifra lì. E stava pure a destra, spaziata, obbligando il fremente ago a qualche esercizio d'equilibrio. Del resto lo Zenith invertito 34 VN mandava, mandava, ma tanto più di quello il quattrinlineastebilanceri non assicurava. Non che questo preoccupasse Herbert. Semmai lo infastidiva il pericoloso abbranco della Host nel portaguanti, meglio non tenere alcolici in vista. Epperò congetturava: forse un giorno la plancia scenderà giù, in mezzo. Migliorie per migliorie, magari anche la panchetta davanti, fors' un giorno solo sedili separati, lì. Non che fosse oversize, Herbert: a dispetto del suo cognome era segaligno, unica trasversale eccezione in una famiglia di onorati disboscatori della Foresta Nera. Ma gli sovvenne del pomeriggio precedente, moglie e figlia davanti perchè dietro aveva disteso il baule che Frau Lederdame avrebbe restaurato, favore di marito prima di lasciare Francoforte per l'Italia. E tre davanti, con un'unoessessantafuoritutto, era poco anche allora. L'allora del millenovecentosessantatrè, per Herbert Starkmann redattore di Auto Motor und Sport. L'incarico era di doppia recensione: la Vauxhall e l' Autosole. Per la quattroruote nata nel Bedfordshire, nessun problema: prestazioni, comportamento, comfort della Victor Super erano già nella sua mente, fondoschiena, scartafaccio. Ma una Autobahn, come si fa a "recensire" una autostrada? Eppure il direttore era stato esplicito: vai a vedere se questi italiani hanno finalmente imparato a trattare il calcestruzzo; da noi resta compatto anche con su sopra trentamila veicoli al dì, loro quando ci provarono con l'Appia fu subito sbreccio. Invece, tutt'apposto. Già, Herr Starkmann veleggiava sul biliardo, reggesse, il tappeto verde, un panfilo. Superata la prova/calcestruzzo erano altri i pensieri che transitavano sotto l'irsitudine a spazzola della teutonica calotta. Sipperchè Herbert, appena passata l'indicazione dell'uscita di Lodi, si ricordò della cittadina, e di un'altra cosa buffa. Una specie di barzelletta da italianspaghetti, in redazione: quella volta che l'attrice italiana vi era capitata in visita e ripeteva smarrita: ma quant' è grande la città "Ausgang"? passato il Brennero ho visto un sacco di uscite convergenti verso questa metropoli!. No, l' "Ausgang" Lodi Herbert se la ricordava per altro: aveva un appuntamento a Rozzano, cinque anni prima, e nell' anticamera del direttore di Quattroruote sfogliava il fascicolo del momento. Lo colpì un'articolo: svitato un bulloncino del filo/starter, i colleghi italiani se ne andavano per la Penisola alla ricerca di disonesti pela/grulli, meccanici interessatamente svianti dalla banalità del guasto. Prima tappa Lodi, prova superata con lode. Perchè, a Lodi, dall'officina i redattori in incognito se ne andarono con un grazie e un solo una piccola mancia spontaneamente elargita. Da ist, concluse Herr Starkmann, quando l' Autosole sarà pronta - e che si sbrighino, questi italiani - il primo toponimo a caratteri cubitali che gl'autonaviganti incontreranno sarà di posto degno di fiducia. Intanto il teuto-recensore era giunto in prossimità di quel grande fiume che non capiva come non fosse adeguatamente sfruttato per la navigazione da diporto, e aprofittò dell'Ausgang Piacenza, gli avevano detto che culatello & Host non era abbinamento poi così peregrino. Assaporò, venne sera, invertì la marcia (ma ai ritmi della Bassa, ove la nebbia s'intride di placida e carnale solarità). Non che l'inanalogicità dei fari o la dinamo da 230W lo stimolassero a guidare col buio, ma si, una divagazione all'Ausgang dell'Onestà i lodigiani la meritavano. Piazza della Vittoria, lo stesso brulicare dell' Hauptstrasse di Francoforte, ma i parcheggi, quelli no, altro che ordinata raggiera! E troppi clacson, non abbastanza auto-controllo, letteralmente scomponendo. Die Ordung - ci si tirava dentro anche lui, nonostante le Host che troppo poco duravano nel portaguanti - nicht!. Epperò il fascino, si. Portici di soffusa luminescenza come li aveva visti solo più a nord del suo nord; finestrali incorrispondenze a comporre un mosaico di più recondita cartesianità, al suolo un serizzo croce di cinturati dalle alte spalle ma calda emanazione di una ruralità armonicamente inurbatasi. Un vetrina, un dolce, la seconda delibazione papillare della giornata. Die Tortionata, la chiamano qui. Scabra, pungente, eppur dolce. Non se le aspettava, queste sfumature - e queste volitività - Herr Starkmann. Ancora tre marce, poche ma già sincronizzate, a solfeggiare un pensoso ritorno sul quel riuscito tentativo di calcestruzzo, invitato a cena verso risotti gialli gelo/glosamente vigilati dalla Madonnina. Da ist, cogitabondo Herbert Starkmann anche dopo che avrà varcato il Brennero, la mattina dopo, grato per le sapide zafferanitudini e con una manata di Barbera ancora a premergli l'addome: Milano, l' Italia antispaghetti, l'operosità che non rinnega la fantasia. E poi, la provincia. Satellite, si, meno pirotecnica, custode di scrigni ma anche di colpevoli indolenze. Epperò il viver bene, l'onestà, l'ingegno. Lodi wert ist eine Ausgang.

Claudio Trezzani.

 
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dato ...stigmatizzato

Post n°130 pubblicato il 04 Novembre 2005 da Grilcantino

Lo spunto mi viene da Roberto Lanzone, il quale giustamente osserva che raramente la prestazione velocistica di punta dichiarata dalle Case per i loro modelli viene superata nelle rilevazioni delle riviste.
 
Rincaro la dose:
 
con i consumi è ancora peggio.
 
Differenze che si spingono a 5 unità, sia che si consideri il ciclo combinato o una delle tre condizioni standard che lo compongono.
 
Ecco allora la proposta, anche se provocatoria:
 
una stella (voto, pallino, rombo, et cetera) in meno ogni chilometro in meno percorso rispetto a quanto promesso.
 
Questo anche se il dato decurtato rimane lusinghiero.
 
Come dire:
 
promette di fare i 100 con un litro e ne fa solo 95? nessuna stella, se il massimo è cinque.
 
Proposta non del tutto scherzosa, perchè se 5 chilometri in meno di velocità massima possono se non altro ridurre il potenziale rischio di perdere punti sulla patente (e comunque, ogni prodotto deve essere conforme alle caratteristiche dichiarate), 5 chilometri in meno percorsi con un litro di combustibile riducono mil contenuto del portafoglio (ormai non più quello del borsellino...)
 
E l'automobilista deve sapere quanto gli costerà quella che compra, essendo l'acquisto di un'automobile un evento gravoso - e dunque da pianificare accuratamente - nelle vicende di una normale famiglia.
 
Cordialmente
 Claudio Trezzani

 
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maturità trasmissionale

Post n°129 pubblicato il 26 Ottobre 2005 da Grilcantino

Pochissime righe, prima di arrivare al punto ( e anche alla Punto, lei non sbrigandosi ad offrire un adeguato ventaglio d'opzioni trasmissionali):
 
non si scopre da ora,  l' endemica immaturità trasmissionale degl' italiani (già negli anni '50 ai saloni ci facevano vedere cambi automatici, e noi  - da acquirenti - niente, manco una frizione, servoassistita):
 
è fenomeno sociologicamente e storicamente stratificato, attenendo a pulsioni individualistiche e concezioni meta-filosofiche (bisogna che qualcuno ci si metta, un giorno o l'altro, a studiare questa singolarità...).
 
Ci si mettono però anche i teutoni, almeno sul nostro mercato:
 
Audi 6, un bel nuovo motorino che - commercialmente - risulterà baricentrico o quasi, sul nostro mercato (il 2700 a gasolio).
 
I cavalli giusti, e sopprattutto la coppia.
 
E il cambio automatico?
 
Solo in abbinamento alla trazione integrale, dieci milioni in più.
 
E' perchè gl' italiani che optano per la servoassistenza si suppone siano imbranati e poi ti piazzano una marcia lunga in curva e allora ci vuole la trazione sulle quattro ruote?
 
Proprio no: il 3200 a benzina, per esempio, si può avere con il cambio automatico già dalla configurazione a due ruote motrici.
 
Dunque, l' ennesima limitazione:
 
voi italiani comprerete in tanti il 2700, ma non vi stiamo neanche a fornire il cambio automatico senza dover per forza accollarvi l'onere finanziario della trazione integrale, tanto, quel cambio lì, non lo capirete mai...
 
Cordialmente
Claudio Trezzani
 

 
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Doppio Baricentro

Post n°128 pubblicato il 11 Ottobre 2005 da Grilcantino

Doppio Baricentro:
 
l' uno, di gamma; l' altro, quanto a distribuzione dei pesi.
 
Sto parlando delle nuove segmento B che lambiscono il segmento C (o, se preferite, la carica del metro e quarantanove):
 
Grande Punto e Clio.
 
Più peso in alto, e dunque ESP auspicansi.
 
Sulla Clio, 600 euro per tutte; sulla Punto, solo 100 per la versione mercantilmente baricentrica (la turbodiesel milletrè 90 CV, se le vendite confermeranno).
 
Il che sta a dire:
 
brava (che poi, Brava è stata anche...) la Fiat ad aver offerto lo sconto sulll' importante dispositivo montato sulla versione che forse sarà comprata di più.
 
Ma questo evidenzia anche:
 
se appena appena la potenza sale, sui Nuovi Barconi, s' ha pur da fare qualcosa d' altro oltre ad elevare i pollici delle ruote...
 
Cordialmente
Claudio Trezzani
 

 
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impreveggente bassezza

Post n°127 pubblicato il 10 Ottobre 2005 da Grilcantino

La bassezza sarà accentuata. Il centro di gravità sarà più basso ed accrescerà la stabilità dell' automobile. Quanto potranno abbassarsi le macchine sarà determinato dalle dimensioni fisiche del corpo umano. Una vettura bassa comporta alcuni problemi diaccesso e di spazio,  che saranno risolti mediante caratteristiche speciali ed incluse nelle auto, quali le portiere situate sul tetto, sedili girevoli ed alberi di sterzo regolabili.
 
Lo diceva un esponente della Studebaker-Packard ad un intervistatore della NBC.
 
E correva l' anno 1957.
 
Si prefigurava, s' immaginava, si dimostrava lumgimiranza e spiccata capacità d' astrazione.
 
Mica come ora, che non ci s' astrae manco per nulla dall' esistente.
 
Perchè ai sedili girevoli ed alberi di sterzo regolabili ci siamo arrivati.
 
Alle portiere situate sul tetto, no, e non è detto ci si sia privati d' un' idea funzionale.
 
E perchè dico che ora non ci s' astrae manco per nulla dall' esistente?
 
Perchè la bassezza sarà accentuata proprio per niente.
 
Certo, occorrerà adeguare le misure alle dimensioni fisiche del corpo umano.
 
Attendo purtuttavia notizie di guidatori/passeggeri alti anche più di due metri che tocchino con la testa (almeno davanti) dentro carrozzerie di un metro e quaranta (e senza decimali, non le fanno più, così basse, tra le berline).
 
Generazione che Non Ci S' Astrae Manco per Nulla Dall' Esistente.
 
Con l' Esistente invaso dalle SUV da marciapiede, e dall' efficienza proporzio-ponderale da vetture degli anni '40, a parità di motorizzazione con le normali berline.
 
Cordialmente
Claudio Trezzani
 

 
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