Il romanticismo è spesso oggetto di scherno da parte di chi
si compiace di definirsi cinico. Un abuso terminologico molto diffuso che mi fa
venire il vomito. Possibile che non sia ovvio per tutti che cinismo e
romanticismo non sono nemici irriducibili, ma rari e preziosi complici? Di
solito chi si dichiara cinico è in realtà un pessimista che cerca di darsi un
tono. Questi balordi sostengono che l’amore non esiste, negando l’evidenza,
cosa che un autentico cinico non farebbe mai . E infatti persino Einstein, che
non era proprio uno che le sparava a casaccio, si è arreso pubblicamente
all’esistenza dell’amore, da lui stesso definito impossibile eppure innegabile.
Il cinismo non è disprezzo per l’intangibile, ma amor del vero. AMORE del vero.
Il cinico autentico è il più genuino dei romantici, perché la soglia oltre la
quale qualcosa è romantico per un cinico è solo molto più alta e difficile da
oltrepassare che per chiunque altro… Ma questo cinismo farlocco, questa
avversione del sentimento, arriva in seguito a una delusione d’amore come nei
film o sopraggiunge a un certo punto con l’età? Che poi è fin troppo facile
fare i superiori con il sentimento altrui visto che una delle cose più belle
dell’amore è proprio questo essere un po’ sciocchi, questo perdere il controllo
di tutto e lasciarsi andare, inebetirsi solo al pensiero di un momento magico e
inspiegabile appena vissuto. E non è certo un caso se i termini “stupore” e
“stupido” condividono la stessa radice etimologica: in amore siamo tutti un po’
stupidi, nel senso che siamo sopraffatti dallo stupore continuo per una magia
che non sappiamo spiegare né capire, ma che indiscutibilmente ci scuote anima e
corpo. Vorrei proprio vederli questi paladini della ragione innamorarsi
all’improvviso (fortunatamente nessuno è immune), perdere la testa per
qualcuno, dire e fare cose che nn avrebbero mai immaginato e, soprattutto,
scoprirsi nuovi come, nonostante sia comunque inevitabile, l’amore ci aiuta a
vedere noi stessi attimo dopo attimo.
Sia chiaro che quando parlo di romanticismo non mi riferisco
al mazzo di fiori comprato al semaforo o ai cioccolatini con gli aforismi di
San Valentino, ma a qualcosa che non è possibile programmare. Sto parlando
dell’essere sorpresi dal caso, in due. Del meravigliare l’altro in un attimo e
in un modo che solo noi avremmo potuto cogliere, e viceversa, innescando una
reazione di corrispondenze a catena che prima o poi certo finirà, ma che finchè
dura non c’è niente di meglio.
Inviato da: dea_guerriera
il 19/03/2008 alle 16:28
Inviato da: millenniumagazine
il 22/01/2008 alle 14:46
Inviato da: Celine76
il 15/01/2008 alle 19:44
Inviato da: byxcleox
il 04/01/2008 alle 18:26
Inviato da: deadlock999
il 19/12/2007 alle 12:31