Vita On The Road
Storia di un uomo e della sua moto..."In Viaggio"
LA STRADA DAVANTI A ME
Vedo la strada davanti a me, infinita, a perdita d’occhio.
L’aria sul viso è bollente e fa sbandierare le maniche del mio giubbotto dainese nero, nonostante la pelle sia più che aderente alle braccia.
I guanti mi proteggono le mani, i pantaloni mimetici sventolano e immagino la loro ombra dietro di me sul selciato.
All’orizzonte vedo le montagne dell’Oregon, mi sento come un pioniere che attraversa le praterie in sella al suo cavallo alla fine dell’ottocento diretto nel west.
Il mio cavallo è d’acciaio e si chiama Harley Davidson.
Sto bene con i miei pensieri.
Vedo l’asfalto scorrere sotto di me e la distanza dal suolo è così poca da farmi sentire un tutt’uno con la terra che mi circonda.
Ai miei lati il deserto, sabbia, terra rossa, piante e cespugli, aria di fuoco.
WAY OF LIFE... LA MIA VERA STRADA...
Felice di incontrarti sulla mia strada, che percorro da anni, ma la meta è ancora lontana...
Assapora tutti i contenuti di questo blog, musica, video, racconti e aforismi, ogni cosa ha il suo "perchè" e la sua ragione di esistere in questo spazio.
E' un pò come venire a casa mia...
E poi... è bello sapere cosa pensa chi passa di qui..
Lascia pure un segno del tuo passaggio, una frase, un commento, un pensiero, se vuoi anche un racconto, puoi "l i b e r a r e" i tuoi pensieri come fossi "Sulla Strada"...
Indiana
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Guardo negli specchietti retrovisori e vedo le foglie di colore giallo-rossastro aleggiare nella scia di vento creata dalla mia moto. E' Autunno. Come tutte le stagioni, l'autunno ha il suo fascino. Il profumo di foglie bagnate dalla pioggia della notte mi viene incontro e mi inebria. L'aria è fredda e umida. Il motore non è ancora pronto, ed io piano lascio che si riscaldi lentamente fino a raggiungere la giusta temperatura. Percorro la strada e guardo avanti. Amo la primavera, e l'inverno, prima non apprezzavo tanto l' estate del ferragosto per il troppo caldo e l'autunno per le interminabili piogge. Adesso non è più così, cerco di trovare il giusto fascino in ogni stagione. La difficoltà di un motociclista di guidare con la pioggia è rappresentata solo dalla motivazione prettamente tecnica di gestire un mezzo complicato che poggia solo su due minimi punti di contatto con il suolo. E' tutto qui... Facile, difficile, tutto dipende da una serie di fattori casuali ma prevedibili. Mi lascio portare dalla "Dark princeps" e seguo le traiettorie da lei segnate sull'asfalto, non posso fare a meno di confessare che mi sono dovuto adeguare al nuovo stile, un pò più rigido, ma certamente più impostato. A volte guido e mi sembra di stare su un binario, la grande massa della moto aiuta tantissimo sul bagnato, è molto più aderente al terreno la moto "grossa". Mi perdo nei miei pensieri, e all'improvviso come sempre accade, la mie sinapsi si liberano delle argomentazioni tecniche, e iniziano a scambiarsi scariche elettriche di altro tipo. I miei occhi adesso sono le luci di un proiettore. Il proiettore di un vecchio cinema. I bagliori luminosi e il rumore meccanico del proiettore cominciano a risalire dal fondo della mia memoria. Avevo tredici anni ed era la sera del mio primo appuntamento. Nella pulizia ed innocenza di un incontro adolescenziale, passai tutto il pomeriggio di sabato a cercare di capire cosa in me potesse non piacere alla ragazza con la quale sarei uscito di lì a poco. Sembrava tutto a posto, ma ciò nonostante la mia autocritica non mi dava ragione. C'era qualcosa in me che non mi convinceva, forse il mio modo di fare un pò diverso da quello degli altri ragazzi. Arrivai puntuale al citofono della mia futura fidanzatina e trovai il coraggio di bussare. Una tuonante voce maschile rispose: "Chi è?" - ed io pronunciai il mio nome: "Sono Giovanni" - "Un attimo ora scende!" Impressionato, attesi un pò impaurito dalla modulazione di quella voce da "Orco" ed un pò timoroso del fatto che forse "il personaggio" avrebbe accompagnato la figlia al portone per vedere che faccia avesse il "citofonatore". Fortunatamente non fu così. Colei che pensavo fosse l'Amore della mia vita, la donna che avrei sposato e dalla quale avrei avuto dei figli, era la protagonista del personalissimo film appena inventato dalla mia fantasia. La mia forza creativa che già a quei tempi galoppava come un cavallo indiano in una prateria del kansas. A tredici anni tutto sembra più grande di ciò che in realtà è. Andammo al cinema, mio padre mi aveva raccomandato di fare subito due biglietti e di non dare il tempo alla ragazzina di estrarre il portafogli per pagarsi il suo ingresso, alla vecchia maniera dei gentiluomini, mi aveva spiegato che una "donna" quando è con un "uomo" non paga mai. Io fui velocissimo, nonostante la tenera età, avevo già atteggiamenti sicuri e non lasciai spazio ad incertezze. Lei mi sorrise e mi ringraziò, io le presi la mano. Entrammo, e nel buio del cinema "la maschera" ci fece strada fino a metà sala, era lo spettacolo delle quattro e mezza, il cinema si trovava in una zona tranquilla di Napoli. Il film era Sandokan. Mi sentivo proprio un uomo grande, avevo solo tredici anni, lei dodici, ma mentre guardavo le scene del film, dell'eroe, della "tigre della malesia" pensavo che mi sarebbe tanto piaciuto essere come lui, e volevo che la mia fidanzatina fosse "Lady Marianna". Tanti progetti, tanti sogni, tanti desideri, ma solo una settimana dopo era già tutto finito... La bella principessina dagli occhi azzurri aveva scelto un nuovo accompagnatore, munito di vespa cinquanta bianca all'ultima moda, una special che si addiceva molto più della mia moto da cross a portare in giro una bella tredicenne. Continuai ad andare in moto e non comprai mai una vespa. Il rumore del proiettore divenne sempre più lontano e lasciò spazio a quello del mio motore. Il suono delle marmitte della mia harley mi riporta alla realtà, fermo ad un semaforo, guardo la mia immagine riflessa nello specchietto, e sorrido a me stesso. Ingrano la prima, clangh, e vado... L'autunno è qui, le foglie aleggiano, ma un raggio di sole filtra tra le nuvole grigie, l'arcobaleno sopra di me.
Indy
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Sesso: M Età: 61 Prov: NA |
IO E L'HARLEY
"La vernice che scottava e toccarla era un piacere.
Il motore incerto e pigro nei primi chilometri.
Ne è passato di tempo e di strada.
Ne abbiamo visto di mondo.
Ne abbiamo avuto di freddo.
E abbiamo riso.
E una volta ti ho spinta per sei chilometri.
E però ci siamo divertiti.
E le rughe non le sento più.
E quel fumo leggero che vien fuori dagli scarichi è senz'altro allegria.
Non può essere olio.
Ma poi ti guardo nel tappo e capisco che hai sete.
Ho sete anch'io e siamo in un bar.
Io dentro che bevo e tu fuori che stai lì.
C'è una ragazza bionda che mi parla.
Io intanto bevo."
Carlo Talamo
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POESIA DI CARLO TALAMO.
Non vivo per te.
Vivo con te.
Da tanto tempo,sono abituato ai tuoi difetti e ai tuoi capricci.
Da cent'anni sopporto gli scherzi e la malattie immaginarie che tanto inquietano chi
non ti conosce.
Sto qui.
Sto con te.
Me ne vado a spasso con te.
Traffico con tutti quei pezzi che hai.
E mi diverto.
E vibro.
E vivo.
IL VIAGGIO DEI PENSIERI....
Are You Going With me?
Pat Metheny e Anna Maria Jopek
PINK FLOYD - HIGH HOPES
Per Viaggiare... anche oltre la strada...
Copyright EMI records
PERCHÉ IO VIAGGIO SU UNA MOTO
Perché io viaggio su una moto
E assaporo il vento
Si è vero…è piena di bulloni…
Ma quando mi perdo nei miei pensieri
Lungo questo asfalto
Non c’è nessuno che
Mi può fermare!
PINK FLOYD - SHINE ON CRAZY DIAMOND LIVE
L'AMORE E LE PASSIONI NON DORMONO...
Niente è più brutto di una parola d'amore pronunciata freddamente da una bocca annoiata.
(Nagib Mahfuz)
VAGABONDO - I NOMADI
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