Creato da indiana_63_883 il 12/08/2008

Vita On The Road

Storia di un uomo e della sua moto..."In Viaggio"

 

 

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E' inverno...

Post n°94 pubblicato il 18 Dicembre 2008 da indiana_63_883
 

Sono le sei e mezzo, forse fuori fa freddo perché i vetri sono appannati, stanotte è piovuto e l’aria è frizzante, umida ma corroborante.

Il pelo nero della gatta è tutto drizzato, la sua coda sembra quella di uno scoiattolo.

Mi fa le fusa, si struscia vicino alle gambe mentre cerco di arrivare fino al bagno, mi implora di aprirle la finestra, ha voglia di uscire, di andare, di essere gatta.

Non esito, apro la finestra e lei va, ma tanto poi torna sempre.

L’aria è veramente fresca.

Il cielo è ancora grigio, una delle prime cose che faccio sempre è guardare il cielo, il tempo,  e cercare di capire come sarà la giornata.

Vedo però una incerta alba che vuole spuntare sotto la coltre di nuvoloni neri che di certo non promettono bene.

So di certo che almeno all’andata me la caverò e posso risparmiarmi la tuta antipioggia.

Sette e quarantacinque, mi guardo allo specchio prima di uscire,  ho i capelli come la coda della gatta, forse ho sbagliato shampoo, avrò preso quello non mio “tutto volume”, bah… tanto il casco sistemerà tutto.

La strada, pur essendo la stessa di sempre stamattina è diversa, la vedo strana, noto una lastra lucida, cosa inaspettata!

Capisco che c’è quelcosa di nuovo nel percorso, sarà meglio aggiornare i files del mio cervello e tirare fuori un po’ di tecnica da sostituire al romanticismo, almeno per i primi chilomerti.

La strada è ghiacciata, ormai ne sono certo, quando la ruota posteriore sbacchetta me ne convinco!

Ma come diceva il grande Totò, il ghiaccio come la nebbia… “non si vede”…

Proseguo con mano leggera sull’accelleratore, la moto fortunatamente, forte della sua stazza aderisce perfettamente all’asfalto semi-ghiacciato, i lastroni ai lati della strada sono insidiosi, cerco di tenermi al centro, proseguo in seconda perché la prima è troppo potente e mi fa slittare e la terza è poco grintosa per mandarmi avanti.

Superato il picco massimo della collina, dove è stata veramente un’impresa continuare a fare cose che faccio ogni mattina guardando il cielo e il panorama, inizio a scendere e le cose migliorano, il ghiaccio tende a rarefarsi e la strada adesso è solo bagnata di umidità.

Mi rilasso alla guida e posso finalmente guardare quel sole rosa che nasce al disotto delle nuvole grigie, con la sua luminescenza tocca la neve che è caduta stanotte sul vesuvio e si riflette sino a me.

E’ uno spettacolo mai visto, mi sembra di guardare il Monte Rosa.

C’è una fascia colorata che contrasta con il grigio delle nuvole soprastanti, il grande vulcano di fronte a me campeggia maestoso ed io per un attimo, mentre avanzo in terza a mille giri, con il borbottio tuonante del motore in sottofondo, resto estasiato.

Veramente un grande spettacolo.

Le curve della strada sono un binario obbligato, e presto questa vista scompare.

Guardo un attimo ai lati della strada e vedo quelli che fino a ieri erano alberi pieni di foglie rossicce e giallognole divenuti rami secchi.

E’ inverno.

Ormai la stagione del freddo è arrivata.

Ben presto le piogge finiranno e si potrà indossare un capo più caldo per combattere il gelo dei mesi più lunghi, duri e difficili, laddove l’esile giubbottino di pelle di certo non basterà.

Gli animali, più previdenti si ritirano in letargo, noi che non possiamo,  andremo avanti, in questo lungo e freddo inverno.

Ma una cosa è certa… se l’inverno viene, la primavera è vicina.

Indy

 
Rispondi al commento:
indiana_63_883
indiana_63_883 il 19/12/08 alle 09:20 via WEB
Grazie dell'invito. Devo confessarti che non immaginavo di arrivare fino a tanto. Quando ho aperto il blog, l'ho fatto per esternare le mie sensazioni, le mie emozioni e le mie esperienze di vita vissuta e da vivere ancora. Il tema: " Il viaggio: una fuga da noi stessi per raggiungere noi stessi", è esattamente il motivo conduttore della mia ricerca. Verrò a trovarvi, darò il mio contributo nella speranza di essere in linea con il progetto. Indy
 
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"La vernice che scottava e toccarla era un piacere.
Il motore incerto e pigro nei primi chilometri.
Ne è passato di tempo e di strada.
Ne abbiamo visto di mondo.
Ne abbiamo avuto di freddo.
E abbiamo riso.
E una volta ti ho spinta per sei chilometri.
E però ci siamo divertiti.
E le rughe non le sento più.
E quel fumo leggero che vien fuori dagli scarichi è senz'altro allegria.
Non può essere olio.
Ma poi ti guardo nel tappo e capisco che hai sete.
Ho sete anch'io e siamo in un bar.
Io dentro che bevo e tu fuori che stai lì.
C'è una ragazza bionda che mi parla.
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