Creato da wandermind il 21/01/2010

Hdemia deragliati

Bonkerspack. Calderone d'idee non ufficiali.

 

 

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Alfa e Omega

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Avrebbe dovuto essere parte di Epistème, ma .....

Alfa e Omega

Premessa.

Ho considerato quanto di seguito esposto oltre venti anni fa. Ho tentato di parlarne a "docenti di varie Università". Non hanno voluto ascoltare (teoricamente, sarebbe stato loro dovere ricevere ed ascoltare un cittadino, ancor più se qualificato).
Così, circa venti anni fa, ho tentato di parlare in tV, in una ben nota "trasmissione". Un noto politico, presente quella sera, che si ritiene uomo di cultura, m'informò che ciò di cui parlavo, il positrone, non esisteva. Non lo ha trovato nel suo "vocabolario", che presentava proprio quella sera. Precisò che diversamente sarebbe esistito anche il "negatrone". Bene, il "negatrone" esiste, ma tutti lo chiamano elettrone.
Sono stato zitto: la sede non era per nulla qualificata per parlare (sta scritto di non gettare perle ai porci). Forse ho fatto male a tacere. Se volete, commentate.
Grazie ancora a Libero per la generosa ospitalità, e grazie a voi per la pazienza di ascoltare.

Alfa e Omega.

Interrogativo comune a quasi tutte le civiltà è quello sull'origine dell'Universo. Questa domanda, di natura universale, nasce, a mio parere, non tanto dalla curiosità di conoscere l'Universo, quanto dall'esigenza di rispondere alle domande "Da dove vengo?". "Dove sto andando?".
Per molti secoli, l'impotenza nel dare una risposta, e la natura del problema, ad un tempo universale e particolare, delegarono la questione alla mitologia ed alla religione, non raramente mescolate. Non esamineremo i molti miti cosmogonici, spesso molto belli e socialmente utili (ma anche strumentalizzati).
Nel nostro tempo, moderno, il compito di rispondere alla domanda sull'origine dell'Universo è stato assunto dalla Scienza.Estendendo sempre più le osservazioni agli oggetti lontani, in passato limitate solo a quelli prossimi, scrutando nel passato, la Scienza mira a determinare la genesi e l'evoluzione del nostro sistema, delle galassie e dell'intero Universo.

L'origine dell'Universo (ammesso anzitutto che abbia un'origine ed una fine) è necessariamente un evento non ripetibile, proprio perché origine di tutte le cose. Attualmente, il modello cosmogonico più accreditato nel mondo scientifico è la teoria del Big Bang. Essenza e fondamento di questa teoria sono le osservazioni sull'espansione e sul raffreddamento dell'Universo. Estrapolando le osservazioni attuali a ritroso nel tempo, si arriva ad una condizione in cui la materia ha densità e temperatura infinite, tali da rendere inapplicabili le teorie fisiche attuali, come le abbiamo sviluppate e ci sono note. Questa materia primordiale, priva di dimensione fisica ed infinitamente densa e rovente, è ritenuta origine del nostro Universo, e di noi stessi, a seguito di un evento iniziale esplosivo, il Big Bang, praticamente istantaneo, i cui effetti, espansione ed eco, sono ancor oggi osservabili.

La teoria del Big Bang non dà nessuna descrizione del.....Big Bang: dice solo che così è stato.
Oggetto di Scienza sono i fenomeni osservabili e ripetibili. Tutto ciò che non può essere osservato e ripetuto non è, per definizione, oggetto di Scienza. È chiaro che la teoria del Big Bang non ha i requisiti per essere considerata verità scientifica, eccetto l'espansione ed il raffreddamento dell'Universo, fatti che non implicano né un'esplosione, né materia super densa e supercalda. Da tale ultimo punto di vista, la teoria del Big Bang non vale più di qualsiasi mito cosmogonico, con l'aggravante che fa ...  schifo.

Qualcuno ha commentato come in figura. In futuro i terremoti edificheranno le case, ovviamente ... grattacieli. La Scienza non batte ciglio e continua la ricerca del bosone, cioè la particella di... Dio. In fondo, impastare fango oppure bosoni è la stessa cosa: interessa solo arrivare a Adamo ed Eva.
Nota. Non sono autore della vignetta: non rammento la fonte.

Il tallone d'Achille di tutti i discorsi cosmogonici è o la necessità di ammettere un Creatore, non creato, oppure l'impossibilità di dire cosa c'è "prima del prima" e "dopo del dopo".

Io credo in Dio, ma non in un superartigiano.

-         A chi mi chiede cosa c'è prima del Prima, rispondo che c'è il Dopo.

-         A chi mi chiede cosa c'è dopo del Dopo, rispondo che c'è il Prima.

Non allarmatevi: anche se "affetto" da sindrome di Asperger, non gioco con i termini. Quanto detto significa semplicemente che il sistema è in qualche modo ciclico, che ogni istante dell'esistenza, passato, presente, futuro, è ugualmente fine di ciò che è stato ed inizio di ciò che sarà. Nessun istante è privilegiato e tutto ciò che esiste muore e rinasce incessantemente, semplicemente trasformandosi, seppure talune transizioni appaiono traumatiche. Quanto detto non significa che l'esistenza si sviluppa come le oscillazioni di un pendolo. Ciò è impossibile, sia perché le parti non hanno lo stesso periodo, sia perché esse non hanno proprietà statiche ma dinamiche (anche per cause artificiali). La natura essenziale delle cose non cambia: gli Angeli ed i Diavoli sono sempre gli stessi.
La corruzione della materia è solo una necessità della stessa esistenza, rendendo possibile, con uguale diritto, tutti i modi d'essere, e quindi l'esistenza di tutto ciò che è possibile che sia. Quanto detto richiede necessariamente che ogni cosa ritorni alla sua origine: diversamente cessa di essere.

La Creazione non è qualcosa che è avvenuta, ma che avviene, incessantemente. Anche se non fosse vero, ma lo è, accetterei quanto anzidetto.

Sono andato fuori tema: talora è inevitabile. Qual è il mio "mito" cosmogonico?

Tutti sanno che l'Uomo ha creato il codice Morse facendo uso di due costanti booleane, e può scrivere tutto quello che vuole. Due costanti booleane, o meglio una coppia, sono semplicemente due elementi tra loro uguali e contrari. Nel caso specifico, il punto e la linea sono uguali perché entrambi sono segni grafici, e sono contrari perché uno è breve e l'altro è lungo.

 

 

 

 


Tutti sanno che quanto stanno vedendo con il pc è "scritto" con una sequenza di variabili booleane, tipicamente una lampadina che può essere accesa o spenta. Una variabile booleana è un oggetto che può avere due stati distinti. e se l'uno non l'altro.

 

Mi sono posto la seguente domanda.

È possibile che Natura non conosca questo gioco??

Da un altro punto di vista, quello della Logica, due sole particelle, uguali e contrarie, sono necessarie e sufficienti per costruire tutto.

Da un ulteriore punto di vista, quello della nostra conoscenza, il fatto che procedendo verso l'elementare le cose si complicavano notevolmente, mi apparve contraddittorio: nulla, o tutto, era elementare.

Considerando la possibilità di realizzare ogni cosa con due sole particelle, si deve escludere la variabile, in dato modo capricciosa, ed affidarsi a coppie di costanti. Ho identificato la coppia da usare in elettrone e positrone, che sono, quindi, le due sole particelle elementari.

Sorge a questo punto una grossa grana.

La Scienza ufficiale sostiene che non è possibile realizzare una struttura stabile facendo uso solo di particelle cariche e della ben nota legge di Coulomb.

Ciò che mi faceva dubitare della correttezza di tale affermazione è il fatto che l'intero Universo è in una condizione simile. Un numero indefinito di corpi celesti è governato dalla Legge di gravitazione, che produce solo forze attrattive. Non ci sono certo dubbi sul fatto che l'Universo è un sistema equilibrato dinamicamente. La soluzione statica, l'immobilità, sarebbe inutile, priva d'interesse. La nostra visione risulta quindi insufficiente.

Ho immaginato varie geometrie, sporcando un po' di carta: ho scelto di tentare con un ben noto frattale, la Stella di Davide, forse perché l'avevo usata in un'altra questione alla quale accennerò alla fine.

Consideriamo anzitutto una sola stella e tre coppie. Si vede facilmente che questa struttura non è equilibrata.

 


Raggruppiamo tre stelle in modo che le stesse condividano gli elementi di contatto, come nella figura a destra. Supponiamo adesso di bloccare, in qualche modo, gli elementi periferici, lasciando libero solo quello al centro, su sfondo giallo.  Non ci vuole molto per vedere che nel punto considerato, il centro, il risultante delle forze è nullo: nelle condizioni anzidette, la posizione considerata è di equilibrio. Questo ultimo, tuttavia, non è stabile, e, quindi si deve pensare ad un equilibrio dinamico di ciascuna parte, proprio come avviene per l'Universo.      

Se consideriamo il numero degli elementi, vediamo che la neutralità non è rispettata: c'è un elettrone non accoppiato, e, quindi, tutta la struttura ha carica unitaria negativa. Questo insieme può essere identificato con la struttura base dell'antiprotone.

Scambiando gli elementi verdi con i rossi, o più semplicemente ruotando ciascuna delle tre stelle di 60°, prima di connetterle, si ottiene una struttura simile alla precedente, ma questa volta l'elemento non accoppiato è un positrone: quindi, tutta la struttura ha carica unitaria positiva. Questo insieme può essere identificato con la struttura base del protone.

Le due anzidette strutture base possono essere indefinitamente estese nello spazio ( per il momento piano), ma ciò deve essere fatto opportunamente, sempre secondo la stella di Davide, come mostra la figura a sinistra. Eccezion fatta per l'estrema periferia ( che dobbiamo considerare bloccata), s'intravede la possibilità che ogni elemento, elettrone o positrone, sia ugualmente centro, e, quindi, in equilibrio dinamico nella sua posizione.

Estendendo la struttura base come detto, viene mantenuta la sua natura riguardo alla carica elettrica unitaria, positiva o negativa.

Adesso non ci resta altro da fare, se non estendere, o meglio "stendere", nello spazio la struttura considerata, in modo che si chiude su una superficie sferica: quindi, nessun elemento è privilegiato. Credo che la figura a destra sia chiara, seppure solo una piccola parte.

Vediamo, adesso, di costruire il neutrone. La tecnica usata è la stessa, ma il centro della struttura è un'intera stella, non un elemento. Per completare la struttura base del neutrone servono sette stelle, complessivamente dodici coppie. Non ci sono elementi non accoppiati e, quindi, la struttura risulta neutra dal punto di vista della carica.

Non si riesce a configurare nella struttura una proprietà che possa rappresentare due stati contrari: da questo punto di vista, l'antineutrone non esiste.

Si osserva facilmente che la struttura del neutrone contiene sia quella del protone, sia quella dell'antiprotone: basta selezionare opportunamente tre stelle contigue.

Vediamo adesso alcuni aspetti quantitativi connessi con i modelli considerati. È anzitutto evidente che le particelle composte devono avere massa uguale ad un multiplo intero di quella dell'elettrone (o del positrone). Assumiamo me=1. La scienza ufficiale ritiene che la massa del protone sia circa 1836 me. Il modello proposto è compatibile con il valore

mP = (1836 + 1) me

Riguardo al neutrone, la scienza ufficiale ritiene che la sua massa sia circa 1838 me. Il modello proposto non è compatibile con il valore anzidetto. Un valore compatibile è

mN = 1848 me

Sappiamo che il neutrone, se isolato, non è stabile e decade in circa 15 minuti. Secondo il modello proposto dovrebbe essere:

N0 → P+ + e- + 5 mec2 + 5 ν0

Oppure

N0 → P- + e+ + 5 mec2 + 5 ν0

dove c è la velocità della luce e ν0 il neutrino. In altre parole, il decadimento del neutrone comporta, secondo il modello discusso, l'annichilimento di 5 coppie.
Solo Induzione può confermare quanto detto, ma non è certo cosa facile. La corrispondente energia può essere assorbita dal protone (o antiprotone), dall'elettrone ( o positrone), ed infine diffusa nel tempo di 15 minuti.
La relazione che è principio e fine di quanto è materia, è (nel modello proposto)

ν0 + mec2 ↔ e+ + e-

Questa relazione richiede di rispondere alla domanda "come si genera la massa?". Rispondendo (in altra occasione, se il caso) non c'è nessuna difficoltà a rendere ragione delle forze inerziali (per favore, non chiamatele fittizie) e del fatto che la massa gravitazionale e quella inerziale sono uguali (la loro genesi è la stessa).

Un'altra questione. Sappiamo che il protone è molto stabile, mentre il neutrone, se isolato, non lo è. Nel modello proposto la stabilità del primo può essere giustificata con la presenza dell'elettrone ( o positrone) non accoppiato, la cui interazione con gli elementi periferici dello stesso segno produce un effetto simile alla pressione di gonfiaggio in un pallone. Se tale elemento manca, come nel neutrone, il palloncino si ...... sgonfia.

Un'ultima questione. Sappiamo che protone e neutrone sono fortemente legati nel nucleo e che è necessario un numero di neutroni maggiore od uguale a quello dei protoni ( eccetto He3). Il modello proposto non richiede nessun cemento nucleare. Le strutture del protone e del neutrone si connettono spontaneamente, proprio come un bambino faceva un tempo connettendo per gioco due bolle di sapone. Condividendo l'elemento non accoppiato, anche il neutrone diventa stabile. Si rende ragione facilmente dei difetti di massa.

Precisazione.

L'autore avverte esplicitamente che quanto esposto non ha, almeno al momento, nessuna conferma induttiva allo stesso nota (ma non contraddice quanto ci è noto). Si tratta, quindi, d'immagini che riflettono il pensiero dell'autore e l'intento di configurare una nuova via che sia più comprensiva, unitaria ed utile di quella attuale (che appare confusa ed appartenente ad una casta).

È del tutto inutile che qualcuno osservi che ciò è in qualche modo folle. Solo i folli tentano d'uscire dalla "caverna": i "savi" si accucciano dentro, possibilmente in prima fila, ma nelle loro menti ci sono soltanto copie d'immagini prodotte da altri. Chi esce dalla caverna è consapevole del fatto che i caduti sono molti, ma ciò è irrilevante, perché chi arriverà ad un risultato, lo fa anche in nome e per conto di tutti i suoi fratelli caduti. Disturba solo il fatto che dopo i savi si appropriano di quanto trovato e, saliti in cattedra, creano difficoltà a chi vuole uscire dalla "loro caverna" (in effetti, l'hanno solo occupata ... troppo tardi).

Non pretendo d'avere risolto il problema, la cui difficoltà è evidente, ma solo d'avere mostrato un diverso punto di vista, la cui fondatezza ed utilità è da verificare. Ritengo che le forze inerziali ed i tempi di propagazione (come in Epistème) abbiano un ruolo fondamentale. Non si può ignorare come vengono generate le forze inerziali, imperdonabile  "lacuna" della Relatività.

Prima d'agire bisogna sapere e prima di sapere bisogna immaginare.

 

Nota

Stelle a sei punte sono state trovate anche come diagrammi cosmologici nell'Induismo, nel Buddismo e nel Giainismo. Le ragioni dietro a questa comune apparizione del simbolo nelle religioni Indiane e Occidentali sono perse nei misteri dell'antichità (da Wikipedia).
Guardiamo un po' più vicino: solo figure e qualche cenno.

Per affrontare e risolvere il problema dell'orientamento dell'ape operaia, ho realizzato, con fogli polaroid, un filtro che emula l'occhio composto. Funziona perfettamente. Non si tratta, ovviamente, di un'emulazione completa, ma è quanto basta per osservare e comprendere. Per orientarsi non serve nessun calcolo: la percezione genera automaticamente la stimolazione motoria delle ali (o delle zampe, se il caso) e dice anche l'ora del mattino o del pomeriggio.

I settori esagonali (equivalenti agli occhi semplici) hanno tutti la stessa direzione di polarizzazione (frecce gialle), ma ciascuno è ruotato di 60°  rispetto agli adiacenti. Al variare della direzione di polarizzazione della luce (freccia rossa) cambia la trasparenza dei vari settori.

Immagini, escluso filtro, tratte da Wikipedia.  

  

Quella della pietra sole, o pietra magica dei Vichinghi, non è solo leggenda. Ruotando un cristallo di iolite rispetto alla direzione di polarizzazione della luce, lo stesso cambia colore. Con un po' di pratica si riesce a determinare sia la direzione, sia l'altezza del sole sull'orizzonte  (ed anche altro), anche se il sole non è visibile. In base alla mia personale esperienza, ciò non è possibile nel caso di cielo totalmente coperto ( non so cosa avviene in caso di nebbia). L'osservazione della polarizzazione richiede la presenza di almeno uno squarcio di cielo azzurro. La polarizzazione si osserva anche in luoghi chiusi e dotate di un'apertura da cui entra luce, come in un alveare.
Le immagini del cristallo di iolite sono tratte da internet.


Commenti al Post:
filtr
filtr il 08/01/13 alle 21:14 via WEB
da incompetente in mi chiedo e se la risposta sarebbe nella matematica quantistica
 
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