Post n°35 pubblicato il 18 Agosto 2006 da hina
Chi fa attenzione a ciò che succede in giro per il mondo sa che l’uccisione di donne anche giovanissime che disobbediscono alle tradizioni è una pratica diffusa. Sono azioni estreme che esprimono paura del cambiamento, da qualsiasi parte giunga. E sono sempre le donne che minacciano nel profondo l’immobilità gerarchica e l’intolleranza religiosa. Per questo sono ritenute pericolose. [....] C’è da scandalizzarsi? Sì, c’è da gridare all’orrore. Ma ricordiamoci che, anche se in modi meno spicci, la punizione corporale e la soppressione della donna che pecca è stata non solo tollerata ma anche incoraggiata nelle società cristiane fino a pochi secoli fa. A volte perfino fino a pochi decenni fa. Voglio ricordare il caso di Palmina, la ragazza pugliese che fu bruciata viva dai fratelli per non essersi sottomessa ai loro voleri. E cosa dire del delitto d’onore, parte di un codice che ha resistito nei secoli ed è stato eliminato solo dopo il ’68 e il femminismo? Le società arretrate mostrano con più evidenza l’intolleranza verso la libertà femminile, ma diciamo che anche le società più avanzate conservano nei costumi e spesso anche nelle leggi, altre forme di intolleranza e di discriminazione che, pur non sfociando in un delitto, privano le donne della loro autonomia e della loro integrità. Usare un caso odioso come questo per prendersela ancora una volta con gli stranieri, con i musulmani, è ingiusto e sbagliato. La storia della ragazzina pachistana (Hina) che voleva vivere all’italiana dovrebbe costituire un esempio di volontà di integrazione da incoraggiare. Tantissime come lei si inoltrano nella difficile strada dell’emancipazione e vanno aiutate. Certamente il lungo cammino della democrazia comincia proprio dall’acquisizione del rispetto nei riguardi delle donne e della loro autonomia. Probabilmente tutta la questione islamica prenderebbe un’altra strada se le donne ottenessero visibilità e parola. Corriere della sera 15 agosto 2006 |
Post n°32 pubblicato il 18 Agosto 2006 da hina
"Il desiderio è una grande molla, non lo nego. Ma se tu cominci a guardare bene, di nuovo, cosa sono questi desideri dai quali non sfuggi mai? Specie oggi, in questa nostra società che ci spinge solo a desiderare e fra i desideri a scegliere solo i più banali, quelli materiali, in altre parole quelli del supermercato il desiderio di quelle scelte lì è inutile, è banale, è irrisorio. Il vero desiderio, se uno ne vuole uno, è quello di essere se stessi. L'unica cosa che uno può desiderare è di non avere più scelte, perchè la scelta vera non è quella fra due dentifrici, fra due donne, fra due macchine. La scelta vera è quella di essere te stesso. Se ti abitui o fai degli esercizi, se rifletti, rifletti! vedi che quei desideri sono una forma di schiavitù. Perchè più tu desideri e più limitazioni ti crei. Desideri una cosa al punto che non pensi ad altro, non fai altro, diventi schiavo di quel desiderio. Allora tu puoi, nell'età matura, più adulta, cominciare a vedere tutto questo...e metterti a ridere dei desideri che hai, a ridere dei desideri che hai avuto, a ridere nel vedere che questi desideri non servono a niente, che sono effimeri come tutto il resto che è la vita. Così cominci a imparare a toglierli, a toglierli di mezzo." |
Post n°30 pubblicato il 19 Giugno 2006 da hina
Molti di voi passati per il mio blog mi han chiesto che cos'era quel "simbolo" che ho messo come immagine per il mio blog. Si tratta di un OM!!!.... E' un mantra!!!.... Di seguito alcune informazioni al riguardo per chiarirvi un po' le idee... "La parola mantra deriva dalla combinazione delle due parole sanscrite manas (mente) e trayati (liberare). Il mantra si può quindi considerare come un suono in grado di liberare la mente dai pensieri. Sostanzialmente consiste in una formula (una o più sillabe, o lettere o frasi), generalmente in Sanscrito, che vengono ripetute per un certo numero di volte al fine di ottenere un determinato effetto, principalmente a livello mentale, ma anche, seppur in maniera ridotta, a livello fisico ed energetico. Esistono moltissimi mantra per gli scopi più diversi; la maggior parte sono in sanscrito, ma ne esistono anche in altre lingue. Il mantra più conosciuto è il mantra Om (AUM). Il loro uso varia a seconda delle scuole spirituali o delle filosofie. Vengono principalmente utilizzati come amplificatori spirituali, parole e vibrazioni che inducono nei devoti una graduale concentrazione. I Mantra hanno origine in India all'interno dell'Induismo Vedico e nel Jainismo, popolari in diverse e moderne pratiche spirituali che si rifanno seppur in modo impreciso alle antiche pratiche delle religioni Orientali. I Mantra sono considerati come suoni vibrazionali, a causa della grande enfasi che si pone alla loro corretta pronuncia ( grazie allo sviluppo della scienza fonetica, in India, migliaia di anni fa ). Il loro scopo è liberare la mente dalla realtà illusoria e dalle inclinazioni materiali. Il processo di ripetizione di un Mantra è definito cantilena." |
Post n°29 pubblicato il 18 Giugno 2006 da hina
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Post n°28 pubblicato il 09 Giugno 2006 da hina
Dopo un po' impari la sottile differenza tra tenere una mano e incatenare un'anima. E impari che l'amore non è appoggiarsi a qualcuno e la compagnia non è sicurezza. E inizi a imparare che i baci non sono contratti
E cominci ad accettare le tue sconfitte a testa alta e con gli occhi aperti con la grazia di un adulto
E impari a costruire le tue strade oggi perchè il terreno di domani è troppo incerto per fare piani. E impari che il sole scotta se ne prendi troppo.
invece di aspettare che qualcuno ti porti i fiori. E impari che puoi davvero sopportare che sei davvero forte che vali davvero. |
Post n°27 pubblicato il 27 Settembre 2005 da hina
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Post n°26 pubblicato il 08 Gennaio 2005 da hina
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Post n°24 pubblicato il 28 Dicembre 2004 da hina
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Post n°23 pubblicato il 28 Dicembre 2004 da hina
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Post n°22 pubblicato il 28 Dicembre 2004 da hina
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