Hysteron Protèron

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"Ci sono sere in cui mi fermo e ci penso.
Fosse una sera di qualche tempo fa, ai minuti ci avrei accompagnato almeno una decina di sigarette dei cui mozziconi sarebbe molto probabilmente rimasta solo l'ombra.
In sere come questa, mi capita di trovarmi con gli occhi fissi su un punto qualunque che con lo sguardo alla fine poi, oltrepasso a mezz'aria ed è come se ne prendessi coscienza di colpo.
Improvvisamente. Come se mi arrivasse in piena fronte un lampo che in un secondo, in conseguenza della sua enorme onda d'urto, mi rassetti, ripulisca e riordini i pensieri: mi faccia vedere ogni mio piccolo insensato tarlo, ogni mia più nascosta e permeante contraddizione.
E ogni volta, ( perché accade sempre, e giuro che sempre sta proprio per Sempre, non una volta sì ed una no ) in questa razza di sere, mi rimprovero; che l'immagine strafottente e piena di sé che mi porto appresso un po' ovunque, me la sono "guadagnata" a suon di ognuno di quei mattoni che mi sono cementato davanti alla faccia.
Niente piove dal niente.
Qualunque cosa Tu sia, la verità è che sei Tu che te la costruisci attorno: il problema è che se fino a qualche tempo prima era comoda e a modo suo protettiva, ora dentro a quella gabbia d'acciaio, semmai hai un grammo d'oro rimasto attaccato allo stomaco, lui se ne sta lì, e ti Brucia Dentro.

E' che vedi? Io di toni ne ho sbagliati tanti nella vita.
Ho precorso molti tempi e ne ho sin troppo ritardato altri. In alcuni proprio non ci ho mai voluto arrivare, lo ammetto. Li ho fuggiti come si fugge un treno fermo in stazione che devi prendere da mesi e che improvvisamente ti fa una gran paura.
Ho ringhiato troppo e morso tanto da Io stesso, farmi male ai denti.
Io ho Sbagliato e ancora Sbaglio Tanto.
Ho sempre sbagliato per Vivere e l'ho sempre fatto in pompa magna.
Che per me le cose, figurati se non van fatte in grande stile.
Salvo poi, una sera come tante guardarmi per un attimo dentro, per due attimi alle spalle e per minuti infiniti restarci sotto alle macerie di tutto quello che di me non dico.

Chissà, forse se certe cose le raccontassi, qualche colore cambierebbe almeno sfumatura. Ogni tanto me lo chiedo.
Eppure, nonostante tutto, è un proposito che smonto in ginocchio, cercando di non toccare il vetro e facendo attenzione a non rovinare la cornice.
Perché che senso ha? Pensare di mettere un'insegna sin troppo vistosa ed attirare per curiosità.
Va a finire che tutti ti guardano, ma a nessuno importa di Vedere.
E tu il conto con te stesso te lo sei prosciugato per metterti come gli altri affacciato sulla strada, ma finisci di fatto, per essere solo l'ennesimo imprenditore di se stesso a cui interessa solo farsi pubblicità.
Ma certe sere me lo dico. Quasi arrivo a convincermene:
Io non credo sai? Tutte quelle parole nere e quegli indici puntati a suon di aggettivi, non credo di meritarmeli.

- Ad Alice, in una sera qualunque. Tra una tazza di the e qualche goccia di pioggia, qui, a Wonderland. -"