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SCHOPENHAUER

Post n°39 pubblicato il 25 Novembre 2009 da IntelligenteNONbasta

 

LA FELICITA' VA RICERCATA IN NOI STESSI!

Mi sono imbattuta in questo libro veramente per caso..e mi è subito venuto da sorridere..un po’ per il titolo (io non credo assolutamente nei manuali o in quei libri che vengono spacciati per vademecum..insomma per testi in cui uno può trovare le risposte a tutte le sue domande…) e un po’ per l’autore, noto per essere stato un gran pessimista dei suoi tempi, un crepuscolare…un tipo simile che credenziali può avere per dare consigli sulla felicità?

 


Comunque, decido di dargli uno sguardo…e nella sopracopertina leggo queste parole:
(…) tutto dipende molto meno da ciò che si ha, o da ciò che si rappresenta, che da ciò che si è. “La personalità è la felicità più alta”.

In ogni possibile momento si gode propriamente solo di se stessi: se il proprio sé non vale molto, allora tutti i piaceri sono come vini eccellenti in una bocca tinta di bile”.


Inutile dire che queste frasi mi colpiscono parecchio..rimango fulminata e compro il libro….che tuttora rimane uno dei miei preferiti, un libro che rileggo periodicamente, o quando mi capitano eventi tristi nella vita..e mi è sempre d’aiuto.

E’ un libretto di un centinaiodi pagine, che si struttura in 50 massime, più o meno brevi, molte delle quali sono davvero perle di saggezza. E’ un libro “postumo”, messo insieme raccogliendo le varie annotazioni che Schopenhauer aveva raccolto nel corso della sua vita e scritte senza un ordine preciso e dove capitava.
Ma come si fa a raggiungere la felicità e a mantenerla?

Il primo consiglio che ci da Schopenhauer è che una felicità totale è impossibile da raggiungere…ciò che l’uomo deve aspettarsi è uno stato più o meno privo di momenti dolorosi…e deve quindi agire di conseguenza..ossia cercare di ridurre il più possibile questi momenti dolorosi. Ci viene spiegato che la felicità e i piaceri sono soltanto chimere, mentre la sofferenza è reale; che il meglio che il mondo può offrirci è un presente sopportabile, quieto e privo di dolore.

Se abbiamo la fortuna di averlo, dobbiamo apprezzarlo, e non guastarlo con desideri di una felicità irraggiungibile.

Se per casi sfortunati della vita ci troviamo in situazioni tristi, dolorose, viene consigliato di affrontare le avversità a testa alta, di non farsi piegare dagli eventi e di non pensare mai che le cose potevano andare diversamente. Questo viene definito “un lusso” che non ci si può permettere e che è anche controproducente. 

 Viene condannata l’invidia e il desiderio bramoso di avere cose, definite inutili, poiché una volta che le abbiamo avute scopriamo che non ci servono e che siamo ugualmente infelici.

Viene suggerita una grande verità: la felicità non è nelle cose, ma va ricercata in noi stessi, perché le cose vanno apprezzate…e se la personalità e l’animo umano non sono in grado di “apprezzare”, si potrebbe avere qualunque cosa..ma non trovare mai la pace e l’appagamento.


Una delle mie massime preferite è la n. 42, in cui si parla dei progetti di ampio respiro. Questi vengono definiti una follia, perché esposti a fallimento come tutte le cose.

 E anche quando tutto va per il verso giusto e l’obiettivo si raggiunge, non si è tenuto conto che anche l’uomo è cambiato con gli anni…”spesso ciò a cui ha mirato per tutta la vita, nella vecchiaia gli diviene indigesto…le cose giungono troppo tardi o, viceversa, è lui che giunge troppo tardi rispetto alle cose.” Purtroppo questa situazione a me è capitata spesso…mi sono affannata per raggiungere certi obiettivi, che credevo fondamentali per la mia vita…una volta raggiunti ho scoperto che non erano poi così fondamentali…che nella vita c’erano altre cose importanti…e spesso ne sono rimasta delusa.

 In fondo c’è un tempo per ogni cosa.

Credo che la cosa difficile sia trovare un equilibrio…sicuramente è sbagliato rinunciare ai propri desideri e ai propri sogni solo perché ci sembrano irraggiungibili….vale comunque la pena di tentare, ma secondo me si devono lasciare aperte anche altre strade…prepararsi al fallimento, o meglio essere consapevoli che la nostra meta potrà sfuggirci, e capire anche che se raggiungeremo l’obiettivo, potrà capitare che questo non ci provochi la felicità sperata.


Insomma, la grande verità che viene fuori da questo libro è che nella vita non c’è niente di semplice e di scontato…ogni equilibrio può spezzarsi in un qualsiasi momento, e noi dovremo essere preparati a ricevere il meglio, ma anche il peggio.

Cosa ne pensate???

 
 
 
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