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L'IDENTITA' FEMMINILE

Post n°41 pubblicato il 30 Novembre 2009 da IntelligenteNONbasta

 

( la Marcegaglia, il mio idolo!)
Non siamo più nell'Ottocento...
Olympe de Gouges aveva storicamente presentito quella emancipazione della donna che la rivoluzione politica e la rivoluzione economica dovevano ugualmente avviare.
Aveva vagamente inteso la storia della donna nel mondo ed era scesa sul terreno della lotta concreta per la sua liberazione. 
Ma fu il senso storico del XIX secolo a offrire le prime spiegazioni della soggezione femminile. Si tentò allora una storia delle istituzioni familiari sotto il canone dell’evoluzione naturalistica-sociale. E sorse l’unica ipotesi che ancora oggi – nel senso comune e nella scienza – riscuote i maggiori consensi: vale a dire che la moderna soggezione femminile derivi dalla lotta per l’esistenza del mondo preistorico.
Nel passato la donna non aveva avuto quasi una personalità: Saffo era vissuta ai margini della società e le regine antiche e moderne, da Semiramide, Zenobia, Cleopatra a Elisabetta, Caterina II e Vittoria, costituirono, nella fortunosa necessità storica della loro posizione, un enigma sotto il profilo dell’autonomia individuale della donna
Essere donna oggi significa aver preso coscienza della propria identità femminile ed essere riuscita a sistemarla, con tutta dignità, nel tessuto sociale.

 Cosa è, però, l’identità femminile e quale il ruolo che alla donna compete nella società odierna?

Quando si parla di personalità femminile non bisogna intendere qualcosa di statico ed immutabile.

 Tutti noi cambiamo continuamente in rapporto all’ambiente, alle vicende e alle relazioni della nostra vita.

 Nel corso dei secoli il ruolo femminile ha subito numerose trasformazioni, con un andamento a volte regressivo a volte straordinariamente progressivo. La personalità femminile si è rivelata tutt’altro che semplice e definibile, anzi complessa, poliedrica ed imprevedibile.

 A me pare che ci sia sempre stata la tendenza a incapsulare la donna in definizioni che ne promuovessero la staticità del ruolo. Il tentativo di farsi valutare come persona, come individuo con caratteristiche proprie è stato appunto un tentativo che non ha mai raggiunto il suo obbiettivo in modo compiuto e soddisfacente; eppure, a mio giudizio, vale la pena di perseguirlo.

La nota scrittrice francese Simone de Beauvoir sosteneva: ”Donne si diventa, non si nasce”. Era sua convinzione, ben documentata storicamente, che le donne e gli uomini ai primordi possedessero una sostanziale parità economica e sociale, dissoltasi con la rivoluzione agricola di 10.000 anni fa. Era sua speranza che sarebbe arrivato un giorno in cui le forze economiche avrebbero reso possibile l’affrancamento delle donne dal loro stato di “secondo sesso”.

Restringendo il nostro auspicio alla donna occidentale, la grande occasione del momento storico che stiamo vivendo può e deve essere quella di riconoscerci come esseri umani, per valorizzare di volta in volta, a seconda delle necessità, le qualità dei due sessi, senza etichette e senza rigidità.

 
 
 
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