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Magico Dante.....

Post n°68 pubblicato il 23 Febbraio 2010 da IntelligenteNONbasta

Paolo e Francesca amanti

Amor, ch’ al cor gentil ratto s’apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e il modo ancor m’offende…

Amor, ch’al nullo amato amar perdona, mi prese costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona…

Chi non ricorda questo bellissimo canto dell’inferno ne La Divina Commedia di Dante?

Nel canto V si narra la storia di Paolo e Francesca, due personaggi veramente esistiti attorno al 1255, ma non esistono prove concrete dell’adulterio né che Paolo e Francesca si frequentassero veramente.

Dante fu il primo a presentare questa coppia come l’immagine passionale di due giovani che si trovarono separati dall’inganno delle rispettive famiglie.

Dopo esser stati uccisi dal marito di lei che scoprì il tradimento, finirono nell’Inferno, l’uno accanto all’altro, abbracciati per l’eternità e costretti a vivere spinti dal vento della Passione, per la legge del contrappasso.

Francesca nacque a Ravenna, ed era figlia di Guido da Polenta il Vecchio, signore di Ravenna.

Paolo e Gianciotto erano i figli di Malatesta.

Le due famiglie avevano spesso forti contrasti e pensarono che unendo in matrimonio Francesca e Gianciotto, che era sì nato storpio, ma era un uomo d’armi e per di più uomo di governo, avrebbero risolto le loro liti.

Paolo invece era un bel ragazzo e la famiglia decise ben di celebrare il matrimonio tramite procura; quindi inviarono Paolo a chiedere la mano a Francesca.

La poveretta credette che la richiesta di matrimonio provenisse da parte di Paolo e accettò, ma al termine si ritrovò al fianco di Gianciotto.

Dante, nel canto, ascolta le parole di Francesca che gli spiega di come fu ingannata, e di quanto fosse malvagio il marito, il quale aveva ordinato ad un suo servo di seguire i due giovani e di riferirgli cosa facessero.

Fu durante la lettura del libro, che raccontava l’amore tra Lancillotto e Ginevra, che i due giovani profondamente innamorati si scambiarono quel bacio.

Il servo corse ad avvisare Gianciotto che per rabbia uccise i due amanti. 

Tutt’ora non si sa se veramente sia accaduto tale delitto, ma rendiamo comunque grazie a Dante di averci donato un canto così splendido e pieno di amore e speranza…perché come dice Francesca: ”…mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona”.

 

E quello fu l’ultimo bacio e l’ultima lettura.

 
 
 
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