Creato da IntelligenteNONbasta il 08/06/2009

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SCHOPENHAUER

Post n°39 pubblicato il 25 Novembre 2009 da IntelligenteNONbasta

 

LA FELICITA' VA RICERCATA IN NOI STESSI!

Mi sono imbattuta in questo libro veramente per caso..e mi è subito venuto da sorridere..un po’ per il titolo (io non credo assolutamente nei manuali o in quei libri che vengono spacciati per vademecum..insomma per testi in cui uno può trovare le risposte a tutte le sue domande…) e un po’ per l’autore, noto per essere stato un gran pessimista dei suoi tempi, un crepuscolare…un tipo simile che credenziali può avere per dare consigli sulla felicità?

 


Comunque, decido di dargli uno sguardo…e nella sopracopertina leggo queste parole:
(…) tutto dipende molto meno da ciò che si ha, o da ciò che si rappresenta, che da ciò che si è. “La personalità è la felicità più alta”.

In ogni possibile momento si gode propriamente solo di se stessi: se il proprio sé non vale molto, allora tutti i piaceri sono come vini eccellenti in una bocca tinta di bile”.


Inutile dire che queste frasi mi colpiscono parecchio..rimango fulminata e compro il libro….che tuttora rimane uno dei miei preferiti, un libro che rileggo periodicamente, o quando mi capitano eventi tristi nella vita..e mi è sempre d’aiuto.

E’ un libretto di un centinaiodi pagine, che si struttura in 50 massime, più o meno brevi, molte delle quali sono davvero perle di saggezza. E’ un libro “postumo”, messo insieme raccogliendo le varie annotazioni che Schopenhauer aveva raccolto nel corso della sua vita e scritte senza un ordine preciso e dove capitava.
Ma come si fa a raggiungere la felicità e a mantenerla?

Il primo consiglio che ci da Schopenhauer è che una felicità totale è impossibile da raggiungere…ciò che l’uomo deve aspettarsi è uno stato più o meno privo di momenti dolorosi…e deve quindi agire di conseguenza..ossia cercare di ridurre il più possibile questi momenti dolorosi. Ci viene spiegato che la felicità e i piaceri sono soltanto chimere, mentre la sofferenza è reale; che il meglio che il mondo può offrirci è un presente sopportabile, quieto e privo di dolore.

Se abbiamo la fortuna di averlo, dobbiamo apprezzarlo, e non guastarlo con desideri di una felicità irraggiungibile.

Se per casi sfortunati della vita ci troviamo in situazioni tristi, dolorose, viene consigliato di affrontare le avversità a testa alta, di non farsi piegare dagli eventi e di non pensare mai che le cose potevano andare diversamente. Questo viene definito “un lusso” che non ci si può permettere e che è anche controproducente. 

 Viene condannata l’invidia e il desiderio bramoso di avere cose, definite inutili, poiché una volta che le abbiamo avute scopriamo che non ci servono e che siamo ugualmente infelici.

Viene suggerita una grande verità: la felicità non è nelle cose, ma va ricercata in noi stessi, perché le cose vanno apprezzate…e se la personalità e l’animo umano non sono in grado di “apprezzare”, si potrebbe avere qualunque cosa..ma non trovare mai la pace e l’appagamento.


Una delle mie massime preferite è la n. 42, in cui si parla dei progetti di ampio respiro. Questi vengono definiti una follia, perché esposti a fallimento come tutte le cose.

 E anche quando tutto va per il verso giusto e l’obiettivo si raggiunge, non si è tenuto conto che anche l’uomo è cambiato con gli anni…”spesso ciò a cui ha mirato per tutta la vita, nella vecchiaia gli diviene indigesto…le cose giungono troppo tardi o, viceversa, è lui che giunge troppo tardi rispetto alle cose.” Purtroppo questa situazione a me è capitata spesso…mi sono affannata per raggiungere certi obiettivi, che credevo fondamentali per la mia vita…una volta raggiunti ho scoperto che non erano poi così fondamentali…che nella vita c’erano altre cose importanti…e spesso ne sono rimasta delusa.

 In fondo c’è un tempo per ogni cosa.

Credo che la cosa difficile sia trovare un equilibrio…sicuramente è sbagliato rinunciare ai propri desideri e ai propri sogni solo perché ci sembrano irraggiungibili….vale comunque la pena di tentare, ma secondo me si devono lasciare aperte anche altre strade…prepararsi al fallimento, o meglio essere consapevoli che la nostra meta potrà sfuggirci, e capire anche che se raggiungeremo l’obiettivo, potrà capitare che questo non ci provochi la felicità sperata.


Insomma, la grande verità che viene fuori da questo libro è che nella vita non c’è niente di semplice e di scontato…ogni equilibrio può spezzarsi in un qualsiasi momento, e noi dovremo essere preparati a ricevere il meglio, ma anche il peggio.

Cosa ne pensate???

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Commenti al Post:
audace_mente
audace_mente il 29/11/09 alle 16:47 via WEB
Schopenauer è stato sicuramente un grandissimo pensatore ed un acuto analizzatore dell'animo umano...ma quante donne continuerebbero ancora a citarlo con ammirazione se conoscessero il pensiero del grande Arthur su di loro? Sentite un pò: "Le donne sono adatte a curarci ed educarci nell’infanzia appunto perché sono esse stesse puerili, sciocche e miopi, in una parola rimangono per tutta la vita grandi bambini: esse occupano una specie di gradino intermedio fra il bambino e l’uomo, che è il vero essere umano". “Le donne, che per la debolezza della loro ragione sono meno atte degli uomini a comprendere i principi generali della giustizia, a tenerli a mente e ad assumerli come loro norme, sono quasi sempre inferiori agli uomini nella virtù della giustizia, e quindi anche nell’onestà e nella coscienziosità: perciò l’ingiustizia e la falsità sono le loro colpe più comuni e la menzogna il loro peculiare elemento… Il solo pensiero di vedere le donne nell’ufficio di un giudice fa ridere” "Tutte le donne, con rare eccezioni, sono inclini allo sperpero. Perciò ogni patrimonio, a parte i rari casi in cui l'abbiano acquistato esse stesse, dovrebbe essere messo al sicuro dalla loro stoltezza." "Quando le leggi concessero alle donne gli stessi diritti degli uomini, avrebbero anche dovuto munirle di un'intelligenza maschile." (A. Schopenhauer)....che ne dite?
 
 
IntelligenteNONbasta
IntelligenteNONbasta il 30/11/09 alle 11:34 via WEB
Sicuramente le donne del tempo di Schopenhauer non erano istruite, colte ed emancipate come quelle di oggi. La condizione femminile ha subìto un'evoluzione esponenziale e i princìpi di Schopenhauer non sono applicabili nella società odierna.
 
audace_mente
audace_mente il 01/12/09 alle 01:34 via WEB
Affermare che in fondo Schopenauer era figlio del suo tempo equivale a giustificare quanto da lui espresso e ad assolverlo. E' altrettanto superficiale e paradossale affermare che nella società moderna il maschilismo sia stato sconfitto (???) o non riesca ad attecchire perchè le donne sono diventate più toste, colte ed emancipate. E' stata invece la società intera ad emanciparsi culturalmente -anche se non del tutto- sui temi del razzismo (perchè il maschilismo è una delle primarie forme di razzismo e presenta tutte le caratteristiche del fenomeno razziale), dei diritti umani e delle uguaglianze sociali. Questo grazie a tante donne quali Harriet Taylor, Simone De Beauvoir ecc. ma anche a molti uomini. A tal proposito e per ricollegarmi anche al fattore "epocale" voglio citare questi passi scritti dal grande filosofo John Stuart Mill (contemporaneo di Schopenauer!) che a quanto pare pur vivendo nella stessa epoca di quest'ultimo se ne discostava totalmente per quanto riguarda il giudizio sulle donne. Secondo John Stuart Mill la subordinazione legale della donna all’uomo è ingiusta e contraria al progresso. Essa inoltre non è fondata che sulla sua inferiore forza fisica e sui pregiudizi degli uomini. (J. S. Mill, L'asservimento delle donne 1869) "La legale subordinazione della donna all’uomo, principio delle relazioni attualmente esistenti tra i due sessi, è, a mio credere, ingiusta per sé stessa, ed uno dei principali ostacoli che al presente si oppongono al progresso dell’umanità, tal che una perfetta eguaglianza senza potere né privilegio da un canto, e senza incapacità dall’altro vuolsi a quella sostituire. [...] D’altronde l’adozione del regime di ineguaglianza non fu mai il risultato di una deliberazione, né del pensiero libero, né di una teoria sociale, né di una conoscenza qualunque di mezzi idonei ad assicurare il benessere dell’umanità provvedendo al buon ordine sociale. Sorgeva questo regime esclusivamente dal fatto che fin dai primordi della società umana ogni donna, e per la considerazione in cui dagli uomini era tenuta, e per la stessa sua inferiorità in quanto a forza muscolare, si trovò sottomessa all’uomo. E poiché le leggi ed i sistemi sociali incominciano sempre dal riconoscere i rapporti esistenti fra le persone, ciò che nel bel principio non fu che un mero fatto brutale divenne poscia un diritto legale, sanzionato dalla società e mantenuto e protetto dall’autorità pubblica subentrata ai conflitti senza ordine e senza freno della forza fisica."
 
Oscuro51
Oscuro51 il 16/12/09 alle 08:30 via WEB
Che non si può ridurre Schopenauer alla manualistica.
 
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