Creato da IntelligenteNONbasta il 08/06/2009

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ALLA RICERCA DELLA COMPLICITA' PERDUTA

Post n°33 pubblicato il 17 Novembre 2009 da IntelligenteNONbasta

COMPLICITA'?????

Un rapporto di coppia complice implica un condividere un territorio mentale con un’altra persona indipendentemente dall’abitare nella stessa casa o in luoghi fisici diversi.

Essere complice con l’altro significa vivere un attaccamento psichico senza invaderlo o impossessarsene, ma definendo ogni propria azione come frutto di una strategia condivisa dal partner senza riserve (anche se ci fossero diverse vedute).

In altre parole è l’accettazione totale dell’altro che porta a un rapporto basato sulla lealtà e la fedeltà al di là di falsi e stereotipati comportamenti di pseudo-unità.

Se l’alleanza implica unire le forze comuni per un obiettivo o un ideale scelto insieme (il che paradossalmente non necessita obbligatoriamente di intimità con l’altro), la complicità deve necessariamente prevedere la capacità a vivere una relazione intima.

 La complicità di coppia è la meta più importante nel cammino tra due partner, ma per raggiungerla occorrono numerosi accomodamenti che sono le necessarie tappe per arrivare alla sintonia.

Numerosi uomini e donne spesso si innamorano di una fantasia piuttosto che della persona reale che sostengono di amare proprio per i bisogni, le aspirazioni, le ferite, i desideri nascosti.

 Il conoscersi è fondamentale proprio per non riversare sull'altro le proprie difficoltà relazionali, le proprie confusioni interne, le ansie accumulate nelle vicende affettive precedenti.

Conoscere il partner significa cominciare a cogliere la sua personalità e le sue peculiarità facendo attenzione a non cadere nelle generalizzazioni, nell'illusione di dare per scontato di accettarlo ed essere accettati a-criticamente.

L’intimità si costruisce attraverso il gioco proprio perché l’aspetto ludico aiuta a cogliere la curiosità, la creatività e la magia, intesa come capacità di lasciare aperta la porta sul fantasmatico e di permettere, almeno ogni tanto, al “bambino che è in noi” di partecipare alla vita di coppia.

Essere creativi significa riuscire a coinvolgere il partner nei nostri desideri segreti e vivere insieme momenti di regressione cosiddetta infantile per recuperare le nostre potenzialità nascoste. L'intimità relazionale è proprio la capacità di
condividere in modo privilegiato pensieri e fantasie con un'altra persona.

Una mancanza di complicità si ripercuote inevitabilmente anche in altre sfere esterne dal lavoro alla vita sociale; una volta “perduti i riferimenti” è come se la persona mancasse di coordinamento nelle sue attività.

La mancanza di complicità significa inevitabilmente “crisi” del rapporto, ma saper affrontare la crisi guardandola come momento di evoluzione, è l'indice più significativo di un’ alleanza esistente tra i due partner nonostante il momento difficile.

In fin dei conti, vivere la complicità con il partner è sentire la presenza dell’altro con tutta la sua diversità dentro di noi, con amore e con rispetto,riuscendo a rivestire il ruolo di chi parla e di chi ascolta arrivando ad un senso critico di se stesso.

Questo implica camminare sulla stessa strada verso una meta comune non rigorosamente determinata, ma modificabile sulla base delle rispettive esperienze e conoscenze che diventano “territorio di entrambi” come una sorta di patrimonio genetico condiviso con il meglio di sé.

 
 
 

Biagio Antonacci Pazzo

Post n°30 pubblicato il 13 Novembre 2009 da IntelligenteNONbasta

 
 
 

NON L'HO PAGATO EH!

Post n°29 pubblicato il 12 Novembre 2009 da IntelligenteNONbasta

Oggi un amico mi ha scritto:
Perchè "intelligente non basta". Sei anche bella, dolce, paziente, fine, femminile, gentile, mai volgare, ironica, sensuale, colta, appassionata alle tue cose, umile e spavalda nello stesso tempo. Nessun aggettivo è messo a caso...

Mi piace crederci!!!!

...E non chiamatemi presuntuosa....aahahhhaha
Grazie A.

 
 
 

AFFINITA' ELETTIVA E RAPPORTI EMPATICI

Post n°28 pubblicato il 12 Novembre 2009 da IntelligenteNONbasta

EMPATIA IN INTERNET

Invero l’ empatia è funzione cerebrale che non è solo prerogativa dell'uomo, ma che per l’uomo ha una forte componente epifenomenologica, non determinata solo da pulsioni istintuali, ma che viceversa le integra in modo da cogliere la volontà emergente dall'esperienza comunicativa vissuta, propria ed altrui, determinando relazioni di fiducia reciproca tra gli individui, che includono i livelli endopsichici e li riconducono ai livelli interpersonali, per concorrere a creare relazioni stabili e di successo.

E' evidente che,  l’empatizzare in Internet, sarebbe considerato del tutto impossibile da effettuarsi, dato che in relazione alla virtualità delle interazioni in rete, la condizione di vicinanza scompare.

Fortunatamente non è cosi, infatti solo e soltanto nel caso che le relazioni biochimiche dei messaggi neuronali, esercitate tra le zone cerebrali Talamiche  fossero cronicamente scisse,  allora l’ Empatia come fenomeno di "affinità elettiva" di ordine relazionale, sarebbe certamente e fortemente limitato, non solo in rete, ma anche anche in presenza di relazioni percettive di vicinato.

 

La "trasposizione empatizzante" nelle attivita’ interattive in Internet di un apprendimento di abilità empatiche, quale proprieta’ di uno sviluppo della Intelligenza emotiva, ottenibile dall’ esercizio interattivo della rete, sara’ quindi possibile qualora si rivaluti culturalmente e scientificamente il fenomeno della "empatia" come atto fondamentale della vita interiore, propria delle integrazioni cerebrali tra aspetti istintuali, emotivi e razionali della comunicazione interattiva.

Purtroppo siamo progressivamente diventati così perniciosamente attaccati ad una dimensione ovviamente pregiudiziale generata dal "dualismo cartesiano", per cui si accetta l’ incoerenza condizionante della possibilita’ inusuale di una netta separazione tra ciò che e dentro di noi e cio’ che e fuori di noi.

Tale riflessione, qui impostata per favorire l’ acquisizione di una concettualita’ innovativa tesa a stabilire relazioni di EMPATIA per INTERNET, e’ quindi decisiva proprio per attuare una prassi formativa coscienziosa, finalizzata principalmente ad evitare che, le modalita’ di informazione riducano le attivita’ creative di gestione cerebrale della ragione, al fine di plasmare le nostre menti, mantenendoci in una posizione passiva rispetto alla nostra capacità creativa di comunicazione interattiva.  

 
 
 

Elaborazioni della mente

Post n°27 pubblicato il 10 Novembre 2009 da IntelligenteNONbasta

 

 

UN CERVELLO SEXY

Confesso che sono molto corteggiata nella mia vita. Io però non ho mai corteggiato molto gli uomini. Non mi sono mai posta in modo maliardo.

Se li ho sedotti, l'ho fatto parlando con loro, discutendo. Impegnandomi intellettualmente più che fisicamente. Scatenando ugualmente grandi passioni, perchè l'intesa emotiva si traduce in erotismo sublimato, ma comunque carnale.

Esistono orgasmi cerebrali, che precedono quelli carnali e li rendono indimenticabili. Il vero orgasmo è quello cerebrale.

Un grande aiuto alla vita sessuale di coppia è fornito dalle fantasie, infatti come scrisse John Money, noto psicosessuologo americano, “ Il più potente organo sessuale? E’ la nostra testa”.

 E’ però importante che le fantasie vengano prima accettate da noi stessi e in seguito comunicate e condivise con il partner. Le fantasie sarebbero quindi l’equivalente delle spezie in cucina: se usate in modo giusto possono rendere “piccante” e ancora più stimolante la nostra vita sessuale.

 Da ciò emerge che far riscorso alle fantasie sessuali e dare spazio all’immaginario erotico è assolutamente normale e positivo, in quanto permette di esplorare, in forma innocua e sicura, le proprie sensazioni, pulsioni e desideri.

Insomma: il piacere è sinonimo di fantasia, la capacità e facoltà di erotizzarsi mentalmente rappresentano il substrato su cui nasce il desiderio; se a ciò si uniscono le componenti biologiche, le fantasie erotiche sono da considerarsi utili a stimolare il gioco erotico.

E’ stato provato che fantasticare rende gli uomini più estroversi, migliora la frequenza orgasmica e rende più disinibiti. Le donne che hanno fantasie sessuali sono meno condizionate da certe norme tradizionali, sono favorevoli ai rapporti anche durante il periodo mestruale e all’autoerotismo.

Per alcuni uomini le fantasie, o comunque le immagini eroticamente stimolanti, hanno un ruolo determinante : ciò e’ assolutamente normale e NON significa che non si stia bene con la propria partner.

Dire che l'intelletto e la fantasia debbono essere separati dal sesso, non è frammentare in modo innaturale le funzioni umane? Di solito si dice che il cervello è il più importante organo sessuale.

 Se una donna non prova l’orgasmo, probabilmente è dovuto alla sua mancanza di intelligenza emotiva. Attenzione, non parliamo di intelligenza nel senso letterale del termine (o al contrario di stupidità in caso essa sia scarsa), ma di intelligenza emotiva, cioè la capacità di dare libero sfogo alle proprie pulsioni, alla sensibilità e alle emozioni, non solo che si provano dentro sè stesse, ma di provarle attraverso gli altri.

Delle volte si dice che una persona è “fredda” perché manca proprio di intelligenza emotiva, cioè non riesce a mettersi nei panni degli altri, non riesce a percepire l’emozione che gli altri danno, e danno l’impressione di essere “insensibili”.

Secondo gli scienziati britannici che hanno effettuato questa ricerca, pare che le donne di questo tipo abbiamo maggiori difficoltà a provare l’orgasmo, che ne pensate?

 
 
 

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