Creato da IgnazioPilone il 08/05/2007
Fotogrammi di una vita, istantanee di un attimo, musiche, ricordi e pensieri nel cuore.

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Capitolo primo: La Luce.

Post n°430 pubblicato il 03 Luglio 2008 da IgnazioPilone

 

1) La luce

 

E’ stato quel raggio di luce a illuminarmi.

Ero inginocchiato, gli occhi socchiusi a riflettere sulle mie colpe e quel raggio limpido di sole, accecante richiamo del supremo, luce delle (o dalle ?) tenebre riuscita a perforare chissà come il plumbeo cielo di Sestriere, ha saettato, da quell’alta e angusta vetrata, rschiarandomi il viso.

E’ bastato poco meno di un nanosecondo per illuminarmi, quasi a voler sublimare il mio abbigliamento, il mio viso, il mio cuore.

Ho capito ed ho riconosciuto in quella luminosità onirica, il mio futuro.

E’ stato un segnale, semmai ne avessi ancora bisogno, che il cielo, e perché no, anche il sole erano dalla mia parte.

Chissà se i faraoni egiziani che erigevano le piramidi per dimostrare il loro potere e auto proclamarsi divinità dell’antico Egitto, erano, in prima persona, osservatori dei fenomeni solari?

Sicuramente avevano chi lo faceva per loro, sacerdoti o religiosi, asserviti nel bene o nel male al sistema, soprattutto a rassicurare le insicurezze dei loro padroni.

Invece per me, inaspettato quanto irreale, senza ricerca o alcun sacrificio divinatorio, arrivava dal cielo un segnale poderoso, limpido, nonché tempestivo.

Quel raggio di sole che di fatto mi ha trasformato, mi ha anche d’incanto immedesimato in Etienne Navarre, con la sola differenza che per lui l’”irraggiamento” avviene nel plenilunio e finalmente rende pace al suo percorso di vita, quindi non solo un illuminazione come fenomeno fisico ma soprattutto spirituale.

Sono sempre stato un patito cinefilo e, dovessi partire per un viaggio su un pianeta o su di un’isola sperduta, con la tassativa possibilità di portare appresso un solo film, la mia scelta ricadrebbe su Ladyhawke, che è appunto il mio film preferito.

 

Per chi non la conosce, la vicenda, forse è più adeguato definirla la fiaba, è ambientata in pieno medioevo, nel Duecento in una imprecisata contea del centro Europa.

Il piccolo ladro Phillipe Gaston, detto il Topo per la sua corporatura minuta, riesce a fuggire dalle prigioni del castello di Aguillon poco prima della sua esecuzione; durante la fuga dalla città rischia di venire nuovamente catturato dalle guardie del Vescovo ma in suo aiuto accorre l'ex capitano Etienne Navarre che, battendosi contro i suoi vecchi soldati, lo porta al sicuro

Per Phillipe non sarà facile capire che il suo oscuro salvatore è in realtà vittima di una maledizione, scagliata contro di lui e la sua amata, Isabeau d'Anjou, dal malvagio Vescovo.

Il corrotto prelato, invaghitosi della giovane, non sopportando l'idea di saperla felice insieme a Navarre, li ha condannati ad una vita infelice, senza la possibilità di incontrarsi: di giorno lei sarà lo splendido falco che Navarre cura e protegge, di notte lui sarà un feroce lupo grigio, docile solo alle carezze di Isabeau.

Ma Navarre non sopporta più la sorte che lo tormenta ormai da tempo e in Phillipe, riuscito a venir fuori dalle blindatissime prigioni del castello, egli vede l'unica possibilità di aiuto: vuole rientrare in città per uccidere il Vescovo, quindi togliersi la vita, sacrificando anche Isabeau.

In quel breve lasso di tempo in cui il silenzio sostituì i fragori dei fuochi, Isabeau si perse nei suoi pensieri, la mente vagava da un'immagine all'altra, ricordo dopo ricordo..
In mezzo a miriadi di emozioni silenziose, invisibili; ad un tratto lui..
Di nuovo lui..
Era da molto tempo che quel pensiero le ronzava in testa e più cercava di allontanarlo e più lo ritrovava, anche nelle situazioni più strane..
Da tempo non rivedeva il suo viso, da molti giorni non sentiva più la sua voce, non avrebbe mai pensato che una persona così apparentemente banale, ombrosa e schiva, potesse lasciare nel suo cuore, un vuoto così incolmabile, fin dall'inizio sapeva che innamorarsi di lui sarebbe stato un errore, eppure ci era finita dentro, suo malgrado, in un amore così grande e di un desiderio così forte, da sconquassare corpo e anima..
se solo avesse avuto il coraggio quel giorno, l'ultimo che lo vide, di dichiarare a lui i suoi "veri" sentimenti...

Ogni volta che la nostalgia le attanagliava il cuore, lei distoglieva il pensiero cercando di convincersi che l'amore tra due nature così diverse (lei umana e druida, lui mezz'elfo e mago) non sarebbe mai sbocciato, non poteva esserci comprensione in due universi così distanti, eppure lo amava immensamente, come mai nessuno prima..

In quell'attimo di silenzio, quasi perfetto, sulla collina, seduta al fianco di quel nuovo e inaspettato compagno di viaggio, il viso le si velò di lacrime silenziose anch'esse, ma dolorosissime..

                                                                                                           ( da IsAbeAu13)

 

Quando, in un agguato, il falco viene ferito, Phillipe chiede soccorso al vecchio eremita Imperius, un tempo monaco al castello e colpevole d'aver tradito con il Vescovo il segreto dei due amanti.
Imperius salva Isabeau e rivela al giovane di aver ricevuto, in sogno, una rivelazione: ben presto ci sarà l'opportunità di rompere la maledizione e far tornare normali i due innamorati, poiché ci sarà “un giorno senza la notte e una notte senza il giorno”, ma per farlo Navarre dovrà rinunciare al suo proposito di vendetta sul Vescovo.

Il monaco si mette in viaggio insieme ai tre per riuscire a convincere Navarre a desistere dal suo folle piano suicida e tentare l'unica strada che permetta a lui ed Isabeau di ritrovare insieme la felicità che meritano finché durante un'eclisse solare, il maleficio si dissolve.
Al di là della bellezza di
Michelle Pfeiffer, la storia è stata ambientata in tre castelli in Italia: La Rocca di Soncino(Cremona) La Rocca Calascio (Aquila), che con i suoi quasi 1500 metri di altitudine è il castello più alto d’Italia e fra i più elevati d'Europa, oltre che uno dei più antichi e Torrechiara (Parma) da cui è visibile il mitico albero solitario in cima alla collina.

Da questo film nasce una frase ché sempre più mi piace ricordare: “Sempre insieme, eternamente divisi...”

 

Da un punto di vista scientifico, l'intero sistema solare è nato dal Sole. La Luna, Marte, Giove, e tutti gli altri pianeti, inclusa la Terra, sono parti organiche del Sole. Pian piano, sulla Terra nacquero gli esseri viventi: dai microorganismi, alle piante all'uomo.

L'uomo è una parte organica della Terra, che a sua volta è una parte organica del Sole. È come una madre che abbia una figlia, che a sua volta abbia una figlia: in tutte e tre scorre lo stesso sangue, i loro corpi sono formati dalle stesse cellule.

Gli scienziati usano una parola per definire tutto questo: 'empatia', che significa 'sensibilità condivisa'; le cose nate dalla stessa fonte, hanno una sorta di esperienza interiore condivisa.

 
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