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IL CASO BRUNELLO.

Post n°11 pubblicato il 16 Giugno 2008 da jacksparrow85
Foto di jacksparrow85

Non c’era occasione migliore del congresso mondiale della vigna e del vino a Verona , per il ministro dell’Agricoltura  Luca  Zaia  per puntualizzare il blocco degli Stati Uniti al Brunello.

  "La vicenda Brunello e' tutt'altro che conclusa - ha detto Zaia - mercoledi' incontrero' l'ambasciatore degli Stati Uniti, Ronald Spogli e contiamo di affidare ad un comitato di saggi ogni decisione per sventare il blocco delle importazioni dall'Italia".
  Zaia quindi e' entrato nel merito della questione: "stiamo parlando - ha spiegato – di un ipotetico errato sull'uvaggio.
  Potrebbe essere questa l'irregolarita': se i produttori di Brunello si fossero adoperati prima per recepire gli uvaggi nei loro disciplinari, oggi sarebbero totalmente regolari".

Scandalo cominciato un paio di mesi fa , quando gli investigatori della Guardia di Finanza di Siena hanno scoperto una frode in commercio colossale, per cui il 30-40 per cento del carissimo vino prodotto nel 2003 (ma sotto la lente ci sono anche le annate dal 2004 al 2007) rischia di non poter fregiarsi né del marchio di Denominazione d'origine controllata e garantita né del nome 'Brunello'.
Le aziende coinvolte sono cinque, gli indagati più di 20. L'accusa dei magistrati è, per i cultori, una vera bestemmia: aver mischiato all'uva di qualità Sangiovese, l'unica ammessa dalle rigide regole del disciplinare, altre qualità di origine francese: dal Merlot al Cabernet Sauvignon, dal Petit Verdot al Syrah. Vitigni usati per produrre dal 10 al 20 per cento del prodotto finale. Il Brunello , infatti, per fregiarsi di questo marchio deve essere fatto solo dal Sangiovese. Le fiamme gialle hanno trovato nelle loro indagini veri e propri ricettari con i quali gli enologi preparavano gli shake di vini. I motivi di questa incredibile scoperta sono principalmente due: 1)la quantità di Sangiovese è insufficiente per coprire la richiesta sempre più in crescita ; 2) una questione di gusto , nel senso che una parte dei consumatori preferisce al gusto forte del vero Brunello DOC , una variante più morbida e leggera.
La portata di questa notizia è direttamente proporzionale alla fama del nostro prodotto , e cioè mondiale. Si spiegano così le prime reazioni dal mondo, in particolare dagli Stati Uniti che hanno proposto il blocco per l’esportazione. D’ora in poi il governo americano permetterà l’ingresso nel proprio paese solo di bottiglie accompagnate con “dichiarazione completa e accurata del contenuto verificata da analisi di laboratorio, o una dichiarazione del governo italiano a dimostrazione che il prodotto sia fatto con il 100% di uva sangiovese”.


I produttori del nostro vino , oltre ad un danno di immagine , devono far fronte ad una grave perdita economica: "In termini economici, è un danno fra i 20 e i 30 milioni di euro. Ma il danno di immagine è incalcolabile. Il timore è che altri paesi possano seguire gli Stati Uniti", ha detto a Reuters il direttore del consorzio del Brunello di Montalcino, Stefano Campatelli, spiegando che in Italia si producono 6,5 milioni di bottiglie l'anno di Brunello, di cui il 25% viene esportato negli Stati Uniti.
Il Ministro Zaia
ha dovuto creare un Comitato di Garanzia che dovrà coordinare e garantire le attività di controllo sul famoso vino italiano. Decisione presa dopo aver accolto le dimissioni di Francesco Cinzano Marone, presidente e consigliere del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, e dell’auto-sospensione di Luca Gattavecchi, presidente del Consorzio Vino Nobile di Montepulciano, ai quali comunque ha rivolto i suoi ringraziamenti per il lavoro svolto.
Il Comitato di Garanzia – istituito con un decreto unico nel suo genere – sarà composto da Riccardo Ricci Curbastro (presidente di Federdoc, la Federazione che associa tutti i consorzi di tutela del vino), Vasco Boatto (docente di Economia agraria all'Universita' di Padova e direttore del corso di Enologia dello stesso ateneo) e Fulvio Mattivi (responsabile del laboratorio di analisi dell'Istituto di San Michele all'Adige). Compito di questi esperti sarà quello di verificare la corrispondenza tra Piano dei Controlli e immissione del prodotto sul mercato e, nel caso di anomalie, di proporre alle autorità competenti interventi straordinari atti ad assicurare il pieno rispetto delle regole di produzione.


Una vicenda che presenterà necessariamente degli sviluppi , speriamo positivi , ma che ha di nuovo fatto parlare di noi in maniera non proprio positiva.

 
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