Il pensiero scomodo

Tutta un'altra storia?


La settimana scorsa si sono tenute le primarie regionali del Pd. Sono state lo specchio della sgangheratezza del principale partito di opposizione, che, per bocca di Rosy Bindi, affermava di non essere una delle concause che hanno portato a questa tremenda situazione di stallo. L’alternativa PD a Napoli: stesso posto, stessa gente La città del sole, del mare, della gente allegra. La città di Masaniello, della Pimentel Fonseca, di Galiani. La città di Totò, Eduardo e Troisi. La città del giudice Cantone e di Saviano. Uomini e donne illustri che a vario titolo, con la propria arte e levatura morale, hanno tentato di dare un respiro diverso ad una terra di confine, ad una terra di contraddizioni.Ed ancora una volta la Napoli di tutti è al centro di un ciclone il cui occhio è al cuore della legalità e della giustizia. Napoli e la Campania prototipi di ciò che, in modi e misure allargate, accade nell’Italia tutta. Ma a Napoli questo assume un significato più profondo e scandaloso. Da tempo si cerca nei diversi partiti e nelle più differenti proposte politiche un’alternativa forte e valida al PDL. Il PD cerca di arrancare una qualche controffensiva e ne rimane schiacciato. Da tempo si percepisce a livello nazionale un’assenza di confine tra chi comanda cosa e chi, e chi si oppone. E ciò in Campania assume i colori e i contorni delle vicende ultime di questi periodi a partire dagli agguati di camorra per finire al problema rifiuti. Parlare di alternativa a Napoli non significa soltanto cercare un’opposizione alla destra, bensì significa essere super partes, significa assumersi la responsabilità e l’onere di governare nel pieno rispetto della responsabilità. Significa proporre facce nuove, con vestiti immacolati, pronti a non scendere ai soliti e ormai noti compromessi.Il PD ha cercato proporre un candidato degno di tale nome per la nomina di Sindaco della città, chiamando a consulta il suo popolo di fedeli. Il risultato è quanto mai indegno, una vecchia e triste storia che si ripete.I cinque candidati alle primarie si sono proposti agli elettori come baluardi della legalità, come alternative serie e responsabili.Nicola Oddati, 46 anni, assessore uscente alla Cultura nella giunta Iervolino, si è autodefinito “un eretico che fa la politica per passione”. Umberto Ranieri, amico e consigliere storico di Giorgio Napolitano (all’epoca del Pci i due davano linfa e nerbo alla corrente migliorista), oggi responsabile nazionale Mezzogiorno del Pd, aveva detto: “Vi parlerò del futuro di Napoli, vi chiederò di collaborare a immaginarlo e realizzarlo, vi prometto rigore, passione, competenza”.Gino Sorbillo: 36 anni, professione pizzaiolo nonché titolare di un locale in zona Tribunali, aveva dichiarato: “Intendo dare il segnale di una Napoli che lavora e che contribuisce al destino positivo del centro storici”. Andrea Cozzolino e’ il recordman delle preferenze del Pd al Sud alle ultime elezioni europee: ben 136.859, con l’esplicito sostegno dell’allora Governatore Antonio Bassolino. “Occorre ricostruire – aveva detto – un rapporto tra la città e le istituzioni per ridurre le distanze. E’ indispensabile un processo di riconciliazione per affrontare le emergenze”. Libero Mancuso. vendoliano ex giudice che ha affrontato il processo della strage di Bologna, aveva affermato “Penso di poter essere la persona giusta per dare una svolta a Napoli. Ma so che non è facile”.Insomma promesse, proposte, impegni. Ed è stato tutto sconfermato già l’indomani delle elezioni: Napoli nel caso per presunti brogli elettorali. Elezioni che ha vinto Cozzolino. Da Roma Bersani gli chiede «un gesto di responsabilità, un atto di generosità che favorisca la ricerca di una candidatura che possa unire tutti in una battaglia vincente». Lui rilancia, davanti a una platea di quasi duemila sostenitori che si sono raccolti al Palapartenope, la tensostruttura da anni teatro di grandi manifestazioni politiche: «Andrò avanti, con la schiena dritta».  E ancora: «Farei un passo indietro solo se si candidassero Saviano o Cantone». Conclusione del teatrino: il segretario Pd, Pier Luigi Bersani, ha chiesto alla presidente dell’Assemblea nazionale del partito, Rosy Bindi, di sospendere l’assemblea nazionale dei democratici, prevista per il fine settimana a Napoli. Richiesta accolta dalla senatrice che annuncia: “La seduta sarà riconvocata nel mese di febbraio”.Da ogni dove si chiede di rifare le elezioni: è lo stesso Saviano che dalle pagine di Repubblica fa appello alla coscienza civica del PD, nel rispetto dell’elettorato stanco di vedere i propri diritti violanti nella maniera più indegna e ignobile. Si è parlato di voti pagati, di infiltrazioni della destra e della camorra.Sembra che la vita di Napoli sia segnato da un destino infausto, a cui forse la vera alternativa sarebbe davvero il giudice Cantone. Tuttavia Napoli è solo la cartina di tornasole di ciò che sta accadendo nel nostro Paese con pagamenti presunti o veri, brogli elettorali o elezioni suggestionate.Ma forse un giudice è proprio un’alternativa davvero troppo altra per poter essere accettata persino dall’opposizione e dai cittadini.Carolina Cimmino