Il pensiero scomodo

Gli intoccabili.


Questa settimana è stata bella densa di avvenimenti. Mentre la politica estera si è incentrata sugli sviluppi del caos libico, la politica interna ha toccato più punti.La settimana scorsa s'era chiusa con le sparate di Berlusconi sulla scuola pubblica, ovviamente il giorno successivo immediatamente ridimensionate. Cioè, sia chiaro, non è nè la prima volta, nè l'ultima, in cui se ne esce con un mucchio di minchiate senza senso. Però è significativa la platea a cui si rivolgeva: esponenti del mondo cattolico.Il modo di porsi agli interlocutori di Berlusconi è chiaro un pò a tutti: sarebbe capace di maledire Satana davanti a Dio, rinnegare Dio di fronte a Satana, dire ai commercianti milanesi "stasera battiamo il sud" e ai membri del Pdl siciliano "siamo l'unico governo che lavora per il sud". Lui può mettere la famiglia al primo posto e divorziare, sputtanando la sua ex moglie, a causa dei festini, forse con minorenni annesse (il forse è un pò come il "non è vero, non ci credo..." di Benigni...).Però questa volta le cose sono state un pò più complesse: l'attacco pubblico alla scuola pubblica (perdonate il gioco di parole) rientra nell'ottica delle concessioni che Berlusconi ha fatto, e sta facendo, al mondo della chiesa cattolica, in cambio di un bel paio di occhi chiusi sulle sue vicende personali (a partire dalla famosa bestemmia contestualizzata). In un sol colpo, sia Berlusconi che la chiesa cattolica si stanno coprendo di vergogna in maniera palese. E se almeno Berlusconi non è tenuto a rispettare certi valori, la chiesa cattolica continua a propinarceli...Una delle cose che mi viene in mente sono le dimissioni a mezzo stampa di Bondi, Ministro dei Beni culturali. Questa notizia mi ha procurato enorme fastidio. Sia per i modi, sia per il motivo. Ricapitolando: Bondi ha ottenuto la fiducia in seguito ai fatti di Pompei, grazie alla risicata maggioranza attuale e alle defezioni dell'opposizione; poi ha cominciato a disertare il suo ufficio, continuando a non fare nulla, però da casa (perchè non è che avesse fatto chissà che nel suo ufficio...); poi è stato oggetto di attacco da parte dei lanciatori di fango del Giornale (povero Indro Montanelli, chissà quante volte si sarà rivoltato nella sua tomba...), stranamente diretti ad un membro della maggioranza; poi ha deciso di dimettersi, nella gioia un pò di tutti, tra maggioranza ed opposizione.Fermo restando il fatto che non possiamo che essere d'accordo con la sua scelta (da mesi gli sputiamo veleno da questo blog), ma è questo il modo? Disertare il tuo ufficio? Intascare stipendi per non fare nulla? E poi abbandonare così, come fosse niente?Noi sappiamo che la sua gestione dei Beni culturali è stata pessima (non solo per Pompei, ma anche per le vicende legate a Draquila, per i disaccordi col mondo del cinema...). E sappiamo benissimo che la sua figura (di Bondi) evoca solo inettitudine, pochezza. E lo sanno anche i suoi ormai ex colleghi. Lui è il solo a non essersene accorto. Che vada a scrivere poesie, almeno le sue cagate se le sorbirà chi continua a frequentarlo...Questa settimana è stato anche approvato quello che la Lega continua a chiamare federalismo fiscale. Dopo la querelle con Napolitano, il governo ha fatto le cose perbene, chiamando in causa (bontà loro) anche la Camera. Le perplessità su di una legge che avrà l'unico merito di essere il cavallo di battaglia della Lega alle prossime elezioni, e che probabilmente causerà l'aumento indiscriminato delle tasse comunali, restano forti più che mai. Il tempo sarà galantuomo.Dall'altro lato, il Pd ha raccolto 10 milioni di firme per le dimissioni di Berlusconi. Bah. Non è che ci volesse un mago per capire che il popolo non lo sopporta più. Ma, raccogliere le firme, a cosa serve? Mettiamo che i 10 milioni di firme sono vere, cosa peraltro poco probabile. Ma mettiamo che sia così. Bersani che farebbe? Provate ad immaginare un ipotetico dialogo tra Bersani e Berlusconi a proposito di queste firme: "Qui ci sono 10 milioni di firme: che fai, ti dimetti?". E allora Berlusconi: "Certo. Ho quattro processi in corso, stiamo lavorando a tutta birra per crearmi uno scudo e, adesso che mi porti queste firme, io mi dimetto per lasciare il paese in mano al popolo?" E allora Bersani. "L'idea era questa..." E allora Berlusconi: "Sti cazzi." Quindi Bersani: "Ah. Ok."E' bravo Bersani, che continua a parlare di famigerati piani per l'Italia, senza aver capito che ormai le regole del gioco sono quelle di Berlusconi ed un candidato premier è necessario. Cioè, il suo ragionamento fila: noi abbiamo un programma, poi che sia Tizio, Caio o Sempronio a governare il problema non si pone. La gente dovrebbe votare il programma. Queste sarebbero parole sante, in un paese normale. Ma, appunto, in un paese normale, non in Italia. Nell'era berlusconiana, ormai giunta alle idi, per distruggerlo definitivamente, occorre un cavallo su cui puntare. E per vincere, non per partecipare. Perchè una sconfitta avrebbe delle proprzioni immani. Con il Quirinale in gioco...Scrivendo del Pd m'è balzato nella testa il nome di Tedesco. Tedesco è un imprenditore pugliese che aveva un conflitto di interessi in Puglia, dove era assessore alla Sanità e proprietario di una ditta di prodotti ortopedici. Un Berlusconi in miniatura. Fatto sta che è stato indagato per una serie di reati più o meno gravi. Il Pd, anzichè mandarlo via a calci nel culo, per proteggerlo, lo ha portato in Parlamento. A quel punto, le indagini sono proseguite ma, in settimana, si è arrivati al momento in cui la magistratura ha chiesto l'autorizzazione a procedere nei confronti di Tedesco. Travaglio ha sintetizzato la faccenda egregiamente: adesso, se il Pd vota a favore dell'autorizzazione, ammette l'errore di averlo portato in Parlamento; se non autorizza a procedere, si pone sullo stesso piano del Pdl, alla ricerca estrema di una difesa per il premier, impedendogli il processo. A prescindere da come andranno le cose, hanno già perso. Come spesso accade da un pò di tempo a questa parte.Travaglio ha chiuso il suo editoriale ad Annozero citando Montanelli, schietto nel definire l'opposizione inesistente il vero problema del paese, di cui Berlusconi è il sintomo.Io vorrei chiudere raccontando del Pdl, che ha già deciso di votare contro l'autorizzazione a procedere nei confronti di Tedesco: è un'abile mossa politica per stanare il Pd e capire quanto vogliono essere giustizialisti con un proprio membro o è, più semplicemente, l'ennesima autodifesa di una casta che a parole si odia e, in fondo, non fa che difendersi e autoriprodursi?Gustavo Marigliano