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Post n°42 pubblicato il 25 Febbraio 2011 da ilpensieroscomodo
Nella settimana segnata dalla crisi libica, il governo non sfrutta la situazione. Non si può che analizzare i fatti di questa settimana partendo da ciò che sta succendendo in Libia. Dopo Ben Alì e Mubarak, anche Gheddafi è sotto assedio: difficilmente riuscirà a resistere ancora a lungo. Certo, la ventata di proteste che soffia nei paesi affacciati nel Mediterraneo si è propagata in maniera rapida, ma in Libia sta accadendo qualcosa di diverso. Se Ben Alì e Mubarak, più o meno, si sono fatti da parte, Gheddafi non ne vuole sapere. E, a differenza dei primi due, è partito al contrattacco. Si dice che siano migliaia i morti ammazzati da membri dell'esercito (pochi) e mercenari provenienti dal cuore dell'Africa nera (molti di più). Un vero e proprio crimine contro l'umanità. Qualcosa di assurdo. Televisioni e giornali non hanno fatto altro che sviscerare tutte le tematiche legate al dittatore. L'Italia, più di altri paesi, è legata a doppio filo con la Libia, sua ex colonia, sostanzialmente per due motivi: economico, a causa dell'approvvigionamento di gas e petrolio e sociale, a causa del problema immigrati. E' inutile essere ipocriti: da sempre i nostri governi hanno tollerato questo tipo di regime per favorire i rapporti tra i due paesi. Si è detto di Enrico Mattei, lo hanno fatto i vari governi democristiani (qualcuno dei berluscones continua ad accusare il famigerato governo di centro-sinistra, riferendosi al calderone in cui democrazia cristiana e socialisti facevano parte del famoso pentapartito, con altri minori. In realtà quel pentapartito veniva chiamato così perchè vi faceva parte anche il partito socialista, non perchè fosse di sinistra. La sinistra, allora, era il partito comunista e non è mai stata al governo. Mai.), poi lo han fatto Prodi e D'Alema. Ed anche Berlusconi. Nulla da eccepire, non si può entrare nel merito di decisioni prese a tutela della nostra economia. Ma, ovviamente, c'è modo e modo per mostrarsi solidali con un regime. E, come al solito, Berlusconi ha esagerato. Col baciamano, l'accoglienza eccezionale, con tanto di amazzoni e cavalli berberi in esibizione. E poi quel cosidetto "Trattato di amicizia" in cui Berlusconi ha elargito 5 miliardi di euro (soldi pubblici, non suoi) come risarcimento del periodo coloniale e in cambio dell'aiuto a frenare l'immigrazione clandestina. Cioè, per inciso, anche gli americano hanno appoggiato un regime dittatoriale per un proprio tornaconto personale (Mubarak ad esempio), ma con un certo contegno. E poi, alla luce dei problemi sorti, nessuno s'è mai preoccupato di "non disturbare" il leader egiziano. Al contrario, gli è stato chiesto di farsi da parte. Ma, ormai è chiaro, non c'è limite alla vergogna che può generare una simile classe politica. Si è scritto della distrazione. Beh, tutto questo ha, per qualche giorno, spostato l'attenzione da quello che è accaduto riguardo la politica interna. Questa settimana Napolitano ha esortato nuovamente il governo ha restare nei limiti della Costituzione, riguardo ai comportamenti istituzionali. Il Presidente della Repubblica s'è riferito essenzialmente all'approvazione del decreto milleproroghe, fatta senza interpellare il parlamento. L'ennesimo chiaro esempio di utilizzo sul filo del rasoio degli strumenti istituzionali a disposizione per governare. Un insulto alla Costituzione stessa, proprio in una situazione di profonda confusione parlamentare. Poi il decreto è stato approvato alla camera, probabilmente domani anche al senato, ma il tentativo di mostrare i muscoli del governo resta. Con l'ennesima figuraccia istituzionale. Intanto Fli, continua a perdere pezzi. La diaspora non è finita, molti parlamentari si stanno spostando al gruppo misto. Ormai tutti pensano solo a non far finire questa legislatura. A tutti i costi. Non ci sono parole per descrivere la situazione senza apparire faziosi. Però le cose stanno in questo modo, c'è poco da fare. Di seguito riporto, in soldoni, cosa cambia con l'approvazione del decreto milleproroghe, cui manca solo l'approvazione del senato: Salta Consob, Campidoglio, cambia incroci stampa-tv. Tagliola alla Camera. L'ultima modifica arrivata riguarda il divieto di incrocio stampa-tv: nella prima versione slittava al 31 dicembre 2012, ma il termine è stato riportato al 31 marzo prossimo. Salta anche la possibilità del Campidoglio di aumentare il numero di assessori. Stop all'assunzione per Provincia e la normativa per la riorganizzazione della Consob; via il 'salvamento' acquatico e la norma sugli immobili acquisti a seguito di esproprio per Roma. Salta la proroga della Presidenza dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici e la proroga delle concessioni dei contratti nella zona dell' Etna. Sull'anatocismo: si faranno salve le somme già versate. Non la commento nemmeno, ognuno faccia le sue considerazioni sul governo del "fare" e del "meno tasse per tutti". Gustavo Marigliano |
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