Creato da famigliaventuri2006 il 11/11/2006
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Auguri di buon anno.. alle urne, pero'!

Post n°37 pubblicato il 24 Gennaio 2008 da famigliaventuri2006
 

No, ragazzi.. non e' possibile tenere un blog se uno ha una vita vera.. specialmente con la pittaforma web di libero che sotto linux e' lentissima, per postare..
non sapete se esistono meccanismi per postare via email? o in maniera "batch" con un programma per computer, cosi' uno edita con cura il suo post e poi manda tutto su quando e' pronto?
mah..

La domanda di oggi e':
ce la fara' il governo?
Beh', io spero che si vada alle urne.
In ogni caso ho più fiducia nei cittadini, qualunque sia la legge elettorale.
Ciao
Andrea

 
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l'annozero dell'informazione in italia

Post n°36 pubblicato il 09 Novembre 2007 da famigliaventuri2006
 
Foto di famigliaventuri2006

ieri ho assistito ad Annozero, la trasmissione di Santoro e devo dire che partire con un "dibattito" sullo stato dell'informazione in Italia sulle ceneri ancor calde di Biagi sicuramente non e' stato un fatto sorprendente.
Tuttavia un paio di considerazioni mi saltano in mente: la prima e' la totale indifferenza manifestata dai presenti sul fatto che internet non rappresenta solo un nuovo mezzo trasmissivo per il vecchio modello di trasmissione unidirezionale, quanto l'unica possibilita' oggi per rappresentare veramente il pluralismo di opinioni che ogni persona che ha (sviluppato) una coscienza critica puo' e deve condividere e maturare nella societa' civile di cui si fregia di fare parte.
Quindi non e' tanto il Grillo che usa internet la novita' in quanto si configura anche qui un modello sufficientemente unidirezionale di comunicazione (benche' sia giusto considerarlo un catalizzatore che da voce a chi forse non ha maturato la consapevolezza delle sue opinioni, per vari motivi, e quindi si aggrega e prende a prestito lo "stile" di grillo.. ma questa e' un'altra storia ed un altro problema di questo sventurato paese!), ma la novita' (il cambio di passo..) e' l'internet dei mille blog collegati più o meno in rete che sviluppano lentamente un percorso di critica ragionata, di consapevolezza, di diffusione (sempre piu') capillare di notizie e punti di vista che altrimenti sarebbero soffocati dai media tradizionali che sono oramai sclerotizzati a difesa delle posizioni di potere di chi li paga.

Tra parentesi, il senso della direzione che internet oggi ha preso, almeno in italia, lo da' una notizia che non ho notato ripresa e commentata da molte parti, che la Rai da settembre 2007 si collega direttamente al Mix, il nodo di scambio della internet italiana grazie alle politiche "piu' aperte" di adesione del Mix stesso.
Ora da questa posizione privilegiata Rai potra' diffondere i suoi contenuti sugli utenti internet italiani (IPTV?), ma mi chiedo anche: "sara' veramente concesso a tutti, vecchi e nuovi produttori di contenuti, con o senza licenza, di attaccarsi al mix per diffondere meglio su internet i propri contenuti, o non rappresenta, questo, un ulteriore passo verso la distinzione tra produttori e consumatori di contenuti?"
Non e' questa una palese violazione del principio di net neutrality di cui tanti parlano in questi giorni?
Dove sono i documenti pubblici che descrivono le "nuove e piu' aperte" politiche del Mix per capire come ci si puo' interconnettere? mah..

Un altro punto da evidenziare sullo stato dell'informazione, sempre a partire da Annozero di ieri 8 novembre, riguarda la percentuale di spazio che oggi come oggi viene dedicata alla cronaca nera.
Non si puo' che convenire che e' la scelta "consapevole" dei responsabili dei mezzi di informazione che vogliono, con questo metodo, occupare spazi trasmissivi e attenzione degli spettatori perche' non sia possibile per questi ultimi venire a conoscenza e riflettere su ben altre notizie tra cui la situazione giudiziaria incompatibile di parte importante dell'establishment di questo paese come quel banchiere che, pur essendo sempre piu' malfamato,  sempre piu' si innalza in posizioni di responsabilita' e di potere!
In riferimento al manifesto fraintendimento del diritto di cronaca, devo ricordare quello, che nella mia esperienza personale (siamo o no in un blog..), ha rappresentato il punto di svolta in negativo della informazione televisiva. L'evento che ha sostanzialmente segnato indelebilmente, durante la mia adolescenza, il rifiuto di questa televisione scandalistica e becera.
Si tratta della "tragedia" di V_e_r_m_i_c_i_n_o, 1981 ricordate?, e della "diretta" spettacolo che la Rai porto' avanti per ore e giorni speculando, anche e solo inutilmente, sulle spalle di persone che soffrivano per un accidente capitatogli.
Da li' in poi, secondo me, e' stata sempre tutta discesa..
Non metto neanche un link e volontariamente provo a "offuscare" il nome, perche' mi rifiuto in questo senso di lasciare che internet ne generi l'inevitabile amplificazione.

Detto questo, detto tutto..

Ciao
Andrea

 
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spremere soldi dalle rape!

Post n°35 pubblicato il 28 Ottobre 2007 da famigliaventuri2006
 
Foto di famigliaventuri2006

sembra che stavolta la Giustizia, in italia, abbia fatto il suo corso.

ovviamente si tratta di quella minore ma non per questo meno importante, secondo me.
Un Giudice di Pace (di Firenze) ha condannato HP al rimborso del software non voluto e preinstallato (con licenza "sconosciuta" all'utente), ovviamente si tratta di software Microsoft, perfettamente rimpiazzabile con una qualunque moderna distribuzione GNU/Linux, come Ubuntu o Debian..

Quindi non è tanto una questione di 140 EUR quanto il ribadire che un conto è l'hardware, un conto è il software che sono elementi separati e rimpiazzabili (per fortuna, il software, almeno oggi!)

Da notare, anzi, che il Giudice di Pace, nella sentenza, a maggior ragione per il consumatore, afferma che in Francia, HP propone anche il portatile senza sistema operativo installato, mentre in Italia no!

Vorrei quindi ringraziare ADUC che ha intrapreso la tutela legale di questo "consumatore" e che, anzi, prestampa un modulo per la richiesta di rimborso (acc. purtroppo non devo comprare PC in breve tempo..).
Certo mi piacerebbe sapere se una sentenza di Giudice di Pace rappresenta un precedente "forte" per il sistema legale italiano.
Se così fosse siamo davanti ad un potenziale sblocco di questo oligopolio. e per questo è importante divulgarla in maniera capillare, per cercare di far crescere un movimento più ampio..

D'altro canto questa notizia è già stata ripresa dal Corriere della Sera e persino da Slashdot ! (povero server Aduc!)

Per altro questa "riduzione" trasforma certi "bundle" recenti in affaroni da non perdere: un PC portatile recente con Vista (che sicuramente oggi è incentivato direttamente da MS per "spingerlo" in gola all'utente) viene sui 500 EUR (vedi Dell..), se gli togliete 100EUR di "stima" di valore dell'OS preinstallato che non volete, potrebbe diventare anche 400 EUR. meno di così cosa volete!!

Fatemi sapere se ne leggete altre, di notizie del genere.

Ciao

Andrea

 
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arridatece Mario Monti, a combattere i monopoli!

Post n°34 pubblicato il 27 Ottobre 2007 da famigliaventuri2006
 
Foto di famigliaventuri2006

io non vorrei sembrare monocorde, ma leggere l'interpretazione MOLTO NEGATIVA che un noto centro sulle liberta' del software da' sulla recente "vittoria" del commissario antitrust Kroes contro la nota fabbrica di software di Redmond (che ha detto non si appellera' e questo e' ben sospetto..) mi fa scendere, come spesso capita, la catena.

Ovvio son cose solo e sempre piu' da avvocati, e anche noi, del campo del software libero, ce li abbiamo, ovviamente col blog e tutto il resto, ma dal resoconto si evince da Carlo Piana una versione non negativa del risultato.

Non so cosa pensare e a chi credere. Si vedra' nel seguito..
So solo che chi lavora con e per il software libero per passione continuera'.
Chi invece, investe, vuole o vorrebbe investire nel software libero come mezzo per la prosperita' economica (chiamatelo profitto) avra' qualche dubbio e qualche resistenza in più (son costi nascosti..)

Alla fine, se ci sara' questo "fork" tra integralisti del software libero (quelli che auspicano un mondo ideale dove il profitto è bandito..) e "i commercianti del tempio" che valutano tutto e tutti solo in base al ROI garantito, saranno entrambi contenti.. ma è solo "la profezia che si autoavvera", quella che fotte il cambiamento.. "lose - lose" al 100%

scusatemi la parola forte!

dobbiamo stare uniti verso il progresso.

ciao

andrea

Chissà come sarebbe andata se in campo c'era Mario Monti? che alla Reuter dicano che s'è pagata lei la cena con Ballmer fa impressione.

 
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L'economia della cultura e del divertimento ai tempi del digitale

Post n°33 pubblicato il 27 Ottobre 2007 da famigliaventuri2006
 
Foto di famigliaventuri2006

Eccovi la mia opinione sull'economia della creativita' e della cultura. Parto un po' alla lontana perché è un tema assai intricato, anche senza voler metter dentro tutti i dettagli del legalese (che, se possibile, complicano ancora..)

E' un business che fa gola a molti perchè all'origine dei tempi, per portare la voce dei "creativi" ai fruitori, si infilava(per necessita' data dalla tecnologia dell'epoca..) una bella risma di personaggi.
case di produzione, distributori, dettaglianti
poi, infine i fruitori.
Di recente sempre piu' cultura e intrattenimento hanno potuto essere veicolate digitalmente. Questo ha comportato vantaggi e svantaggi al vecchio sistema nel suo complesso.

Da una parte il vantaggio e' stato che questa trasformazione digitale ha permesso ai contenuti di "scalare" come volume in maniera virtualmente infinita. pensate cosa avrebbe significato produrre tanti dischi in vinile o tanti CD o tanti libri quanti sono quelli che "virtualmente" abbiamo adesso nelle nostre disponibilità elettroniche.

Inoltre far viaggiare i bit invece degli atomi come ha già efficamente illustrato Nicolas Negroponte (quello buono..) in Being Digital oltre dieci anni fa, ha l'indubbio vantaggio di portare i contenuti dovunque, anche qui con scarsi impatti ambientali.
Il nostro povero pianeta non ce l'avrebbe fatta a tollerare tutto questo content prodotto e distribuito in forma atomica.

Il lato "negativo" (per i pochi fortunati che controllano la distribuzione)  di questa digitalizzazione è che il modello dei contenuti così come è stato concepito, a "peso" e calato dall'alto, non funziona più.

Ora che c'è l'alternativa "pratica" di duplicare a costo zero (o marginale) un bene digitale (NB senza nulla togliere alla disponibilità del bene in origine!), il prezzo non lo fa più il venditore che vende ma il compratore che acquista in base alla sua sensibilità. Se si supera una soglia scatta "il piano B(ittorrent)".

E' ovvio che sto semplificando molto, anche in questo ecommerce ci sono "corner case" legati ad elementi esterni come la facilità all'accesso al bene, etc.

Sembra strano da capire? no.. certo è diverso da come andavano le cose prima..

La prima dimostrazione chiara viene dal grande successo dell'album dei RadioHead In Rainbow, che vi incentivo ad andare ad acquistare on-line col giusto prezzo delle vostre possibilità e della vostra stima della musica del gruppo . ma anche se non vi piacesse, suggeritelo a terzi perché qui stiamo parlando di incentivare un processo di trasformazione del business, verso una maggiore efficienza, verso una maggiore sostenibilità,  che a i pochi che profittavano del precedente non sta bene.

Per questo lottano come titani contro il P2P.. anche se le statistiche dei principali provider che evidenziano che bittorrent e emule superano il 70% del traffico internet, ed il ciò dimostra ancora che il loro approccio e' perdente in partenza.

Come diceva Churchill, se in una stanza c'e' un cartello "vietato fumare" ed in una riunione uno fuma, lo multano, se fumano in 10, gli chiedono di andare fuori, se fumano in 50 si toglie semplicemente il cartello!

PS io sono contro il fumo e "metterei al palo" i fumatori in locali chiusi, pertanto il fatto che usi proprio questa metafora dimostra quanto mi sembri efficace!!

Purtroppo i segnali che indicano un orientamento più progressista degli attuali padroni del vapore, latitano.

Faccio un esempio (che poi è quello che ha scatenato questo post..): da anni, sono state scritte le licenze Creative Commons, al fine di creare un "framework" dove si potesse fare un commercio più giusto tra creatori e fruitori (e tenendo bene a mente che sempre più spesso questi due ruoli sono presenti nella stessa persona!)

Quindi ribadisco, le Creative Commons, ci sono e sono "adatte" anche allo sfruttamento economico della creazione artistica.

Bene; è di oggi la notizia che è in atto un progetto pilota di valutazione di queste licenze, allo scopo di dare "legalità" al "fair use" (quella cosa per cui se detieni un disco in vinile di un opera, potresti anche farti una copia su CD per l'automobile senza sentirti un delinquente..)

Ma il fair use è un diritto basilare di chi compra un bene che ci potrà fare quello che caspita vuole! ci vogliono altri studi ed altre leggi per ribadirlo?

E' ovvio, secondo me, che quello che vogliono ottenere è soltanto confondere le acque, far finta di non capire che è il modello economico che va "rivisto" e che loro stanno solo frenando l'innovazione e la creatività (che invece era lo spirito della legge che ha introdotto il copyright, se non sbaglio..)

Questa per fortuna è una battaglia che è già stata sostanzialmente vinta nel mondo del software da Stallman (Gnu project)  e con Linux e co.  quindi possiamo sentirci abbastanza tranquilli che procederà anche in altri comparti come questo. Ovviamente "bottom up"..

Un consiglio?  Abbracciate il cambiamento!

Ciao

Andrea

 
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