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HO FERMATO LE PAROLE, E LE HO LETTE

Post n°2 pubblicato il 25 Ottobre 2009 da clood65

Questo è l’articolo di Mario Giordano, apparso oggi su Libero il giornale diretto da Belpietro 

Scrive Mario Giordano

 

“Il direttore  Belpietro citava ieri nel suo editoriale il bel libro di Stefano Livadiotti, inviato dell’”Espresso”, giornale di De Benedetti, non propriamente sospettabile di berlusconismo. Me lo sono riletto in un paio d’ore. C’è di tutto. Per celebrare un processo civile, tanto per cominciare, in Italia ci vuole più tempo di quello impiegato in Gabon o a Sao Tomé e Principe. Facciamo meglio soltanto del Congo: bella consolazione. In Sicilia, pensate, una causa su alcuni terreni si è conclusa dopo 192 anni: era iniziata ai tempi del congresso di Vienna, è finita ai nostri giorni. E a Roma, per non farsi mancare nulla, si sono tenute ben 70 udienze di un processo penale con un defunto per imputato. E poi dicono che le risorse sono ridotte al lumicino...

A ogni inizio di anno giudiziario (rito costoso e inutile: da abolire), si certifica ufficialmente la bancarotta del sistema. “La giustizia è morta”, si sancisce con tanto di parrucconi e ermellini schierati. Bene: in qualsiasi azienda i responsabili di una simile bancarotta sarebbero già finiti davanti al tribunale fallimentare. O almeno a pettinare le bambole. Invece i magistrati no, al contrario: todos caballeros, tutti premiati. I magistrati vivono nell’Eldorado dello stipendio d’oro, dello scatto automatico, avanzamento garantito e privilegio incorporato. Hanno le paghe più alte d’Europa, pensioni d’oro e 51 (proprio così: 51) giorni di ferie l’anno. Dopo 28 anni di lavoro (lavoro, si fa per dire...), cascasse il mondo, tutti raggiungono lo status di magistrato di Cassazione. Tutti, ma proprio tutti: anche il giudice più scarso, anche quello che è stato sempre nel più sperduto paesino di provincia a occuparsi di furti di pecore e sconfinamenti di capre sui pascoli altrui. Magistrato di Cassazione pure lui, all’onor caprino. Ma vi rendete conto? Il 67 per cento dei togati ha un ruolo superiore alle mansioni svolte. E gli esami per l’avanzamento di carriera registrano il record mondiale dei promossi: 99,6 per cento del totale. Per farsi bocciare non basta nemmeno sputare in faccia all’esaminatore e contemporaneamente insultare la sua mamma...

Che ci volete fare? La giustizia (giustizia, si fa per dire...) funziona così: chi sbaglia non paga mai. La sezione disciplinare del Csm è una succursale di una barzelletta. Le possibilità di incappare in una sanzione sono pari al 2,1 per cento. In otto anni i magistrati che hanno perso la poltrona sono stati lo 0,065 per cento del totale. Con sentenze di assoluzione, a volte, davvero grottesche: un pubblico ministero, per esempio, è stato perdonato perché “non sapeva ciò che andava dicendo”. E due magistrati che hanno lasciato a marcire 1040 faldoni nel sottoscala e 63 persone in galera per pura dimenticanza non sono stati condannati perché nella loro “notevolissima mole di lavoro”, dice la sentenza, il numero dei faldoni dimenticati e delle scarcerazioni non effettuate è “marginale”. Marginale? Capite? 63 persone dimenticate in carcere e oltre mille faldoni sono “marginali”...

In compenso, forse per farsi perdonare gli innocenti che dimenticano in carcere, le toghe si rifanno scarcerando con una certa frequenza boss e criminali incalliti. Lo scorso aprile 21 esponenti di un pericoloso clan barese sono stati liberati perché il magistrato si era dimenticato di depositare in tempo le motivazioni delle sentenze. Particolare curioso: si trattava di un magistrato appena promosso con un solenne encomio per la sua “elevata laboriosità”. Del resto il suo collega del tribunale di Gela, quello che ha dimenticato per otto anni di scrivere le motivazioni di una sentenza, lasciando in libertà un bel gruppetto di mafiosi, è stato premiato con il trasferimento al prestigioso ufficio di Milano. Dove si è subito distinto: ha mandato agli arresti domiciliari un marocchino accusato di stuprare i bambini. E quello, naturalmente, è sparito nel nulla.

Risultato? Il marocchino forse avrà ripreso a stuprare i bambini, ma questi stanno stuprando la giustizia. E non rispondono di nulla. Mai. Un procuratore capo cui è stata contestata l’omessa registrazione di 85.938 atti e di 28.235 notizie di reato, la mancata esecuzione di 573 pene detentive e la prescrizione di varie pene pecuniarie è stato assolto perché sì, poverino, non è riuscito a fare nulla di quello che doveva, ma bisogna capirlo “a causa della situazione d’emergenza del suo ufficio”. Ottantaseimila volte distratto, capite? A causa della situazione d’emergenza... E come ci ha spiegato Filippo Facci ieri noi non possiamo nemmeno sapere il nome: né il suo né di chi a differenza sua viene sanzionato in quei rarissimi casi in cui il Csm si sveglia dal torpore assolutorio. Ma vi pare giusto? Perché qualsiasi lavoratore del mondo se sbaglia paga, perché qualsiasi cittadino se sbaglia finisce sui giornali, e il magistrato invece no? In Italia la vera rivoluzione sarebbe una legge uguale per tutti, diceva Flaiano. Chissà perché, invece, la legge può essere diversa solo per chi veste la toga. Tanto per dire: un ex parlamentare che accusato ingiustamente di essere colluso con la mafia ha avuto come risarcimento 8 lire per ogni copia del giornale che ospitava l’articolo. Una signore giudice accusata ingiustamente di essere allergica alla saponetta, fatto sgradevole ma meno grave (parrebbe), s’è vista assegnare 340 lire per ogni copia del giornale che ospitava l’articolo. 42 volte di più. “I magistrati, insomma”, conclude Livadiotti del debenettiano Espresso, “sono più uguali degli altri”. Facciamoli smettere.

 

Ho voluto partire da questo articolo per far osservare come gli stessi autori sono certi che noi lettori non leggiamo ciò che scrivono, altrimenti non mi spiego come mai in tutto quello che il sig. Mario Giordano  ha scritto se la sia presa con i Giudici.

I processi sono lunghi quasi esclusivamente per i cosi detti “cavilli giuridici” oppure per mancanza di organico.

Il sig Mario Giordano infatti parla di Magistrati, di Pubblici Ministeri che dio mio di errori ne fanno eccome e certamente andrebbero responsabilizzati, ma in questo i Giudici, cosa centrano??

E ancora

Parla nel suo articolo Mario Giordano di un Procuratore Capo (Non è un Giuduce) fra l’altro sanzionato eccome dal csm

Certo poi nel suo articolo il sig Mario Giordano racconta delle 21 scarcerazioni avvenute lo scorso aprile perché il magistrato, si dimenticò di depositare in tempo le motivazioni della sentenza. Oppure del suo collega di Gela che dimentica di scrivere la sentenza dopo di che immediatamente viene premiato con il trasferimento a milano ad occuparsi di cose (secondo me per qualsiasi Giudice molto meno importanti) come “mandare agli arresti domiciliari un marocchino.

Come potete vedere per capire che la lentezza della giustizia non dipende proprio dai Giudici, basta leggere le parole scritte e non farle scorrere sotto lo sguardo come leggere un libro in due ore.

Grazie al sig Mario Giordano per avermi chiarito le idee.

 
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