Che c'è?

In this moment, è quasi primavera.

E' il momento di piantare e spesso ci affidiamo ai nostri bulbi oculari come a delle ancore di salvezza last minute, certi che l'imbarazzo resti sul bancone della serra presso la quale ci recheremo. Invece dobbiamo abbandonare la nostra facilità a mettere il clima del periodo avanti, e sviluppare innanzitutto uno studio paesaggistico, successivamente al quale analizzare le proprietà del terreno su cui lo desideriamo realizzare. Andrà anche osservata la situazione nell'arco delle quattro stagioni per soppesarne tutte le variazioni. A questo punto abbiamo individuato degli intervalli all'interno dei quali effettuare delle scelte azzeccate. Altra cosa sono le dimensioni delle piante. Siamo sicuri che se prendiamo un metro, ogni soggetto abbia misure definite, ma essendo un organismo vivente in crescita dobbiamo spostarci nel tempo. Quanto? 70 volte 7, ovvero calcolare solo le dimensioni da adulto. A questo punto il nostro animo si impunta per l'ansia della frustrazione di una vista mignon. Lo voio ha sempre ragione, ma poco lume. Come risolvere la questione di un periodo di maturazione molto lungo, che lascia spazi vuoti maggiori di quelli che vogliamo vedere? Ad esempio con accessori e motivi architettonici che risolvano l'estetica durante un periodo che deve cessare con quegli accorgimenti di essere d'attesa, trovando un risultato superiore. Possono essere delle panchine piuttosto che dei vasi, un gazebo, piuttosto di una maccina agricola antica. Lasciandoci pensare, anche una volta che si sono inserite le piante, in base alle loro misure finali, troveremo degli ingredienti adatti a congiungere l'ambiente, al tempo che deve trascorrere. L'obiettivo è quello di ottenere le piante migliori, senza interventi di potatura, che ne alterino gli equilibri e con cornici residue utili a valorizzarne la presenza nel campo inquadrato. La scena dei pinoni, che finalmente si è riusciti a potare, vicino alle palazzine, se li pesiamo, sono una cosa veramente maldestra, priva di educazione.

Abemus Schulz.

C'è un mondo solo.