MIO DIARIO DI BORDO

IL PRESSAPPOCO - Elogio del quasi (Luciano De Crescenzo)


Io non amo particolarmente parlare al cellulare... e vado in bestia quando vedo quelli che vi parlano mentre sono alla guida... onde per cui... questo post anti-telefonino, tratto dal libro del grande De Crescenzo...IL PRESSAPPOCO DEL TELEFONINOPrendo l'Intercity Roma-Napoli delle 10.30. Ho con me un libro piuttosto difficile da digerire: Essere e tempo di Martin Heidegger. Sono d'accordo: ho sbagliato libro. Per un viaggio Roma-Napoli andava meglio una cosina più leggera, un Forattini per esempio. Non avevo previsto, infatti, la presenza dei telefonini. Nel mio scompartimento ce ne sono tre e tutti e tre in funzione. Ho appena cominciato a leggere che squilla il primo telefonino, quello del signore che mi sta seduto accanto. In quel momento sono alla prese con quel brano di Heidegger dove il filosofo si chiede se l'essenza dell'essere coincide con la verità o con l'essenza della verità. Sento lo squillo e mi blocco. Dico a me stesso: "Voglio proprio vedere adesso questo scostumato che cosa ha da dire di tanto importante"."Ciao cara" dice lo scostumato, "abbiamo appena superato Valmontone."Roba da non credere! Sono le 10.45 e siamo partiti alle 10.30. E' normale, quindi che abbiamo appena superato Valmontone! A me non sembra una notizia così importante da giustificare il disturbo arrecato a tutto lo scompartimento. Non faccio in tempo, però, a criticare il mio vicino che il giovanotto che mi sta di fronte viene anche lui chiamato da un telefonino. Costui inizia una conversazione piena di frasi sdolcinate con una non meglio identificata Deborah."Ciao Deborah" le dice accentuando l'h. "Lo sai che ieri non sono riuscito a prendere sonno? E sai perché? Perchè pensavo a te e a tutte le cose carine che mi avevi detto. Poi ti ho sognato e tu mi hai abbracciato come solo tu sai fare".      Ora, dico io: tu devi comunicare a una persona dei pensieri piuttosto intimi; il minimo che ti si può chiedere è di andare in corridoio e dire tutto quello che vuoi: "Ti amo, ti adoro, ti desidero" e via dicendo. Quello che non puoi fare è rendere partecipi dei tuoi sentimenti tre estranei che ti stanno seduti di fronte.Non faccio , però, in tempo a criticare il playboy che squilla il terzo telefonino: il peggiore di tutti. Il proprietario del medesimo, infatti, doveva essere un agente di Borsa o qualcosa del genere. Ora, bisogna sapere che io, grazie ai soldi guadagnati con la vendita dei libri, ho qualche problemino su come investirli. Sono quindi seriamente interessato a tutti gli andamenti della Borsa."No, quelli no" dice lo sconosciuto, "quelli scendono. Te l'ho già detto ieri che quelli scendono"."Ma quali?" avrei voluto chiedergli io."Per l'amor di Dio!" continua lui imperterrito facendo una faccia atterrita, "sono i peggiori di tutti! Basta leggere il Sole 24 Ore per capirlo."Io lo leggo il Sole 24 Ore ma non ho capito lo stesso."E allora non ti resta che fare il giardinetto" conclude il consulente.La conversazione continua su questo tono, ma il nostro esperto non fa mai dei nomi, né nel bene, né nel male. Parla solo di 'giardinetto' e io non ho la minima idea di che cosa sia il giardinetto. Immagino si tratti di comprare un po' di tutto, ma ormai ho chiuso il mio Heidegger e sto con l'orecchio teso quand'ecco squillare di nuovo il telefonino del playboy."Ciao Simonetta, come stai? Che gioia sentirti... Ma che dici? Io penso solo a te.""Scusi" avrei voluto dirgli, "ma lei non pensava solo a Deborah?"Heidegger in proposito non si pronuncia. E' piuttosto il mio vicino di posto che, essendosi accorto che non ho un telefonino, mi dice: "Mi permetta, Ingegnere: ho visto che lei non ha un telefonino. Ora, senza complimenti, se vuole approfittare del mio... che so io... magari per fare una telefonata a casa..."  e me lo piazza in mano."Grazie" gli dico, "farò un salutino a mia figlia. Magari le farà piacere.""Ciao Paola, sono papà... sto in treno... sì, sì... abbiamo appena superato Valmontone."Ciò detto, sembrerebbe impossibile immaginare il pressappoco del telefonino, e invece, perché si sappia, io un'idea ce l'avrei.Lo Stato Italiano potrebbe fare una legge grazie alla quale ogni trenta secondi tutte le linee dei telefonini dovrebbero cadere. A quel punto le conversazioni indispensabili, quelle tipo "Sono in ritardo, arrivo tra mezz'ora, oppure "L'appuntamento non è a Piazza Risorgimento ma a Piazza Barberini", si potrebbero fare lo stesso, mentre quelle lunghissime, quelle che rompono, verrebbero finalmente eliminate, e, oltretutto, gli italiani si abituerebbero alla sintesi.