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Post n°9 pubblicato il 23 Gennaio 2011 da joe.lake
Venerdì, 9 febbraio 2007
Il club dei Gladiatori ha annunciato questo week end di voler licenziare le sue ragazze pon-pons e rimpiazzarle con un gruppo di percussionisti.
Dick Murry, il multimiliardario sostenitore da sempre dei Gladiatori e dalla scorsa stagione maggiore azionista del gruppo, ha dichiarato. “Le cheerleaders mettevano in soggezione le donne e chi portava i figli allo stadio con le loro divise troppo provocanti.”
“Calze a rete e minigonne infiocchettate sono un intrattenimento inappropriato, “ ha aggiunto.
<Herald Tribune>. Disse Bruce Mac Pherson, entrando nella stanza. La donna alla scrivania non gli rispose. Bruce Mac Pherson prese un sigaro e si sedette sulla poltrona in pelle nera di fronte. <La pagina sportiva>. Accennò con il mento, infilando la testa del Cohiba nel tagliasigari esposto sul tavolo. La donna terminò di leggere l’articolo. Bruce Mac Pherson tagliò il sigaro per circa 3mm. Tirò fuori l’accendino a gas e lambì la circonferenza del piede. <Qualcosa d’interessante?> Domandò prima di portare il sigaro alla bocca. <Qualcuno si è lamentato dei nostri successi?> Rise, stringendo il sigaro fra i denti. <Gli abbiamo rotto il culo e ora non sanno che cerotti mettersi>. Continuò, divertito. Tess Bellamy piegò il giornale e glielo lanciò sulle ginocchia. <Dick Murry ha licenziato le sue cheerleaders>. Prese un sigaro dalla scatola e se lo infilò tra i denti. <L’ho sentito dire>. Rispose Bruce, soffiando il fumo dalla bocca. Tess Bellamy prese l’accendino e si accese il sigaro.<Contattale>. Gli ordinò. Bruce Mac Pherson la fissò, perplesso. <Che cosa hai in mente?> Si sporse in avanti con i gomito sulle ginocchia. Tess girò la sedia verso la finestra. <Chiama la stampa. La voglio di sotto tra un paio d’ore>. Rispose, seria. Bruce Mac Pherson si passò la lingua sull’incisivo mancante. <Tess, non ti conviene fare la guerra a quello. È un multimiliardario. Una potenza qui da noi>. Il cilindro di cenere si stava allungando. <Ti ci sono voluti due anni perché ti accettassero, non rovinare tutto>. La consigliò con il tono di un amico sincero. Tess Bellamy osservò l’oceano dalla finestra. <Dick Murry ha licenziato le sue ragazze perché vestite troppo succinte?> Espirò il fumo dalla bocca. <E noi le ingaggeremo>. Decretò senza voltarsi. Bruce Mac Pherson tossì un paio di volte prima di pronunciare una frase compiuta. <Che cazzo te ne fai di un team di cheerleaders?> Obiettò. Tess Bellamy ruotò la sedia verso di lui. <Abbiamo bisogno di pubblicità>. Gli rispose con il sigaro tra i denti. <L’acquisto di Page ci è costato una fortuna. Abbiamo gli abbonamenti stabili e i conti in rosso>. Posò il sigaro nel portacenere Vegas Robaina. <Non più degli altri>. Assicurò Bruce. <Me ne sbatto degli altri!> Lo aggredì lei. <Dì a Wilkinson di preparare la sala conferenze, quella di mezzo. È la più spaziosa. Li voglio tutti. Tv, radio, giornali, non lasceremo fuori nessuno>. <Tess?> La voce di Bruce suonava protettiva. <Non so cosa hai in mente, ma questo non è un paese libero come sembra. Siamo i primi del campionato e io non penso …> <Non ti pago per pensare, Bruce>. Lo interruppe lei, con un tono che non invitava alla conversazione. <Ma per allenare gli Warriors e vincere>. Tagliò corto. Bruce Mac Pherson fissò il quadro di Paul Cézanne ‘Una Moderna Olimpia ’. La donna ritratta era nuda e raggomitolata sul letto, ma il suo sguardo diretto mostrava una totale assenza d’imbarazzo. Scosse la testa e si alzò dalla poltrona di pelle. <Scatenerai un inferno, lo sai, vero?> Le disse, sbattendo il giornale sul tavolo. Tess annuì con la testa. Bruce spense il sigaro nel posacenere. <Tess, ricordati che i demoni perdono sempre>. Si diresse verso l’uscita e la guardò. <Non in questo mondo, Bruce. Non quando sono nel giusto e non contro Dick Murry>. Le sorrise. Poi ruotò la sedia, posò i piedi sulla scrivania e incrociò le mani dietro la testa. L’oceano era calmo, ma per quanto ancora …
I rappresentanti dei media erano talmente numerosi che Andrian Wilkinson dovette fare incetta di sedie ai piani superiori per farli stare seduti. La conferenza stampa doveva iniziare tra mezz’ora, ma i microfoni era già stati piazzati e controllati. I grandi network si erano accaparrati i posti in prima fila, mentre i giornalisti della radio e della stampa si dovevano accontentare di quelli marginali. Le discussioni in questi casi erano all’ordine del giorno. Bruce Mac Pherson osservò gli ultimi tecnici fissare con un nastro la loro attrezzatura a un albero metallico stracolmo di microfoni. Riconobbe Elia Maccarone della ‘Fiamma, ’la donna che era con lui non la conosceva. Sbuffò. Il direttore amministrativo e quello sportivo arrivarono assieme al segretario generale dieci minuti prima. Bruce li vide appartarsi nella saletta di fianco. Il segretario generale gli fece cenno di avvicinarsi. <Mr. King>. Lo salutò Bruce, allungandogli la mano. <Che cazzo sta succedendo?> Gli chiese il segretario generale, allentandosi il colletto della camicia. Bruce sollevò le spalle. <So soltanto che vuole assumere le cheerleaders di Dick Murry>. Rispose, senza aggiungere altro. <Vuole sostituire il nostro team con quello dei Gladiatori?> Si scioccò il direttore amministrativo Billy Stuart. <A quanto ho capito vuole aggiungerle>. Precisò Bruce. Il segretario generale King tirò fuori dalla giacca una piccola scatola d’argento con le sue iniziali sul retro. <Così avremo più cheerleaders che giocatori>. Continuò Billy Stuart, in tono ironico. Mr. King aprì la scatola e appallottolò un pizzico di tabacco. <Se voleva solo allargare il team non avrebbe convocato una conferenza stampa>. S’infilò la polvere tra il labbro e la gengiva superiore. <L’avevo detto a Hal di non mettere sua cognata a capo del club. Una società di rugby non è adatta a una donna>. Masticò il tabacco. <Ma lui no! Testardo come tutti i francesi>. Si passò il tabacco tra le gengive inferiori. <Certo non poteva nominare suo figlio James>. Gli fece notare Billy Stuart. Mr. King arrotolò dell’altro tabacco scuro e lo infilò sotto il labbro superiore. L’aroma di mentolo si diffuse nella stanza. <Non pensavo a James. Sposare Tess non è stata una punizione sufficiente?> Guardò in alto. <Almeno col secondogenito, Leonard, non sarebbe stato il massimo, ma ci saremmo risparmiati cazzate come queste>. Bruce Mac Pherson storse il labbro inferiore. Aveva visto Leonard Bellamy un paio di volte. Conosceva la sua fama. Aveva venduto le aziende del padre senza pensarci due volte. Gli piaceva sperperare e la squadra di rugby gli sarebbe servita per abbordare belle donne ai parties di beneficenza. Girò la testa per nascondere il calore che gli era salito alle guance. Tess aveva portato gli Warriors a vincere il campionato, l’anno scorso e quest’anno erano prossimi al bis. L’ammirava da quando era entrata negli spogliatoi la prima volta. Tess era il presidente giusto al posto giusto. Accennò un sogghigno. <Le ragazze pon – pon sono arrivate>. Li interruppe Andrian Wilkinson, fermandosi sulla porta. <Di quale delle due squadre?> Chiese Billy Stuart. <Di entrambe>. Rispose Wilkinson, guardando verso la sala conferenza. <Tess Bellamy?> Domandò il segretario generale King, mentre si passava una mano tra i pochi capelli sale e pepe. <È con loro!> Esclamò Wilkinson già lontano. Mr. King sputò il tabacco sul pavimento e lo seguì in sala stampa. |
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bel blog …
Tornerò a trovarti….
Salutino ^^…
Lacky…