Avvolta nella penombra della stanza non mi sono ancora decisa a scendere dal letto,mi sembrava impossibile oggi poter mettere i piedi a terra e così resto, con la mano puntellata sul fianco per non far cadere la tazzina in equilibrio precario. Quanto tempo era passato? Forse ore o
forse solo pochi minuti dilatati che mi impedivano di alzarmi da quel letto disfatto.
Quando posso mi piace gustare la colazione a letto, fare tutto lentamente,
, rilassatezza e concentrazione. Sotto quelle vesti, poco adatte ai primi accenni di freddo un 'incerta sensazione
impazza ..un’incontrollabile fibrillazione. Ogni movimento mascellare,ogni frammento di sapore, odore, fluidi e consistenze che mi carezzano voluttuosamente il palato, implicano un’evocazione, un sussulto interiore,
un lascito della sera che è stata, che ha lasciato il posto al sole nascente del primo mattino.
Erano bastate quelle poche righe di mail contenute in una bustina gialla
apparsa improvvisamente sul monitor del mio pc ... per riportami indietro di un bel po di mesi per dar seguito ad un’emozione mai veramente sopita in me
per dar voce alla mia ossessione, al mio respiro che improvvisamente diventa affanno. “Non ho nulla per convincerti…non ho nulla da perdonarti.
Ma torno a cercarti perchè in questa convinzione io credo. Ti bacio…”
Poche parole che avevo riletto all’infinito e ripetuto dentro di me come un mantra m’avevano improvvisamente trascinata dentro ad un dejà-vu,
al suo dejà-vu, una sorta di messaggio subliminale che ogni notte da tempo era il mio puntuale e fedele compagno. Un legame quello con ( ()) mai veramente
iniziato e forse per questo mai veramente concluso. Un sentimento circolare.
Un cerchio…una figura perfetta in cui non si distingue l’inizio dalla fine,proprio perchè nel cerchio non c’è inizio e non c’è fine…perfetto, unico, irripetibile e…infinito.
porto un altro boccone alle labbra che si schiudono con una lentezza che non pregiudica l’impeccabilità del gesto, tale da non far versare una sola goccia nè una sola briciola. Inspiro. Il boccone perfetto, un intreccio sublime di contrasti e raccordi gustativi, un connubio empirico dei sensi.
Espiro masticando, a lungo. Con gli occhi chiusi. Un odore di appagamento e di coccole, caldo e sontuoso, ma anche semplice e sincero. E con il saporein bocca, prendo un foglio ed inizio a scrivere.
“Vita mia, dopo lungo silenzio ora sento il bisogno di fermare le parole,
quelle che feriscono la bocca più dei baci mancati e tagliano gli occhi
più delle lacrime versate, ed ora che le vedo qui, adagiate sul
lenzuolo bianco di questo foglio, questo bisogno è ancora più forte.
E’ il rumore dei ricordi…e me ne accorgo così, nei silenzi in casa, nel vuoto del mio ufficio, nella solitudine di una qualsiasi
affollata piazza. Mi manchi perché non sei qui, mi manchi perché ti sento dentro,
troppo dentro, e non riesco… e non posso…raggiungerti.
Quel tuo: “Vieni qui” aveva qualcosa dentro. Una potenza,
un’energia che ho incontrato poche volte in vita mia.
Mi sono sentita letteralmente trascinata accanto a te,
con la testa poggiata sulla tua spalla. Lì immobile, accoccolata,ad aspettare che le tue braccia cingessero il mio corpo.
Potresti non mancarmi? Mi manchi. E da quando me ne sono resa conto è anche peggio. Meglio trattenere nel cuore che continuare a tentare…e
allora mi chiedo: perché mi manca il fatto di non poterti sentire?
Eppure tant’è, mi manca. Mi manchi. Mi manchi nei momenti felici, quando so per certo che la felicità che provavo era merito tuo.
Mi manchi nei momenti tristi, quando so che basterebbe un tuo sguardo, una tua parola, per risolvere tutto. Mi manchi la mattina quando mi alzo e scelgo come vestirmi. E poi mi manchi, terribilmente, la sera. E la mattina.
Io tutta sola in questa grande stanza. Io nuda dentro il mio letto…mi guardo e mi chiedo: che ci faccio qui da sola? Che ci faccio qui senza nemmeno la sua voce? Mi manchi di una mancanza strana… una mancanza che non è vuoto e non è
nemmeno assenza. Non è vuoto perché mi hai lasciato troppo dentro e non credo
che riuscirò mai più a sentirmi vuota in vita mia. E’ una mancanza che non è assenza. Perché sei dentro, così tanto dentro che a volte non so dove finisco io e inizi tu. No, la mancanza che ho di te non dipende dal fatto che non ci sei
. Mi manchi per tutto quello che doveva ancora venire, per tutte le cose
che dovevamo ancora vivere insieme. Come se la promessa delle cose che cipotevano essere mi avesse creato un desiderio struggente di te, di noi.
Come se sapessi che non ho ancora finito di viverti.”