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Post n°32 pubblicato il 27 Settembre 2012 da ihatesupermarket
Allora: un momento di serietà, per cortesia. E non sto assolutamente scherzando. Prima di condividere i miei pensieri, oggi è obbligatoria una piccola premessa. Io AMO il mio Paese e tutto ciò che mi appresto a scrivere, andando a disturbare anche la Costituzione Italiana, lo faccio per esprimere una mia idea e far capire un disagio: la sensazione che qualcosa stia portandoci alla deriva, allontanandoci dagli stessi VALORI sui quali l'Italia è fondata. Non è una sfida e nemmeno, in alcun modo, vuole essere un gesto provocatorio, irrisorio o, peggio ancora, violento. Riprendo dal sito Governo Italiano: Articolo 4: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. Provo ora a rileggere omettendo le seguenti parti: "secondo le proprie possibilità e la propria scelta (...) o spirituale della società. Cosa rimane? "Ogni cittadino ha il dovere di svolgere un'attivita che concorra al progresso materiale della società" Mi chiedo: è la stessa cosa? No. Sono solo poche parole. Ma la differenza è un abisso, che separa ciò che è scelta e ciò che invece è imposizione; che riconosce l'importanza di una parte spirituale nelle nostre vite, e non solo la predominanza di quella materiale. E che entrambe viaggiano di pari passo, concorrendo a migliorare la vita non solo di ciascuno di noi, ma del nostro stesso Paese. Sono solo poche parole, che donano però una cosa importante: fanno intravedere un orizzonte: una via, che non appartiene solo alla generazione presente, ma che si stende davanti a noi e a nostri figli, e a tutti coloro che continueranno a percorrerla. Mi piace, l'articolo quattro. Mi dice che posso scegliere, e mi dice che il mio lavoro è importante. Sapendo queste due cose io non andrei a dormire scontenta. E invece ci vado. Perchè qualcuno di questi tempi ha deciso di essere più importante della Costituzione, e mi dice che non posso scegliere e mi dice che il mio lavoro non conta un asso. Questo qualcuno non so chi è, ma dicono che sia "la gente". Gente è un mostro strano: fa cose stupide, parla per luoghi comuni, urla ma non sa esprimersi, sente ma non capisce quello che gli viene detto. Crede di aver sempre il diritto di giudicare il prossimo e vuole sempre aver ragione. Bene, Gente, adesso sarebbe bene che tu la smettessi di metterti in fila per l'ultimo telefono in voga e iniziassi a leggerti un buon libro. Sarebbe il caso, Gente, che tu guarissi da quel egocentrismo che ti fa illudere che "solo tu" hai dei diritti, che le idee che contano sono solo le tue, e che le tue esigenze sono prioritarie rispetto a quelle degli altri. Caro Gente,pensa, potresti anche scoprirti più libero: libero dalle file, libero dalle cose di cui immagini di non poter vivere senza...E magari scoprirti meno infastidito dalle opinioni altrui.
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