Il Mondo Celato

Milano da bere?

Filobus 91. Come sempre la maggior parte dei presenti è straniera e gli italiani sono persone di mezza età trasandate, che danno l'idea di aver perso contatto con il mondo lavorativo già da molto tempo. Sono ombre che si aggirano per la città, divenute invisibili ai molti. Tra gli stranieri noto una famiglia di indiani, composta dalla mamma e da due bambine: una di sei anni e una di due anni e mezzo circa. Stanno facendo colazione. Ed è questo che mi incuriosisce...il cibo. Tutte e tre si stanno mangiando pringles piccanti e caramelle gommose. Accanto a loro, bello e altero come i grattacieli della zona isola di Milano, impone la sua presenza, un ragazzo caucasico che, dall'alto della sua visuale, legge incurante il suo libro e di tanto in tanto alza lo sguardo in cerca della fonte di rumore che lo distoglie dal suo libro. In questo caso, un cellulare che segnala prepotentemente i punti ottenuti con un solitario. Osservo tutto ciò è mi rendo conto che la 91 non è solo una filovia, ma è lo spaccato della Milano moderna, davvero lontana dalla Milano da bere.

Insonnia

Una pecora, due, tre, quattro... Mmmm... ma cosa fa quella pecora? Morde l'altra? E guarda quella quanto è grassa?!?!? Adesso arriva anche il cane che le mette in riga ... Ah no, viene verso di me...eh no bello! Sto solo contando le tue pecore! Non ci provare! Ah, ecco. Ci siamo capiti... Vabbe'... Dov'ero rimasta...cinque, sei, sette... Uhhhhh!!! L'arcobaleno! Che bello! Che strano! Ma quando ha piovuto?!?!? Mah....otto, nove...ahhhh! Un leprotto! Che carino!!!!! E quanto è buffo! Ma dove sono arrivata? Ah si, dieci, undici.... No! Attenzione! Una biscia!!!! Che spavento! Forse è' meglio cambiare gregge... Questo e' un po' troppo indisciplinato....

Ricordi di bambina

Questa mattina, ferma al semaforo, attendo che scatti il verde. Di fronte a me, sull'altro marciapiede c'è Bata.

Tra i cartelli giganti con scritto "saldi" sbircio se ci sono scarpe interessanti, ma non c'è nulla che mi piace.

Per noia, alzo lo sguardo e alla finestra del secondo piano dello stabile di fronte noto un'ombra.

Guardo meglio e vedo una bimba di due anni e mezza circa spiaccicata alla finestra.  

Bocca e manine cercano di oltrepassare il vetro, di afferrare lo spazio esterno.

Poco dopo, intravedo la madre che la sostiene e le parla.

Improvvisamente, mi ricordo di quando ero bambina.

Mi sedevo per terra sul balcone, gambe penzoloni e le braccia protese al cielo, con le manine che indicavano gli aerei e le loro scie e gridavo "Mamma, mamma! Prendi il vetril che gli aerei hanno sporcato il cielo e dobbiamo pulirlo!"

La forza di un sorriso

La gentilezza si trova nei posti più improbabili. 

In ritardo, l'unico pensiero che mi gira in testa e nella pancia e' quello di mangiare qualche cosa.

Ho fame! 

Ci metterò minimo un'ora prima di arrivare dalla mia insegnante di canto. 

E cantare senza prima mangiare qualcosa non è concepibile.

Vedo un fast food ed entro.

Cibo veloce...confido che sia davvero così. 

E invece no. 

Tanta gente e una ragazza alla cassa, lenta ed indolente.

Devo scegliere un altro posto. 

Poco più avanti ho visto un bar modesto, ma pulito.

Entro e un ragazzone tutta salute mi accoglie con un magnifico sorriso. Mi chiede cosa desidero. 

Faccio la mia ordinazione e in men che non si dica, mi prepara la mia piadina.

Capisce che ho fretta e fa di tutto per accontentarmi. 

Chiacchiera con me e gli altri clienti. 

Gli astanti del bar stonano con il barista ma sono in sintonia con il locale. Un po' vecchio, usato, con qualche acciacco, pulito. L'alcolizzato al banco e la sua magra compagna senza denti, probabilmente ex eroinomane, sono la versione decadente di due ex giovani di bell'aspetto. Puliti, ma con un guscio pieno di crepe. 

Mi fanno tristezza e tenerezza allo stesso tempo: due anime fragili legate dalle loro debolezze. 

In tutto questo, il sorriso senza tempo del barista vince su ogni cosa. 

Mi chiede il motivo della mia presenza in quella zona, nel suo bar. Sono un volto nuovo. 

Gli spiego che sono di passaggio. 

Lo ringrazio per la sua gentilezza. 

E lui, con quel suo sorriso da bravo ragazzo, semplice ed onesto, mi saluta. 

Quella spontaneità di bambino mi rasserena.

Ricambio, piacevolmente sorpresa e penso che le belle emozioni possono arrivare da chiunque e quando ne hai più bisogno. Inaspettatamente. 

La mia buona azione quotidiana

Oggi, in pausa pranzo, stavo facendo la mia solita passeggiata di rito. Mi fermo davanti ad un negozio di tessuti per la casa e guardo distrattamente la vetrina. La signora al mio fianco mi vede e inizia a parlarmi “Senta lei! Cosa ne pensa di queste federe? I colori dico…Cosa ne pensa? Li ho comprati tutti né! Quale preferisce? Il mio preferito è quello lì…”

Mentre la signora parla, io guardo attonita lei e le federe. Lei, una donna sulla sessantina, vestita di marca da capo a piedi con pelliccia vera, ingioiellata, abbronzata, truccatissima. Le federe, una più brutta dell’altra, tutte sulle nuances dell’azzuro-blu, un tipo a righe, un altro a poix, un altro ancora stile Missoni e l’ultimo, il suo preferito, con simboli a forma di croce.

Non riesco a proferire parola perché li trovo tutti orrendi…balbetto un “Mah…la federa a righe non è male…”

Lei subito mi risponde “Ma io non l’ho comprata! E’ di flanella!”

Io “ahhh!!! Bene, allora, quella stile Missoni…”

Lei scandalizzata ribatte “Ma nooo! Poi ho paura di stancarmi! Cosa ne pensi di quelle con i simboli a forma di croce? Sono i miei preferiti!”

Io, tra me e me, continuo a pensare “Ma perché io? Perché non ha interrogato qualcun altro su una questione così importante? Perchè mi costringe a scegliere tra 4 stampe orrende, tra le quali l’unica decente è quella in flanella che non ha comprato! Perché? Come faccio a liberarmi di lei….ahhh! Trovato! E’ così semplice…”

Con aria innocente e convinta ribatto: “Secondo me, le federe migliori sono quelle con i simboli a forma di croce!”

Lei, illuminata e rinfrancata dalle mie parole, esclama: “Vedi! Avevo ragione! Eh, si, così non mi stanco…E poi costano, sai! Non si può certo comprare delle lenzuola a prezzo pieno oggi giorno…comunque grazie cara…grazie davvero…”

Mentre balbetto un “Si figuri! Per così poco…ci mancherebbe..sono qui apposta…quando vuole…sempre pronta…sono nata per questo…” penso  che non si possono assolutamente fare certi acquisti, come non si può uscire ingioiellati e impellicciati da capo a piedi, fare questi discorsi e investire verbalmente la gente, in preda ad un’esaltazione da cocaina!

Mi lascio alle spalle la signora bizzarra, le sorrido immensamente, le auguro una magnifica giornata da passare lontana da me e torno a gestire altri pazzi….