Creato da: enrico.passani il 26/05/2010
Racconti tra le Apuane e il Mare Tosco-Ligure
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Ora che sono vecchio.
Post n°156 pubblicato il 08 Novembre 2013 da enrico.passani
E VENERI CALLIPIGIE
Ora che sono vecchio, la piccola città non mi opprime più con i suoi giorni tutti uguali, i cani randagi, il centro storico corroso da secoli di piogge tristi, orbo di botteghe e calore umano, la sua gente indifferente alla realtà del mondo, che cova negli occhi un rancoroso egoismo. Nella piccola città se hai un aspetto giovanile e agiato, ragazze con il trucco puttanesco ti guardano sottecchi, si inumidiscono le labbra, si lisciano il profilo del seno, mimando con il linguaggio del corpo un invito che puoi scambiare per una passione sbocciata per te, improvvisa e sincera, che ti fa pensare a preliminari erotici che potrai dilatare con una di esse tra i boschi collinari, come in un mediterraneo tempo arcaico d'iniziazione carnale, complice l'opulenza di fianchi, protesi all'insù dalla spinta dei tacchi alti. Veneri callipigie che si impigriscono nel matrimonio, che lasciano tramontare nel crepuscolo dell'ordinario quotidiano, la breve stagione dell'innamoramento. L'eros nella piccola città è un'incombenza da risolvere in fretta, senza troppe complicazioni sentimentali. Non lascia mai dietro di se, storie di forti amori da invidiare. E' routine per i giovani che lo praticano nelle auto parcheggiate in fila indiana, nel tratto morto della litoranea, non lontano dalle discoteche, o sotto i tunnel della vecchia marmifera, risalendo la città fino al cuore delle cave, la sera dei giorni festivi, prima di rincasare. Gli esportatori del marmo lo consumano in certe sere, in compagnia del cliente forestiero o straniero. Dopo la cena in un ristorante della costa, guidano verso un villino nascosto nella pineta. Oltre un cancello, alla fine di un viale ghiaioso, c'è tutto il tempo per un altro whisky o caffè, prima di toccare la docile ragazza dell'Est. Ma nei sabati di un tardo autunno o d'inverno, mentre la città viene risucchiata dalla notte, alla periferia si accende l'insegna luminosa del Coniglietto, night con entraîneuse. La sua orchestrina inizia a mandare richiami sincopati a tutti gli scapoli della città. Loro arrivano appena dopo la sigla di chiusura del telegiornale per occupare i separé chiusi, dove è possibile dopo un paio di consumazioni, brancicare con le mani sotto il vestito della balcanica o della sudamericana, o per un paio di "centoni" farsi una "sveltina" sulle seggiole imbottite di plastica rossa, faccia a faccia, con la donna seduta sulle ginocchia. " Delicata, adatta alle malate di petto", spiega di quella posizione la didascalia di un'antica incisione erotica francese, nel repertorio di stampe di un collezionista che conoscevo. Ma non lo sanno e non gli importa. Non tutta la piccola città è in questo film, una minoranza di concittadini spera ancora d'incontrare un giorno quel che resta dei sogni giovanili, ma è gente dispersa che lotta invano per non essere inghiottita nel conformismo. Per buona parte questo è il nostro modo d'amare. Non merita d'essere raccontato con la presunzione che a qualcuno interessi ascoltarlo o leggerlo, non merita un'elegia
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Inviato da: pgmma
il 01/09/2016 alle 08:30