Ermanno Torri

La vera regina dei nostri tempi è sua altezza "l'indifferenza" tuttto il nostro stile di vita, le nostre azioni, il modo di pensare, è semplicemente imperniato su questo stato d'animo, penoso e dannoso, forse il più pericoloso per la stirpe umana. Gli alibi che noi apportiamo per giustificare questa deriva morale sono tanti e tutti con una profonda legalità apparente, dal lavoro, i tempi frenetici di vita, il condizionamento dei mass-media all'edonismo spinto ecc.ecc...tutte cose di per sè vere e realmente pregnanti della nostra "routine", fatta sempre più dall'apparire che dall'essere. Questi giustificativi, non possono essere però far altro che,ritorcersi su noi stessi, perchè ne siamo gli autori ed i fautori; siamo coscientemente i primi colpevoli di questa spirale diabolica che ha reso le nostre vite un inferno, fatto di continue corse, verso illusori traguardi, pieni di niente, che per noi, per i nostri malsani valori sono invece, diventati indispensabili. Tocchiamo un tasto a caso, quello considerato dai più "sacro", il LAVORO, esso è l'obiettivo di una vita; già in fasce qualcuno progetta e prospetta per noi un lavoro che dovrà essere il fulcro di tutta la nostra breve esistenza, senza la fatica quotidiana sei una nullità, peggio un emarginato, senza nemmeno la possibile comprensione verso i deboli che qualcuno ancora prova, non solo devi lavorare, fin da piccolo con la scuola, i corsi integrativi, gli sport competitivi, devi sempre eccellere per non deludere; crescendo, le cose possono solo peggiorare, infatti devi studiare solo per ottenere una posizione sociale invidiabile, non per crescere culturalmente, tutto deve essere finalizzato ad un obiettivo, sfondare sul lavoro, essere riconosciuto ed apprezzato, per mezzo degli "status simbol" attuali ( siano: suv, rolex, cachemire, vestiti, soldi, o quanto altro ) il tutto fregandosene delle tue aspirazioni, od inclinazioni, ma soprattutto fregandosene degli altri che sono e saranno sempre solo ostacoli da abbattere per poter non arrivare ma vincere, solo ed unicamene il primato conta e dovrà contare nelle nostre esistenze, devi solo essere competitivo, come una macchina, sei diventato un mezzo, non un fine, qui risiede la "summa" della crudeltà umana, creare figli perchè possano solo competere con gli altri, senza coltivare l'anima, la sensibilità, gli aspetti meno materiali e più qualificanti della specie "uomo" quelli che ci hanno permesso di raggiungere un primato, che dovrebbe nutrirsi solo di comprensione e non di violenza su tutte le razze animali presenti sul nostro pianeta. Se questo è il quadro, la domanda si pone spontanea: siamo al punto di non ritorno? la risposta non è facile, solo il tempo, futuro prossimo, ci dirà se siamo destinati ad una fine orribile fatta di violenza e soprusi sempre più diffusi o se la genia degliuomini ancora una volta come una fenice, saprà rinascere, certo che i dubbi oggi sono tanti, il tempo per dissolverli poco, tocca a noi dire come e se vogliamo sopravvivere. HANS