Creato da ladonnadelmare2 il 07/08/2011
ricette e poesie di mare e di terra
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la sirena sullo scoglio
Agili le tue mani
scioglievano il nodo
dell’inverno,
il grumo di pianto
nella gola.
Seduzione di sole
la carezza che schiude
i nidi e poi le tane
e fa fiorire i crochi nelle aiuole.
L’approdo esplicitato
esplode con la cascata di glicini
al balcone.
E’ tempo di riporre l’arcolaio
che aggomitolò
la stagione delle nevi.
Il tuo nome sa di acque torrentizie,
il tuo nome riconduce sembianze
dell’albero silvestre
che fiorisce ai margini del fiume,
domicilia presso la polla sorgiva.
Si fonde ancora
sogno e incantamento,
con un sol canto,
il tuo nome e il vento.
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Se avessi un paio d’ali le vorrei forti, possenti,
capaci di sopportare
le fatiche di una trasvolata….
Volerei in cerca di terre e di luoghi immateriali
Dove non vige la dittatura del tempo.
Raccoglierei le stelle con la pertica del solo pensiero
Arriverei a toccare la linea di discrimine
Dell’inarrivabile orizzonte.
Mi trastullerei sui crinali delle onde più altezzose
Planerei in picchiata a mescolarmi con un mare di delfini…
Vorrei essere angelo e gabbiano,
Piume bianche indosserei, avrei nell’armadio una sola livrea,
una impalpabile di spirito e seta
una di piuma e sale,
quello che si raccoglie nelle vigne del mare.
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La Notte dell'Epifania
La notte che precede la festa dell’Epifania è considerata notte di eventi miracolosi.Le pareti della casa diventano di ricotta, nei corsi d’acqua come fiumi e ruscelli invece dell’acqua scorre olio e vino e… udite, udite , gli animali parlano! Per questo fatto sono capaci di maledire il padrone e fare in modo che la sua famiglia vada incontro a misteriose disgrazie. Per evitare ciò, la sera della vigilia, bisogna farli mangiare in abbondanza.
A tal proposito si narra una storia che sa tanto di leggenda: Il fattore di una masseria era abbastanza scettico ma altrettanto curioso; così decise di appurare personalmente questo evento prodigioso.
La notte della vigilia dell’Epifania decise di dormire nel pagliaio, dietro la mangiatoia dei buoi.
A mezzanotte l’asino disse al bue “ Mangiàmu bùenu…ca dumani hàmu fatigàri. Hàmu portàri `u patrùni `ccù llu carru….”( Mangiamo più del solito perché domani avremo da lavorare. Dovremo portare il padrone al cimitero).
Nel sentire queste parole il fattore fu preso da tremenda paura. A fatica giunse a casa ma morì sulla porta.
Anche nelle famiglie più povere si sforzava di chiudere 9 buchi….oops! si dovevano mangiare 9 portate..ma ahimè 9 portate allora non ce le si poteva permettere e allora si contava come “portata”
li lupini, il finocchio, le castagnette, le noci, le arance, i mandarini, lu ndrommisi, li lampasciuni rrustuti sott’allu fucaliri, do fichi ccuchiate…amu rruvatu a nove??sì, sì avogghja!
Alcune note sono tratte dal web altri saporiti ingradienti sono miei...avete storie come queste da raccontare? postatele qui nei vostri commenti.Grazie
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Vista dall'alto,
la città di notte,
ha una fronte frastagliata
di pensieri aguzzi d'insonnia.
All'alba è come un lenzuolo
che ha raccolto briciole di pan di stelle
e imbiancati catini di sogni.
Nel mezzo del dì
a me pare una nave
con bianchi pennoni svettanti
bandiera senza padrone,
a gridare al sole imperatore,
inondami di baci!
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Inviato da: dora.forino_1944
il 15/12/2012 alle 15:03
Inviato da: goblinn0
il 02/12/2012 alle 15:43
Inviato da: saverio.ancona
il 08/08/2012 alle 16:49
Inviato da: saverio.ancona
il 07/08/2012 alle 17:47
Inviato da: saverio.ancona
il 03/04/2012 alle 23:45