ILTEATROSTELLATO

No grazie, grazie no!


E già, miei cari lettori che per caso posate gli occhi. Sono giorni di estranee sensazioni, così come le onde di perturbazioni confondono le acque della metereologia contemporanea, le onde della vita travolgono con tutta la loro ciccia gibbosa le nostre abitudini di pigri individui del terzo millennio.  E già vecchi camaleonti del sentimento, vi vestite come divi di holliwood e poi non sapete dire: hei tu, mi piaci facciamo una follia? Si dico a voi gente senza schiena, che vorrebbe ma non può, che potrebbe ma non sa, che saprebbe ma ma non fa. Ogni  notte sogno che una delle mie allieve diciannovenne mi scriva un biogliettino di fuoco tipo: impazzisco per te, ardo quando ti penso. Invece non succede e nemmeno io sono capace di fare questo passo nemmeno con una ballerina di vent'anni con la quale ho lavorato di recente che mi ha fatto chiaramente capire cosa volesse da me. POVERO IO, vecchio camaleonte quasi impotente, che non s apiù sedurre. Mentre tutte sono sedotte dalla mia personalità, e questo è peggio, che io mi accorgo di piacere e non mi muovo. Forse perché sono felicemente sposato? Forse. Forse perchè sonon infelicemente vigliacco? forse. Ma cosa dovrei fare? Cercarmi un protettore,eleggermi un signore, Dedicare, com'usa ogni ghiottone, dei versi ai finanzieri? Far l'arte del buffone pur di vedere alfine le labbra di un potente atteggiarsi a un sorriso benigno e promettente?No, grazie.Consumar le ginocchia?Misurar le altrui scale? Far continui prodigi di agilità dorsale?No, grazie!Accarezzare con mano abile e scaltra la capra e intanto il cavolo innaffiare con l'altra? E aver sempre il turibolo sotto de l'altrui mento per la divina gioia del mutuo incensamento?No, grazie!Ma... cantare, sognar sereno e gaio, libero, indipendente, aver l'occhio sicuro e la voce possente, mettersi quando piaccia il feltro di traverso, per un sì, per un no, battersi o fare un verso! Lavorar, senza cura di gloria o di fortuna, a qual sia più gradito viaggio, nella luna! Nulla che sia farina d'altri scrivere, e poi modestamente dirsi: ragazzo mio, tu puoi tenerti pago al frutto, pago al fiore, alla foglia pur che nel tuo giardino, nel tuo, tu li raccolga! Poi, se venga il trionfo, per fortuna o per arte, non dover darne a Cesare la più piccola parte, aver tutta la palma della meta compita, e, disdegnando d'essere l'ellera parassita, pur non la quercia essendo, o il gran tiglio fronzuto salir anche non alto, ma salir senza aiuto!AIUTATEMI GENTILI LETTRICI DATEMI UN CONSIGLIO CHE MI PLACHI...è CHE FACCIO, QUEST'ANNO 40 ANNI E SENTO LA VITA CHE MI DICE : IO CORRO...Ho visto per la trecentesima volta Cyrano ieri. Sublime. sublime.