Ophelia's Madness"Now cracks a noble heart. Good-night, sweet prince. And flights of angels sing thee to thy rest" (Horatio) Hamlet, scene II act IV |
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Post n°1900 pubblicato il 09 Settembre 2010 da Shy8
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Post n°1899 pubblicato il 08 Settembre 2010 da Shy8
Venerdì 10 alle ore 10,30 in punto ovunque tu sia, qualunque cosa tu stia facendo Venerdì 10 alle ore 10.30 in punto ovunque tu sia, qualunque cosa tu stia facendo fermati un momento per Angello Vassallo. Perchè era un uomo e un sindaco con la schiena dritta. Perchè alle 10.30 lo seppelliscono, ma non vogliamo che seppelliscano i suoi sogni. Perchè dal minuto dopo continueremo il nostro impegno con più forza. Perchè così abbiamo imparato ad onorare la memoria delle vittime innocenti delle mafie. Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie |
Post n°1898 pubblicato il 08 Settembre 2010 da Shy8
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Post n°1897 pubblicato il 08 Settembre 2010 da Shy8
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Post n°1896 pubblicato il 07 Settembre 2010 da Shy8
Caro giornale, mi chiamo Gianluca Daluiso e sono di Riccione. Oggi compirò diciotto anni. Potrei finalmente votare. Tuttavia non sono felice di avere acquisito questo diritto, perché in realtà non so cosa farmene. Vivo in un paese che non ha nulla a che fare con la democrazia. Io non voglio parlare di Berlusconi, perché sarebbe tempo perso, oramai penso, ma soprattutto spero, che tutti gli italiani si siano resi conto di chi sia questa persona veramente. Io voglio affrontare un problema più grande, guardando in faccia la realtà. In Italia non esiste una vera classe politica. Io non ho fiducia in chi amministra la cosa pubblica attualmente in Italia. Hanno tolto a me e a tutti i giovani ogni futuro, siamo un paese allo sbando, destinato a fallire. Io, nonostante tutto, non mi rassegno, non gliela dò vinta a questi DIPENDENTI infedeli. Continuerò a combattere, continuerò a credere nei miei ideali, anche quando non ci sarà più speranza. Ho avuto la fortuna di crescere grazie agli insegnamenti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, mi hanno insegnato il senso dello stato, il senso della legalità, il senso della giustizia o più semplicemente il senso di vivere, il significato di appartenere ad una comunità. Ho imparato grazie a loro l'importanza di fare ogni giorno il mio dovere, senza avere paura degli eventuali ostacoli, difficoltà che potrei affrontare nel fare questo. Io voglio, o meglio, io desidero che gli italiani comincino ad indignarsi, a reagire. E' troppo tempo che noi cittadini veniamo trattati come dei sudditi, è tempo che ci riappropriamo del nostro Stato perché lo Stato è nostro, lo Stato siamo noi. Non so, come siamo potuti cadere in questa profonda crisi Istituzionale, non lo voglio neanche sapere. Quello che interessa a me al momento è che si combatta, che si faccia qualcosa per far avvenire questa tanto attesa rivoluzione culturale e morale che smuoverà il paese e la coscienza tutti gli Italiani. I giovani, la mia generazione, ricoprono un ruolo importante in questo. I ragazzi d'oggi saranno i cittadini del domani, se loro vorranno, se noi ci oppone remo a questo sistema di illegalità diffusa, a questa struttura di commistioni, tutto questo svanirà come un brutto incubo e lo studieremo soltanto sui libri di storia e ne parleremo soltanto come un brutto ricordo, una situazione totalmente differente dalla realtà. Per fare questo però, bisogna muoversi, occorre che ogni persona nel suo piccolo conduca le sue battaglie, resista. Resistenza non vuole dire stare dietro a un computer e scrivere la parola "resistenza" su un network e sembra che più grande la scrivi e più resistenza compi. La vera resistenza è scendere in piazza, è parlare ai giovani, è informare la gente, è rifiutare quei "piccoli compromessi" di ogni giorno, insegnando il rispetto per la legalità alle nuove generazioni. Io con queste mie poche parole voglio smuovere, voglio far indignare tutti quegli italiani onesti. Crediamoci in un cambiamento, crediamo in una nuova riforma della società italiana, crediamo di potere restaurare la democrazia in Italia. Io combatterò sempre per ciò in cui credo, e so che non sono solo e non sarò da solo. Ci sono già tanti italiani che si battono per rivendicare i propri diritti da cittadini e questa cosa da oggi la dovranno fare tutti gli italiani. Basta a delegare il proprio lavoro a gli altri. Come diceva Ghandi "Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo" Non lamentiamoci di com'è la situazione italiana se noi in prima persona non facciamo niente per poterla cambiare. Lottiamo, affrontiamo le problematiche del nostro paese, senza avere paura, senza rassegnarsi. Poi noi, ottimisti, potremo pure perdere tutte le nostre battaglie, ma come diceva Indro Montanelli, una battaglia la riusciremo sempre a vincere, la più importante, quella che si ingaggia ogni mattina davanti allo specchio. Cerchiamo di camminare sempre a schiena dritta e testa alta, ascoltando soltanto la voce della nostra coscienza, e non avremo mai rimpianti, perché sapremo di aver fatto comunque sempre la cosa giusta, il nostro dovere. Io nonostante tutto, continuo a credere in noi italiani, penso che saremo capaci di cacciare, spero con metodi democratici, chi oggi occupa abusivamente le nostre istituzioni e ci rendono gli zimbelli del mondo. Crediamoci, insieme ce la possiamo fare, anzi sono sicuro che ce la faremo. Gianluca Daluiso, Riccione. |
Post n°1895 pubblicato il 07 Settembre 2010 da Shy8
Al premio Campiello il corpo di Sivlia Avallone diventa di pubblico demanio ![]() Se siete donne o uomini non ha importanza, perché il gioco di ruolo che vi propongo si può fare comunque con profitto. Provate a immaginare di essere un giovane scrittore talentuoso e di aver scritto un bel libro. Il vostro valore letterario è tale che vi assegnano addirittura un premio Campiello. Immaginate di mettervi un bellissimo smoking per andarlo a ritirare e di sedervi composto in prima fila insieme alla vostra compagna nella cornice strepitosa del teatro della Fenice, gremita da centinaia di persone eleganti. Per ultimo immaginate che a quel punto la presentatrice vi chiami a salire sul palco per premiarvi e, mentre voi emozionatissimo fate le scale dando ancora le spalle alla platea, costei vi tenda la mano esclamando giuliva: “Ecco il vincitore, e prego la regia di inquadrargli la strepitosa patta dei calzoni”. In quel momento, dopo quella frase volgare, voi dovrete voltarvi e offrirvi al pubblico con la consapevolezza che quelle centinaia di persone punteranno i loro occhi ormai avidi e curiosi all’altezza del vostro inguine, del tutto dimentiche che il motivo per cui vi trovate su quel palco nulla c’entra con la patta dei vostri calzoni. Se questa scena vi sembra surreale, è perché lo è, ma è esattamente questo che Bruno Vespa ha fatto a Silvia Avallone sabato scorso al premio Campiello. Un corpo a disposizione Sui giornali la sua scivolata poco signorile è stata rubricata con definizioni come “pesante apprezzamento” o “complimento di troppo”, come a dire che “sei bellissima” e “inquadratele il decollétè” sono due frasi che esprimono lo stesso concetto. Non è così, è una menzogna: Vespa non ha fatto un complimento alla bellezza di Silvia, perché invitare un cameraman a inquadrarle la scollatura non è un modo per dire che quello che c’è dentro è apprezzabile: è prima di tutto un modo per dire che è fruibile, che è a disposizione di chiunque voglia guardarselo, sia che si trovi seduto nella poltrona di velluto del teatro della Fenice sia che si trovi sdraiato davanti alla televisione sul salotto di casa sua. Fatta salva la sensibilità di Silvia Avallone, in un caso come questo non è solo la persona che subisce l’esposizione a stabilire se si tratti o meno di una cosa offensiva: l’uso del corpo femminile come pubblico demanio, come pascolo aperto allo sguardo gratuito di chiunque, è un atto offensivo verso tutti e tutte per il contenuto di violenza che si porta dietro. La violenza non è solo nello schiaffo, è soprattutto nel pensiero di sopraffazione, nell’uso di un potere per disporre dell’altro a proprio gusto, nel zittire la sua lamentela invocando il senso dell’umorismo, nel cercare di far passare per complimento la riduzione di una persona intera al suo corpo o a parte di esso, piegata a decoro televisivamente strumentale. Ho letto anche che quello che ha fatto Vespa sarebbe stato scorretto perché Silvia Avallone è una scrittrice brava e intelligente e non stava bene spostare l’attenzione del pubblico sulla sua avvenenza fisica. Io non sono sicura che la gravità di quella frase stia solo nello svilimento dell’indubbio valore intellettuale di Silvia. Sono anzi convinta del contrario: quello che Vespa ha fatto sarebbe stato scorretto anche e soprattutto se avesse avuto accanto una donna sciocca e senza nessun altro talento che quello contenuto nella sua scollatura. Sbaglieremmo a legittimare l’idea che una donna intelligente abbia più diritto al rispetto di una donna stupida: daremmo licenza a chiunque di considerarla a sua disposizione o a quella invasiva della telecamera, che simbolicamente è la stessa cosa. L’importanza delle parole Impossibile non vedere le analogie tra la naturalezza con cui Vespa ha domandato l’ostensione fisica della Avallone all’occhio della telecamera e le frasi di Silvio Berlusconi a Rosy Bindi, in quel caso giustamente rintuzzate con la negazione di una disponibilità, che non va però intesa nel becero senso di mancanza di compiacenza verso la sedicente galanteria, ma in quello ben più profondo di esercizio del diritto di non essere usate: né per compiacere il maschio dominante, né per decorare un palco, né per fare audience televisiva. Chi rivendica questo diritto non è una beghina né un perbenista, ma una persona che si rifiuta di considerare normale, spiritosa o addirittura lusinghiera la riduzione di un altro a oggetto d’uso a servizio di un potere. Al servizio di questa mentalità Bruno Vespa non è l’oggetto principe della critica, anzi direi che è l’ultimo arrivato, oltre che l’ennesima occasione per fare il mio mestiere: guardare alle parole come cose importanti, come veicoli di senso, pesarle per quello che trasportano e rispettarle o temerle per quello che costruiscono. Di Michela Murgia Vincitrice del Premio Campiello 2010. Era in sala al momento del “numero” di Vespa. Da Il Fatto Quotidiano del 7 settembre 2010 |
Post n°1894 pubblicato il 07 Settembre 2010 da Shy8
Prof precari in vendita su Ebay: così la protesta naviga sul web Mentre in tutta Italia la protesta dilaga e si moltiplicano i docenti in sciopero della fame, un gruppo di supplenti lancia questa singolare protesta lanciando il blog Docentinmutande di SALVO INTRAVAIASUPPLENTI in vendita su Ebay. Mentre in tutta Italia la protesta dilaga e si moltiplicano i docenti in sciopero della fame, un gruppo di supplenti lancia questa singolare protesta. Il titolo del blog messo in piedi per l'occasione, Docentinmutande, non ha bisogno di troppe spiegazioni. "Laureato in Filosofia - scrive un supplente di Treviso - con il massimo dei voti, abilitato Ssis nelle classi di concorso A036 (Filosofia, psicologia e scienze dell'educazione) e A037 (Storia e filosofia), specializzato su sostegno, con 6 anni di insegnamento alle spalle. Attualmente privo di incarico per le riduzioni orarie legate alla riforma. Disponibile per ruoli di docente in relazione alle discipline di: storia, filosofia, psicologia, sociologia, antropologia, pedagogia e scienze dell'educazione". (03 settembre 2010) |
Post n°1893 pubblicato il 07 Settembre 2010 da Shy8
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Post n°1892 pubblicato il 06 Settembre 2010 da Shy8
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Post n°1891 pubblicato il 06 Settembre 2010 da Shy8
Dicono che quelle come me vivono a 4000 all'ora. Dicono pure che quelle come me quando amano, lo fanno senza limiti. Dicono che se fanno una promessa la mantengono, che di notte piangono in silenzio. Dicono che sognano un mondo diverso e al risveglio quel sogno lo rendono realtà. O almeno ci provano, che quelle come me soffriranno tanto e moriranno giovani. .. ma qualcuno può dirmi, per favore, chi sono quelle come me? |
Inviato da: paperinopa_1974
il 17/06/2013 alle 07:32
Inviato da: duemila6.7
il 03/02/2011 alle 14:14
Inviato da: jezabels
il 04/01/2011 alle 15:12
Inviato da: abbigail
il 23/12/2010 alle 12:34
Inviato da: abbigail
il 21/11/2010 alle 19:59