Creato da axmm il 25/08/2009

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PEACE & LOVE

Post n°17 pubblicato il 02 Gennaio 2011 da axmm
 
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di Otta von Bass

Buon anno nuovo!

E visto che siamo tutti stanchi per i bagordi di ieri parliamo di qualcosa di bello per iniziare il 2011 positivamente.

Forse non tutti sanno che il 1° gennaio cade la Giornata Mondiale della Pace, una ricorrenza celebrata dalla Chiesa Cattolica dal 1968 dietro idea del Papa dell’epoca, Paolo VI, da non confondersi con la Giornata Internazionale della Pace, istituita dall’Onu e celebrata il 21 settembre.

Andando al di là del significato religioso di questa celebrazione, che non intendo approfondire, la pace è comunque un argomento che merita di essere discusso, anche se preferirei parlarne di meno e viverne di più.

Nel 1984 l’Onu adotta la Dichiarazione sul diritto dei popoli alla pace, un cui passo sostiene che "per garantire l'esercizio del diritto dei popoli alla pace, è indispensabile che la politica degli stati tenda alla eliminazione delle minacce di guerra, soprattutto di quella nucleare, all'abbandono del ricorso alla forza nelle relazioni internazionali e alla composizione pacifica delle controversie internazionali sulla base dello Statuto delle Nazioni Unite."

Al giorno d’oggi però questa definizione mi pare ingannevole e riduttiva, poiché basata sulla contrapposizione pace/guerra: vorrebbe dunque dire che se un paese non è in guerra vive in uno stato di pace? Ma se una popolazione vive sotto il pugno di un dittatore che impone con la forza la “sua” pace?

 

È nato così il concetto di pace positiva che indica “l'assenza di ingiustizia sociale e, più in generale, di sfruttamento umano”, ovvero l’assenza di qualsiasi violenza diretta o indiretta che opprima il singolo cittadino impedendogli di vivere appieno i suoi diritti fondamentali per quanto riguarda la politica interna e le relazioni all’insegna della giustizia reciproca tra stati per quanto riguarda la politica esterna. In questa accezione la parola pace si avvicina di più al concetto di “serenità”, data dalle scelte comportamentali di ognuno di noi e non stabilita dalle scelte “teoriche” dei trattati firmati dai governanti di ogni nazione.

 

A tal proposito è recente anche la nascita della disciplina dei Peace Studies, una branca delle scienze politiche che, a differenza degli studi tradizionali sulle cause e lo svolgimento della guerra, si occupa delle motivazioni sociali e politiche che stanno alla base della pace stessa. Non dobbiamo stupircene, dopo tutto questo è un argomento che ha sempre interessato l’uomo, che aspira a uno stato di pace per poter vivere meglio; fin dall’età classica filosofi e studiosi si sono interrogati su questo concetto, che è presente nella stragrande maggioranza delle religioni, ognuna delle quali, magari con metodi diversi, persegue tale fine. E come non ricordare alcuni grandi personaggi del XX secoli, passati alla storia per la loro lotta per il bene comune, per esempio il Mahatma Gandhi, padre della non-violenza, o Martin Luther King, leader dei diritti civili della comunità afroamericana.


 

 

 
 
 

CONSIGLI PER I NOSTRI AMICI A QUATTRO ZAMPE

Post n°16 pubblicato il 31 Dicembre 2010 da axmm
Foto di axmm

 di Otta von Bass

Se per noi il 31 dicembre vuol dire festeggiare in compagnia di parenti e amici l’inizio di un nuovo anno, per i nostri amici a quattro zampe può diventare un momento di terrore.

Dobbiamo infatti ricordare che gli animali domestici, e anche quelli selvatici, hanno un udito più sviluppato rispetto a noi esseri umani e che il rumore dei botti di Capodanno giunge loro in maniera più netta; questo causa in un animale uno stato di panico e paura che lo può portare ad agire in modo irrazionale cercando un nascondiglio o addirittura tentando la fuga, a qualsiasi costo.

 

Ogni anno gli incidenti causati a persone o oggetti da cani e gatti in fuga sono numerosi, per questo la Lav, la Lega antivivisezione italiana, ha presentato la richiesta di un’ordinanza ai sindaci di tutte le città italiane affinché vietassero i tradizionali fuochi d’artificio durante i festeggiamenti di Capodanno, tutto ciò per tutelare gli animali stessi, ma anche, come si è accennato prima, persone e cose.

Anche se Lav e analoghe associazioni tentano di sensibilizzare la nostra società con simili campagne, sta al singolo tutelare la sicurezza del proprio Fido (o Felix), adottando alcuni sistemi di prevenzione.

In questo periodo aumentano gli ingressi nei canili di animali fuggiti durante la notte di festa, ma sono numerose anche le morti accidentali e le varie ferite che cani e gatti impazziti per il panico possono causare a se stessi.

 

Per evitare questo è consigliabile non lasciare all’esterno i nostri amici pelosi, ma tenerli in casa cercando di mascherare il rumore dei botti con la tv o la radio e lasciando che cerchino rifugio in posti che ritengono sicuri, come sotto il letto o in uno stanzino, da cui non dovremo stanarli fino al ritorno alla calma.

Assolutamente da vietare: i balconi, l’animale spaventato potrebbe precipitare nel tentativo di nascondersi, e la catena, con cui il cane potrebbe strozzarsi.

Cosa dobbiamo fare se il nostro animale domestico dovesse fuggire? La prevenzione è la cosa più importante, se il vostro amico ha microchip o tatuaggio (o anche semplicemente una targhetta con numero di telefono) sarà più facile ritrovarlo; in caso di scomparsa cercatelo subito vicino casa, potrebbe essersi nascosto nei dintorni, e se non lo trovaste denunciatene lo smarrimento alle forze dell’ordine e avvisate le associazioni che si occupano di animali scomparsi (come l’AIDAA, sportelloanimali@libero.it); anche le classiche locandine da affiggere nella zona sono un valido aiuto, qualunque passante potrà vedere una foto del vostro animale e riconoscerlo nel caso lo incontrasse.

Un consiglio speciale per i proprietari dei gatti: non fissatelo negli occhi, il micio potrebbe reagire in maniera aggressiva.

 

 

 

 

 
 
 

La Morte... che pena!!!!

Post n°15 pubblicato il 30 Dicembre 2010 da axmm
 
Foto di axmm

 di Otta von Bass

Era il 30 dicembre 2006 quando l’Italia si svegliava con la notizia dell’impiccagione dell’ex dittatore Saddam Hussein, condannato da un tribunale speciale iracheno per crimini contro l’umanità, tra i quali ricordiamo, nel ventennio che va dal 1973 al 2003, soprattutto la repressione compiuta nei confronti della popolazione curda in Iraq, un vero e proprio genocidio se consideriamo la strategia studiata per eliminare gli appartenenti a questa etnia (vedi l’utilizzo delle armi chimiche).

Sebbene all’epoca lo scalpore suscitato da questa morte fece il giro del mondo e in molti polemizzarono per la decisione, a distanza di quattro anni cosa è cambiato a proposito della pena di morte?

 Il 18 dicembre 2007 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato per una moratoria universale della pena di morte in tutti i paesi che appartengono all’ONU; non si tratta di un’abolizione vera e propria della pena capitale, che infatti non verrà cancellata dalle legislazioni delle nazioni che ancora ne fanno uso, ma è un passo avanti verso l’abolizione totale di tale pratica barbara, poiché la proposta è stata ratificata con 104 voti a favore, 54 contrari e 29 astenuti.

 Al giorno d’oggi sono sempre più numerosi i gruppi che si battono contro la pena di morte in nome dei diritti umani, come Amnesty International, organizzazione già vincitrice del Premio Nobel per la pace (1977) e del Premio delle Nazioni Unite per i diritti umani (1978), o l’associazione italiana Nessuno tocchi Caino.

 

Al di là delle motivazioni religiose, la pena di morte può considerarsi sbagliata per diversi motivi: lo stato che ricorresse a tale punizione compierebbe di per sé un omicidio e un “furto” poiché la vita del condannato non è di sua proprietà e costituirebbe un esempio negativo per il cittadino, che si sentirebbe maggiormente legittimato a uccidere, diventando la vita umana meno intoccabile.

Esiste inoltre la possibilità d’errore da parte del tribunale, qualora condannasse a morte un innocente questi non potrebbe essere riportato in vita e qualsiasi risarcimento sarebbe incomparabile alla perdita della famiglia. Un discorso simile si può fare parlando dei familiari di un’eventuale vittima: comprendo l’odio e la voglia di vendetta nei confronti di chi ci ha portato via una persona amata, ma così facendo ci abbasseremmo allo stesso livello dell’assassino e il nostro caro non ritornerebbe comunque da noi.

Molto meglio, a mio parere, condannare chiunque, anche i colpevoli degli omicidi più efferati, a una lunga condanna in carcere, durante la quale abbia modo di rendersi utile svolgendo lavori per la società, seguito da un personale specializzato che possa aiutarlo nella riabilitazione e nella redenzione.

 

 

 
 
 

La tv che venne dal freddo

Post n°14 pubblicato il 21 Ottobre 2010 da axmm
 
Foto di axmm

 Serie tv e tv drama, e se vedessimo qualcosa che fa pensare?

Mi trovo a scrivere questa recensione dopo aver visto questa miniserie

inglese. Diverse cose mi hanno colpito. Intanto mentre la nostra televisione

segue le sorti della nostra politica mostrando troppo intrattenimento e zero

spessore, andando letteralmente allo sfacelo, dall'Inghilterra arrivano queste

due serie che ho trovato interessanti. La prima è skin, una serie a target

giovanile. I protagonisti sono studenti del' penultimo anno del liceo.

La serie segue le storie di questi ragazzi per due anni e poi si rinnova presentando la

generazione successiva. Il taglio è drammatico realistico e questo che

secondo me da lo spessore e interesse alla serie stessa. Non ho ancora

finito di vederla quindi mi riservo di parlarne di nuovo in seguito.

La seconda serie è Misfits. Il nome riprende quello di una vecchia serie

di fantascienza ed è l'acronimo proprio di fans della fantascienza, ma credo

che in questo caso sia usato proprio per il suo senso figurato di disadattati.

Anche questa una serie giovanile, i protagonisti hanno tra i 19 e i 20 anni.

Credo che sia tra le più politicamente scorrette mai viste in vita mia.

Vituperio verbale, violenza, sesso esplicito o meno, droga, e delle musiche

che sono ammiccanti (la sigla è realizzata dai Rapture).

Per quale motivo dovrebbe interessare? Intanto il politicamente scorretto ha

una sua giustificazione. I ragazzi sono quelli della periferia urbana londinese.

Io ho seguito gli episodi in lingua originale capendoci poco e nulla.

La loro parlata è sporca. Il loro slang è fatto per lo più da insulti.

Ma la realtà, il sottofondo è veramente quello della periferia londinese.

La storia è assurda, questi ragazzi, condannati da una corte civile a

lavori socialmente utili vengono colpiti da un filmine e acquisiscono super poteri.

Si può ipotizzare che ci sia stata un esplosione di qualche fabbrica chimica

da qualche parte e che i fumi si siano mischiati con le nubi che hanno

prodotto questa tempesta ma, di questo non si parla. Dell'evento che ha

generato tutto non c'è spiegazione. Vediamo nel corso di tre episodi

lo spaccato che ha portato alcuni di loro a commettere i reati per cui

sono stati condannati. La storia è assurda ma lo sfondo è dipinto benissimo

Ed è reale. Il degrado, personale, civile,giovanile è quello.

Questi “eroi” sono brutti sporchi e cattivi. Si ubriacano, fanno sesso, rubano,

si drogano e uccidono. Eppure, quando si vede da dove vengono, lo spaccato

delle loro storie personali, quasi li si giustifica. Nell'ultimo episodio della

prima stagione appare un “nemico”, una ragazza manipolatrice che attraverso

il suo carisma trasforma i disadattati in bravi ragazzi. Tre superstiti del gruppo

parlano tra loro. Dovremmo avvisare la polizia. Dice la ragazza. Certo, risponde

Nathan, andiamo li e diciamo c'è una manipolatrice che trasforma i disadattati

in bravi ragazzi, non fumano, non si drogano, non rubano e non fottono. Se

quelli la trovano le fanno una statua.

Quanto questi ragazzi hanno bisogno di modelli distruttivi? La risposta è non so.

Ma posso dirvi una cosa. Queste serie tv mi hanno trasmesso qualcosa e mi sono

fermato a riflettere. Di quali altri prodotti televisivi potete dire la stessa cosa?

 

 
 
 

Post N° 13

Post n°13 pubblicato il 03 Ottobre 2010 da axmm
 
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Bestiario

Se parliamo di bestiari ai più verranno in mente quei libroni medievali piene di descrizioni e di figure di animali veri o presunti, fantastici, mitologici, reali o immaginari. in realtà quel libro prende il nome dalle istruzioni che gli antichi davano ai curatori delle bestie negli spettacoli di "extravaganze"presso gli antichi romani. Se volete qualcosa di faceto e di più recente date un occhiata agli "allegri animali di Stranolandia" di Stefano Benni, praticamente un bestiario inventato simpatico e divertente. Quello di cui voglio parlarvi io questa volta, però, è il risultato di una mostra avvenuta presso Modena nel luglio di quest'anno. Da De chirico a Fontana, da Pascali a Severino. animali immaginari, animali inventati, animali artistici, animali fantasticati. tra centocinquanta opere cartacee e varie opere provenienti da mostre pubbliche e provate. purtroppo l'evento è già passato ma chi avesse la fortuna di trovare un catalogo o di reperire la lista di opere presenti a questa mostra rimarrà stupito dalla varietà e dalla qualità di opere sia disegnate che di altra natura. Un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti di animali sia fantastici che reali.

buona visione

 
 
 

PROSSIMAMENTE

Prossimamente parleremo di:

  • OGM
  • serie tv
 

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