Creato da axmm il 25/08/2009

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LA NEGAZIONE DELLA REALTA'

Post n°7 pubblicato il 16 Novembre 2009 da axmm
 

UNA FILMOGRAFIA SCOMODA

Esce in questi giorni in DVD il film di Nico D'Alessandria "L'imperatore di Roma". Ricordo che ho visto questo film e ne rimasi molto colpito. La storia è quella di Gerardo Sperandini (Gerri, poi ho saputo che la storia era vera e nel film lui interpretava se stesso), tossico romano allo sbando che perde durante tutta la pellicola il contatto con la realtà fino a finire tragicamente a fine film. Insieme ad "amore tossico" questo è una delle pietre miliari del genere. Mi colpì molto, ricordo, non solo per le scene crude e impietose, non solo nelle scene in bianco e nero, ma anche nella crudezza del narrare. Una crudezza che non giudica ma fà vedere la desolazione e il disastro esistenziale della vita di quest'uomo. Più tardi seppi che Gerri era ricoverato nel manicomio di Anversa e che ebbe un permesso speciale di 30 giorni per girare questo film. Ora che il film, anche se introvabile esce in DVD la star è morta da tempo. Come anche l'altro protagonista del film "l'amico immaginario" altro film scomodo dello stesso regista. Ricordo che anche in questo film quello che emergeva era l'operosità del protagonista contrapposta con la sua desolazione e solitudine. Come nell'imperatore di Roma il protagonista lotta contro la realtà ed un mondo che non l'ha mai accettato ma il suo non è un rifiuto. Continua ad avere incontri con il suo terapeuta. E alla morte di un amico, una persona che diventata prete era sempre stato un valido sostegno nella sua vita, questi continua a vederlo e a parlargli proprio come amico immaginario. E' come se accettasse la realtà triste e monotona che lo circondava a differenza di Gerri ma quello che non riusciva proprio ad accettare era la morte di quest'amico, e con la stessa forza in cui credeva nella triste realtà circostante continuava a credeci e a vederlo come se fosse ancora esistente.

sono film che trattano argomenti scomodi: il disagio, la solitudine e la malattia mentale. quando persone si trovano in queste situazioni il più delle volte sono costretti a vedersela da soli, le istituzioni che dovrebbero essere di aiuto sono fatiscienti o inefficaci per mancanza di personale o di fondi. E' improbabile se non impossibile tornare a prima della legge Basaglia ma sicuramente qualche cosa bisogna farla... io proporrei di internare nei manicomi criminali quei politici malati di delirio di onnipotenza che sperano di fare i loro porci comodi per sempre alla faccia di quella democrazia sempre nominata e mai attuata... Il voto serve sempre quando fà comodo vero? Andate in malora voi e la vostra stirpe di degenerati...

M.M.

 
 
 

NON SECONDO IL CUORE, MA SECONDO IL BENE...

Post n°6 pubblicato il 15 Novembre 2009 da axmm
 
Foto di axmm

IN MEMORIA DI ANTONIA POZZI

Antonia o Antonella Pozzi, ragazza sensibile, lettrice attenta, artista poliedrica, fotografa, poetessa e traduttice. Potrebbe essere definita con molte etichette, molti epitteti. In realtà il prossimo 3 dicembre ricorre il settantunesimo anniversario della sua morte. Per quale motivo parlarne proprio adesso? Ho scelto tra le tante personalità artistiche del novecento meritevoli di note e ricerche proprio lei per una serie di motivi. Intanto la sua triste vicenda biografica la porta ad interessarsi già dagli anni del liceo di poesia. Questo dimostra la sensibilità e lo spessore che la contraddistingue. Grazie alla passione per la storia antica prima si avvicina al suo professore di liceo di greco e latino. Tra i due nasce qualcosa ma viene osteggiato sia dalla famiglia di lei che dalla società bigotta dell'epoca. Superato il liceo cerca di costruirsi una vita tra una devastazione affettiva, una desolazione interiore e una molteplicità di attività e interessi nel mondo che la circonda. Oltre a leggere e tradurre scrittori europei, viaggiare molto, diviene "maestra" di fotografia e anche l'impegno sociale intrapreso tra il '37 e il '38 non placano il suo spirito tormentato. Il tre dicembre di quell'anno infatti raggiunto il baratro della disperazione interiore si toglierà la vita. La famiglia intimorita dall'idea che potesse avere della loro figlia l'opinione pubblica mette in giro la voce che sia morta di una malattia (tisi se non ricordo male). Scrivo queste righe perchè prendo della artista poliedrica l'esempio degli ultimi suoi anni di vita, in cui nonostante una tremenda sofferenza interiore lascia indissolubilmente la sua traccia nella storia (anche in quella dell'arte) grazie ad il suo impegno personale, sociale e civile. Antonia è il simbolo della ragazza che nonostante viva in un clima di oppressione e di incomprensione lotta fino alla fine per la sua realizzazione e la sua voce per quanto flebile e silenziosa riecheggia oggi più che mai in un clima di immondizia morale, sociale e politica come quello dei nostri giorni.

M.M.

 
 
 

HOPPER- LA PITTURA DEL SILENZIO

Post n°5 pubblicato il 19 Ottobre 2009 da axmm
 
Foto di axmm

Hopper- la pittura del silenzio

Edward Hopper è un pittore amercano, nato a fine ottocento(1882), salvo un breve periodo in europa, fondamentale per lo studio dei classici (Goya, e altri grandi maestri impressionisti  ed espressionisti), rimarrà sempre nei confini degli Stati Uniti. La stessa avanguardia di cui faceva parte, il precisionismo, non avrà proseliti al difuori dei confini. Il maggiore periodo di fama e attività del pittore e del gruppo è tra le due guerre mondiali. La pulizia del colore, le atmosfere nostalgiche, e l'aura di ordine e rigore, richiamano le atmosfere silenziose e irreali tipiche della pittura metafisica, ma mentre in quest'ultima la figura umana è trasposta dai manichini, nell'opera di Hopper è la figura umana, femminile in maggioranza, ad essere protagonista e ad apparire come tranquillo ma anche freddo, incomunicabile, distante o congelato in quel momento e nella sua solitudine. Non a caso Hopper era soprannominato "il pittore dei silenzi".

M.M. 

 
 
 

LA MUSICA DEI NUMERI

Post n°4 pubblicato il 11 Ottobre 2009 da axmm
 
Foto di axmm

A mio parere uno dei riusciti esempi di commistione tra "teatro di narrazione" e spettacolo divulgativo, la rappresentazione di questo "spettacolo" da parte del prof. Odfreddi è stato sicuramente, almeno a mio parere, un momento di cultura,(anche se in parte le spiegazioni e gli esempi pratici in musica venivano intervallati da inutili battute- a mio parere- più consone ad un ambito di cabaret che non ad un contesto del genere), un divago, un esempio di intelligente leggerezza.  Una inconsueta commistione tra conferenza, concerto e momenti di "scherzosa ironia", senza scendere nel dettaglio e divularmi in quelle che sono state le mie impressioni e giudizi, molto meditati visto ch da quello spettacolo son passati più di 10 giorni, che sono comunque state vare e a volte contrastanti. Lo spettacolo consiste in una "conferenza musicata" sulla corrispondenza (o meglio sullo stretto legame) tra musica e matematica. I riferimenti passano attraverso step obbligati, Pitagora, la musica goliardica medievale, il canto gregoriano, fino ad arrivare all musica moderna (Bach, Mozart, Bartok, etc.. ), le performance musico- matematiche sono supportate e mterialmente eseguite dal maestro Robero Cognazzo, il quale rende esplicito attravreso il brano eseguito  il concetto teorico spiegato dal professore.  Accade cosi che il periodo barocco e il concetto di contrappunto servano al professore come pretesto per passare da una elaborazione matematica a una geometrica (nello specifico l'esempio da lui usato è quello dell'applicazione del "canone inverso" nella musica colta- nel suo esempio narrativo cita esplicitamente le variazioni di Bach).

Personalmente non sono rimasto più di tanto colpito, molte cose le conoscevo avedo letto i divesi articoli, libri e saggi del profssor Odifreddi. Ma sicuramente l'effetto dal vivo, in particolare l'impatto con la musica, è stato suggestivo. In più una certa sua insofferenza nei confronti dei filosofi, che a distanza può essere più sopportabile,dal vivo è moltopiù fastidosa. Queste, nonostante tutto positive, sono state le mie impressioni...

 

 

 
 
 

I LOGICI NON DANNO I NUMERI

Post n°3 pubblicato il 04 Ottobre 2009 da axmm
 
Foto di axmm

Sono rimasto impressionato dalla recente polemica sollevata circa i comportamento del Prof. Odifreddi. Il famoso logico è stato citicato più volte anche attraverso canali "mediatici", il fatto nasce da una polemica circa il suo comportamento. La sua reazione di attacco (in realtà si è solo difeso, prima pubblicando una lettera aperta su un giornale, poi in televisione), a mio parere ragionevole e veritiera (nel senso che all'ipocrisia ha contrapposto, ovviamente da logico, la realtà dei fatti: il re è nudo), può essere sembrata ai più irrazionale e spropositata...

riporto qui di seguito solo una parte del discorso contenuto nella lettera aperta:

Signor ministro, leggo (o meglio, mi hanno segnalato di leggere) su Il Giornale di famiglia del presidente del Consiglio che sabato scorso, alla sedicente Festa della Libertà organizzata dall'altrettanto sedicente Popolo della Libertà al Palalido di Milano, moderata (si fa per dire) dal condirettore dello stesso giornale, lei ha tuonato contro «l'intolleranza antisemita del superfluo matematico Piergiorgio Odi-freddi, ex docente baby pensionato», che ha osato restituire il Premio Peano «quest'anno assegnato a Giorgio Israel, ai suoi occhi colpevole di sionismo, ma soprattutto di essere consulente del ministro».

Lei ha poi continuato, con stile e in punta di fioretto, dicendo che «gli imbecilli non mancano mai», e che «le parole di Odifreddi denotano razzismo, incapacità al confronto e stupidità». E ha terminato allargando il discorso, assimilando il mio gesto alla «modalità tipica della nostra sinistra, quella di combattere il governo e Silvio Berlusconi a qualunque prezzo, a costo di insultare allo stesso tempo la maggioranza dei cittadini che lo votano». Mi permetta di rispondere nel merito alle accuse che mi rivolge, fingendo che esse siano in buona fede e dettate dall'ignoranza dei fatti. Naturalmente non posso dir nulla sulla mia imbecillità e stupidità, e mi fido del suo giudizio: in fondo, lei è un valente avvocato che ha superato una difficile abilitazione a Reggio Calabria, dopo una laurea nella vicina Brescia e un precedente passaggio da un liceo pubblico a uno privato, mentre io sono soltanto un modesto docente universitario che ha vinto facili concorsi da assistente, associato e ordinario nell'Università pre-Gelmini, ed è poi andato in pensione dopo 38 anni e mezzo di servizio (e non dopo una sola legislatura in Parlamento).

il resto del discorsolo potete trovare qui:

di Piergiorgio Odifreddi (da Il Fatto Quotidiano 1 ottobre 2009) -

son curioso di sapere voi come la pensate...

 
 
 

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