UNA FILMOGRAFIA SCOMODA Esce in questi giorni in DVD il film di Nico D'Alessandria "L'imperatore di Roma". Ricordo che ho visto questo film e ne rimasi molto colpito. La storia è quella di Gerardo Sperandini (Gerri, poi ho saputo che la storia era vera e nel film lui interpretava se stesso), tossico romano allo sbando che perde durante tutta la pellicola il contatto con la realtà fino a finire tragicamente a fine film. Insieme ad "amore tossico" questo è una delle pietre miliari del genere. Mi colpì molto, ricordo, non solo per le scene crude e impietose, non solo nelle scene in bianco e nero, ma anche nella crudezza del narrare. Una crudezza che non giudica ma fà vedere la desolazione e il disastro esistenziale della vita di quest'uomo. Più tardi seppi che Gerri era ricoverato nel manicomio di Anversa e che ebbe un permesso speciale di 30 giorni per girare questo film. Ora che il film, anche se introvabile esce in DVD la star è morta da tempo. Come anche l'altro protagonista del film "l'amico immaginario" altro film scomodo dello stesso regista. Ricordo che anche in questo film quello che emergeva era l'operosità del protagonista contrapposta con la sua desolazione e solitudine. Come nell'imperatore di Roma il protagonista lotta contro la realtà ed un mondo che non l'ha mai accettato ma il suo non è un rifiuto. Continua ad avere incontri con il suo terapeuta. E alla morte di un amico, una persona che diventata prete era sempre stato un valido sostegno nella sua vita, questi continua a vederlo e a parlargli proprio come amico immaginario. E' come se accettasse la realtà triste e monotona che lo circondava a differenza di Gerri ma quello che non riusciva proprio ad accettare era la morte di quest'amico, e con la stessa forza in cui credeva nella triste realtà circostante continuava a credeci e a vederlo come se fosse ancora esistente. sono film che trattano argomenti scomodi: il disagio, la solitudine e la malattia mentale. quando persone si trovano in queste situazioni il più delle volte sono costretti a vedersela da soli, le istituzioni che dovrebbero essere di aiuto sono fatiscienti o inefficaci per mancanza di personale o di fondi. E' improbabile se non impossibile tornare a prima della legge Basaglia ma sicuramente qualche cosa bisogna farla... io proporrei di internare nei manicomi criminali quei politici malati di delirio di onnipotenza che sperano di fare i loro porci comodi per sempre alla faccia di quella democrazia sempre nominata e mai attuata... Il voto serve sempre quando fà comodo vero? Andate in malora voi e la vostra stirpe di degenerati... M.M. |
Post n°6 pubblicato il 15 Novembre 2009 da axmm
IN MEMORIA DI ANTONIA POZZI Antonia o Antonella Pozzi, ragazza sensibile, lettrice attenta, artista poliedrica, fotografa, poetessa e traduttice. Potrebbe essere definita con molte etichette, molti epitteti. In realtà il prossimo 3 dicembre ricorre il settantunesimo anniversario della sua morte. Per quale motivo parlarne proprio adesso? Ho scelto tra le tante personalità artistiche del novecento meritevoli di note e ricerche proprio lei per una serie di motivi. Intanto la sua triste vicenda biografica la porta ad interessarsi già dagli anni del liceo di poesia. Questo dimostra la sensibilità e lo spessore che la contraddistingue. Grazie alla passione per la storia antica prima si avvicina al suo professore di liceo di greco e latino. Tra i due nasce qualcosa ma viene osteggiato sia dalla famiglia di lei che dalla società bigotta dell'epoca. Superato il liceo cerca di costruirsi una vita tra una devastazione affettiva, una desolazione interiore e una molteplicità di attività e interessi nel mondo che la circonda. Oltre a leggere e tradurre scrittori europei, viaggiare molto, diviene "maestra" di fotografia e anche l'impegno sociale intrapreso tra il '37 e il '38 non placano il suo spirito tormentato. Il tre dicembre di quell'anno infatti raggiunto il baratro della disperazione interiore si toglierà la vita. La famiglia intimorita dall'idea che potesse avere della loro figlia l'opinione pubblica mette in giro la voce che sia morta di una malattia (tisi se non ricordo male). Scrivo queste righe perchè prendo della artista poliedrica l'esempio degli ultimi suoi anni di vita, in cui nonostante una tremenda sofferenza interiore lascia indissolubilmente la sua traccia nella storia (anche in quella dell'arte) grazie ad il suo impegno personale, sociale e civile. Antonia è il simbolo della ragazza che nonostante viva in un clima di oppressione e di incomprensione lotta fino alla fine per la sua realizzazione e la sua voce per quanto flebile e silenziosa riecheggia oggi più che mai in un clima di immondizia morale, sociale e politica come quello dei nostri giorni. M.M. |
PROSSIMAMENTE
Prossimamente parleremo di:
- OGM
- serie tv
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il 16/02/2012 alle 23:32
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