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Creato da: Lucien.Chardon il 26/03/2009
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Muri a secco

Post n°137 pubblicato il 19 Febbraio 2010 da Lucien.Chardon

 

Passo accanto ai muri a secco della campagna e guardo a quelle pietre deposte una sull’altra da oltre cento anni, hanno resistito alle bizze della “muntagna”, agli eventi atmosferici e stanno lì, immutabile testimonianza dell’operosità dell’uomo e di una cultura che inesorabilmente va scomparendo con i vecchi: si tratta di una forma d’arte sublime.

Oggi chi è in grado di erigere muri del genere?

Le case rurali, i muri di contenimento dei terrazzamenti, le scale, le “saie”, i palmenti, gli ovili, gli abbeveratoi su terreni desolati, abbandonati, infestati da sterpaglie, rovi, gramigna, spazzatura, nell’incuria, anzi con l’avallo!, dei nostri amministratori locali che si sono succeduti negli ultimi centocinquarantanove anni, con la giustificazione della necessità di doversi adeguare alla normativa nazionale e comunitaria,  o con il proclama ipocrita e stolido di dovere essere  al passo dei tempi, anche al costo di devastare il territorio.

E allora andiamo avanti così, distruggiamo tutto, abbattiamo i palmenti risalenti al diciottesimo secolo e costruiamoci sopra bungalow, villette a schiera e strutture ricettive.

E andiamo oltre, rinneghiamo la nostra storia, le nostre radici, avanzate pure revisionisti, politicanti, mezze calzette, arruffoni, lasciamo contemplare i muri a secco ai babbioni sconclusionati, amanti della vita campestre e dei paesaggi bucolici.

Lasciamo a maggese le nostri idee, la nostra cultura e le nostre tradizioni, l’importante è andare avanti, la rinascente e indietro non si torna!


 
San Martino del Carso
Valloncello dell'Albero Isolato
il 27 agosto 1916 
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
 
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
 
Ma nel cuore
nessuna croce manca
 
E' il mio cuore
il paese più straziato

G- Ungaretti

http://www.youtube.com/watch?v=aTFF-BaT0MM

 
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