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Il lavoro di gruppo

Post n°132 pubblicato il 22 Gennaio 2010 da Lucien.Chardon

 Il lavoro in team non è sempre facile, spesso si innescano delle dinamiche spiacevoli (dettate dall’invidia, dall’individualismo, dal desiderio di “dominare” l’altro, dalla diffidenza) che portano inequivocabilmente alla frustrazione, al fallimento e all’abbandono dell’obiettivo.

Sul tema si sono affaticati pedagogisti, sociologi, psicologi, giuristi, economisti, i quali, in generale, affermano che il lavoro in team permette di sperimentare soluzioni originali e consente un arricchimento di tutti quando vi è una buona organizzazione e qualora i componenti del gruppo possiedono alcune doti umane indispensabili, quali la capacità di collaborare e cooperare, la capacità di argomentare, di dibattere e confrontarsi, il rispetto delle regole democratiche, l’empatia, la capacità di dialogare, la capacità di creare il gruppo e di socializzare, la capacità di assumere ruoli differenti, la capacità di adattamento, la leaderschip, ovvero la capacità di guida e di valorizzare le singole potenzialità…

E siccome, nessuno è perfetto, di solito finisce tutto in malora!

In ambito lavorativo è molto difficile lavorare in gruppo e a me capita di arrivare alle grosse: “Fatti i cazzi tuoi e pensa al tuo lavoro, stronzo!”, dissi ad un mio collega che, ahimè, non mi saluta più.

Ma c’è di più!

L’altra sera Tremonti nella trasmissione televisiva Porta a Porta gongolava alle parole del sindacalista Bonanni, il quale affermava candidamente che per lui sarebbe stato opportuno ed equo aumentare la tassazione dei consumi.

Io a quelle parole sono rimasto agghiacciato, ovviamente Tremonti era esultante e ci ha “bagnato il pane” in quella solenne minchiata: “Sono lieto che lei si conformi a quello che è l’orientamento economico più moderno!”

Al che, una fitta al fegato mi ha fatto trasalire…

ho spento il video, sono andato in cucina, ho azzannato un cracker per eliminare il bruciore, poi ho bevuto dell’acqua bollita con l’alloro… niente…

Possibile che sia così coglione, mi sono detto?

Tassare i consumi, aumentando quindi l’IVA, significa tassare le fasce più deboli, le quali non godono del meccanismo delle detrazioni, né possono traslare l’imposta; significa aumentare l’inflazione; significa non considerare il principio della capacità contributiva; significa diminuire il valore reale dei salari… una minchiata colossale dal punto di vista sindacale!

Eppoi, come può Tremonti avallare una roba del genere: la normativa dell’IVA è basata su norme comunitarie e lo stato italiano non può apportare grandi modifiche a tale imposta…

Dal che ho ricavato che in politica, il lavoro di gruppo (nel governo, nel parlamento) non è solo difficile, ma è impossibile!

Perché impossibile?

Semplice, i politici oltre ad essere imperfetti (e spesso sono anzi il prototipo, l’incarnazione dell’imperfezione) possiedono un’altra peculiarità: sono quasi sempre in malafede, avanzano o sostengono proposte che loro stessi sanno sbagliate, se non inattuabili!

http://www.youtube.com/watch?v=k3EmA-eJPxs

 
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