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Post n°487 pubblicato il 22 Settembre 2013 da Lucien.Chardon
Anche se fanno sorridere, anche se la loro presenza e il loro comportamento rafforzano la nostra autostima, anche se sono gradevoli quanto lo possono essere i coriandoli in una festa in maschera, bisogna averne timore e condannarne le manifestazioni bizzarre, scorrette e antisociali perché sono sconsiderati, vendicativi, numerosi, imprevedibili, pericolosi, i cretini. Massimamente pericolosi sono i cretini intelligenti, ovvero quelli che perseguono un disegno cretino con scienza e coscienza, sorretti da una incrollabile fede nelle proprie capacità, fiancheggiati da creduloni, pigri, plagiabili. Non voglio scrivere del pazzo che lancia il sasso dal cavalcavia, del capitano che costeggia a bordo di una grande nave da crociera la scogliera: si tratta di fatti impressionanti ma isolati. Voglio scrivere del razzista che arriccia il naso davanti a un extracomunitario deplorandone il cattivo odore e le presunte insane abitudini perché si tratta di un fenomeno diffuso a cui tutti abbiamo assistito. Di razzisti cretini siamo pieni, razzisti che vorrebbero essere simpatici con le loro battute cretine a cui, ahimè, tanti ridono perché la cretineria è contagiosa, non conosce barriere, sollecita la parte più ferina di ognuno di noi, quella non addomesticata dalla cultura, dall’educazione, da una maturazione equilibrata, sana, dall’amore, dal rispetto e dalla generosità. Bisogna condannarli con fermezza i cretini, non ridere alle loro battute, avere il coraggio di essere banali dicendo: “Francamente fai ridere, non per quel che dici, ma per quel che sei, un razzista ignorante, un sottosviluppato, un malato bisognoso di cure”.
Post n°486 pubblicato il 15 Settembre 2013 da Lucien.Chardon
"Non c’è il maestro?" "Sa, abbiamo messo il decoder!" Era un cantante confidenziale, da piano bar, in là con anni e le conosceva tutte, le canzoni da piano bar. Eppoi, aveva anche un’altra dote, conosceva il mondo, non solo perché l’aveva girato in lungo e in largo, soprattutto perché aveva conservato quella speciale limpidezza nello sguardo e nel cuore di chi sa cosa è giusto e cosa sbagliato. Sostituito dal decoder, triste destino di un pianista da piano bar, metafora perfetta dei tempi moderni che se ne infischiano di Rosamunde e di Lise dagli occhi blu, preferendo la tecnologia moderna. Il fatto accadde vent’anni fa quando il maestro aveva superato la settantina e il decoder era la novità. Quando il proprietario della pizzeria mi diede quella risposta, risi di gusto ma decisi di non frequentare mai più quel locale: senza il maestro non era la stessa cosa! Oggi che ho una certa età, che ho avuto qualche esperienza, ogni tanto ci ripenso ancora con divertimento ma anche con un pizzico di amarezza: Chissà con quale marchingegno mi sostituiranno un giorno, quando Rosamunda e Lisa dagli occhi blu non saranno più di moda?!
Post n°485 pubblicato il 14 Settembre 2013 da Lucien.Chardon
Alcune vicende sono come l’olio miscelato con il vino, rivelano una confusione mentale, una malafede, un’ipocrisia, un cattivo gusto difficilmente comprensibili dalle persone perbene, meglio dalla generalità delle persone, naturalmente portate ad operare il bene e a credere nella bellezza e nella giustizia. Alcune vicende sono un concentrato di malafede e stupidità, sono così indigeribili da potere trovare giusta collocazione in un testo destinato a raccogliere la narrazione di tutte le testimonianze dell’imbarbarimento dell’odierna società, un libro il cui titolo potrebbe essere “Stupidario anno …”. Si tratterebbe di un’opera difficilmente collocabile nella letteratura ma utile a capire questa nostra società attraverso un ragionamento di tipo associativo diretto a cercare in fatti diversi, ma emblematici e contrassegnati da stupidità e cattiveria, analogie, connessioni, cause ed effetti. In questo mio ipotetico stupidario rientrerebbe di forza la grottesca vicenda dell’ILVA che è culminata in una frase stupida e cattiva, stigmatizzata giustamente dai sindacati, dai politici: “La società ha messo in libertà millequattrocento operai”. Il fatto in sé è grave, migliaia di famiglie sul lastrico e precipitate nell’incertezza da un giorno all’altro, la locuzione “messa in libertà” stupida, cattiva, insopportabile dalle persone normali che annettono alla parola libertà un significato tutt’affatto diverso a quello sotteso in quell’espressione idiota. L’espressione “mettere in libertà” può adoperarsi quando si restituisce al suo habitat naturale un animale tenuto in gabbia, non può pronunciarsi all’indirizzo di chi viene privato del lavoro e dei mezzi di sussistenza per ragioni incomprensibili, alle persone normali. La libertà è una conquista sociale, una cosa sacra…
Post n°484 pubblicato il 01 Settembre 2013 da Lucien.Chardon
Poiché non è dato sapere quali saranno le prossime decisioni del governo volte a coprire la perdita del gettito dell’IMU sulle prime case già soggette ad imposta e viste le vaghe e svagate dichiarazioni di Letta e Alfano, noi italiani abbiamo guadagnato il diritto di fare delle previsioni. Questo è il privilegio di noi cittadini alla mercé dei capricci e delle stravaganze dei politici i quali non soggiacciono, per un principio di civiltà giuridica enunciato dalla Carta costituzionale, al mandato rappresentativo. E difatti loro se ne fregano e rilanciano assecondando il grazioso vezzo dei mascalzoni e dei tiranni di inveire contro le critiche dell’opinione pubblica, sviando il discorso o recitando la parte delle vittime. Del resto una volta eletti, chissà come e chissà da chi (vista l’esistenza di una legge elettorale pessima che consente di votare il simbolo del partito ma non il candidato), possono fare quel … che gli pare, perché "loro sono loro e noi non siamo un cazzo!". La mia previsione è questa: troveranno le risorse sottraendole ai lavoratori dipendenti ed ai pensionati. E’ il modo più semplice di fare cassa, la via maestra che tutti i governi, siano di sinistra siano di destra, hanno finora percorso in nome di parole rispettabili e degne che nelle bocche dei politici italiani diventano ambigue, false e ingannatrici: coesione sociale, solidarietà, democrazia e libertà. Non temano gli speculatori che scommettono sul default della Grecia e dell’Italia, dormano il sonno dei giusti: i grandi patrimoni, le rendite finanziarie che permettono di controllare le multinazionali e gli Stati non verranno toccati, si rassegnino il lavoratore dipendente e il pensionato a tirare la cinghia, si preparino a soffrire e a godere del privilegio di sostenere l’economia del Paese, sappiano di dovere reggere sulle spalle il peso della crisi perchè "la libertà è partecipazione".
Post n°483 pubblicato il 30 Agosto 2013 da Lucien.Chardon
Quando una persona non è molto allegra di solito si interessa ad argomenti di lana caprina, del tipo “E’ nato prima l’uovo o la gallina!”, ma soprattutto inizia ad apprezzare il lugubre, pone attenzione ai necrologi, predilige le tinte scure, diventa ipocondriaca, scarnifica il proprio linguaggio infarcendolo di luoghi comuni e proverbi, passa il tempo a parlare del tempo che sarà e di quello che fu, un vero e proprio mortorio che allontana qualunque essere vivente. Ne conoscevo uno il cui unico conforto era lamentarsi con il proprio cane, che si chiamava Ulrico. Ulrico, un giorno, spinto dalla disperazione e dalla noia, diede uno strappo al guinzaglio liberandosi dalla presa insopportabile del padrone, si gettò a corpo morto sotto una macchina nera, finendo i suoi giorni di cane sfortunato...suicida. Il che diede un nuovo argomento di discussione al piagnone. Ogni volta che incontrava qualcuno, anche la stessa persona, lo stesso giorno, a pochi minuti di distanza, gli diceva: “Ciao caro, lo sai cos’è successo al mio cane?” Ecco in questo periodo sono proprio come quel tipo, un po’ cupo. Tanto è vero che mi interesso di indicatori statistici. Presto orecchio a questioni che fanno toccare ferro e altri ammenicoli sferici agli sprovveduti e ai maleducati, ovvero ai comuni mortali e non ci crederete eseguo delle ricerche sull’aspettativa di vita dei popoli, con particolare attenzione alla classifica stilata dalle Nazioni Unite, laddove emerge che l’Italia è uno dei Paesi più longevi al mondo. Tuttavia qualcosa mi fa dubitare di questa classifica. La longevità degli italiani dipende forse dalla qualità della vita e da un sistema sanitario tutto sommato abbastanza efficiente, almeno fino a qualche anno fa. Tuttavia, l’altro giorno, ho letto un articolo dove si evidenziava che in alcuni Paesi la speranza di vita, invece di salire come è accaduto da sempre, ha iniziato a scendere, anche in modo repentino. Acuti osservatori hanno evidenziato che la causa più evidente sia da ricercarsi nel peggioramento del Welfare: nei tagli alla spesa sanitaria e sociale. Secondo me l’Italia rischia di diventare uno di quegli stati in cui si è osservato il fenomeno testé descritto. P.S.: Siete autorizzati a toccare ferro, non mi offendo, lo fanno tutti quando dico ste scemenze!
Post n°482 pubblicato il 28 Agosto 2013 da Lucien.Chardon
C’è a chi piace, c’è a chi no! Io appartengo alla seconda categoria, a me non piace! Ah dimenticavo di precisarlo, a me non piace stare al centro dell’attenzione, davanti agli altri. Non perché non sia in grado di sostenere la parte, semplicemente preferisco stare nelle retrovie. Non solo si sta molto più tranquilli ma, non ci crederete, l’ambiente è molto più stimolante e ricco di fermenti, si respira un’aria pulita e fresca, si ride di gusto, a scialacori. Il problema di quelli che invece amano stare in trincea è quello di dovere sempre esporsi anche quando si tratta di questioni a loro indifferenti, devono essere pronti e preparati a tutto, sono molto ostili, ostinati e ostracisti: chi sta in trincea ha sempre la baionetta infilata sulla canna del fucile, pronto all’assalto, sostenuto dalla ferma convinzione che la migliore difesa è l’attacco. Porelli! Invece amenonfreganiente di battaglie e di guerre che lasciano il tempo che trovano in questo universo. Me la godo comodamente nelle retrovie, magari all’ombra di un bell’albero, succhiando una foglia, fischiettando e cantando accanto ad un fiume. Certo, forse gioirò quando qualcuno di quelli che sta in trincea portato dalla corrente passerà davanti ai miei occhi, cadavere, ma non sono invidioso, checché! A quelli che si prendono gli applausi stando in prima linea, “li voglio tutti bene!”
Post n°481 pubblicato il 27 Agosto 2013 da Lucien.Chardon
Post n°480 pubblicato il 26 Agosto 2013 da Lucien.Chardon
Ieri sono partito nel tardo pomeriggio pieno di entusiasmo alla volta di Bergamo con la mia autovettura offesa la notte prima da un ladro poco ambizioso, maldestro, forse obnubilato da sostanze psicotrope, che ha rotto il finestrino non rubando nulla (eppure ce n’erano di cose: i tappetini, i fazzoletti di carta, l’ombrello, una rivista del 2011, le caramelle…) A Brescia c’era caldo e quindi sono uscito indossando una mise casual, jeans e maglietta, decidendo di coprire il percorso evitando l’autostrada, avvalendomi, però, dell’amico tom tom che il ladro sprovveduto non aveva rubato. A dieci chilometri da Bergamo ho notato nel cielo dei fulmini, dopo qualche chilometro un gocciolone bagnava il parabrezza, successivamente mi è arrivata una telefonata che mi allertava di una tromba d’aria in località Treviolo. Ho deciso eroicamente di proseguire fino a che non mi sono trovato dentro un nubifragio. Le strade allagate, auto in panne, veicoli incidentati ai bordi della carreggiata, il pezzo di plastica, ricavato da un sacchetto della spazzatura, messo alla meno peggio, emetteva un sordo lamento ma resisteva, automobilisti che acceleravano invece di rallentare. Ero incerto se proseguire ma sono andato avanti e, nonostante le avversità atmosferiche, sono arrivato in orario. Anche la tromba d’aria è superata, chi parte sa da dove parte ma non sa dove arriva, non esistono più le mezze stagioni, è proprio ora di cambiare macchina e di lasciare la città!
Post n°479 pubblicato il 25 Agosto 2013 da Lucien.Chardon
Recenti studi sostengono che oggi il periodo dell’adolescenza finirebbe a trentadue anni, età in cui si acquisterebbe la maturità psichica peculiare dell’età adulta. Da cosa dipende questo ritardo e soprattutto è sano? Visitando Wikipedia alla voce Psicologia dello sviluppo, nella sottovoce “Fasi dello sviluppo” si legge testualmente: Adolescenza (da 13 anni a indipendenza economica) Se avesse ragione Wikipedia, lo sviluppo psicofisico degli italiani sarebbe ritardato dalla difficoltà di tanti giovani di trovare lavoro e acquisire l’indipendenza economica. Chi vive di rendita, sono pochi ma ci sono, maturerebbe prima: a quattordici anni sarebbe un adulto. E anche chi riesce a trovare lavoro prima avrebbe uno sviluppo accelerato rispetto alla maggioranza di giovani meno fortunati. Se avesse ragione wikipedia i tedeschi avrebbero uno sviluppo più rapido degli italiani, acquisendo prima l’indipendenza economica. E così?, o una volta tanto Wikipedia ha fallato, meglio ha errato, ancora una volta, la semplificazione delle categorie, incapace di inquadrare integralmente una società complessa e dinamica. Ma vi è di più. Oggi ci sono anche tanti giovani che, pur avendo l’indipendenza economica, non sono autonomi: continuano a vivere con i genitori anche oltre gli anta e non tutti sono in grado di rifarsi la cameretta. Possono dirsi tali soggetti adulti? Certo dal punto di vista civilistico, sono maggiorenni e quindi dotati di capacità di agire ma dal punto di vista sociale sono incapaci, avendo necessità di un adulto di riferimento che li accudisca anche nello svolgimento di compiti elementari. Poi ci sono quegli individui che sono incapaci di mantenere in vita un rapporto stabile e duraturo: ne conosco diversi che sono al terzo o quarto divorzio. Possono dirsi tali soggetti adulti? E a questo punto mi chiedo e vi chiedo chi sono gli adulti? Difficile dirlo, per me essere adulti significa anche avere una propria visione del mondo, avere degli obiettivi e adoperarsi per raggiungerli, essere autonomi e capaci di intrattenere e mantenere stabili relazioni sociali adottando comportamenti adeguati, essere capaci di assumersi responsabilità.
Post n°478 pubblicato il 24 Agosto 2013 da Lucien.Chardon
Post n°477 pubblicato il 20 Agosto 2013 da Lucien.Chardon
Fino a qualche ora fa mi sentivo un leone! Adesso accuso tutta una serie di sintomi preoccupanti: indolenzimento muscolare, bruciore allo stomaco, spossatezza, sudorazione e sete, un relitto umano. Sarà allergia al lavoro? Un mio amico medico sostiene che i suoi pazienti nel periodo delle feste stanno bene e che si ammalano subito dopo a causa dei bagordi e di altre motivazioni di natura psicosomatica. Sarà così anche nel mio caso?
Post n°476 pubblicato il 20 Agosto 2013 da Lucien.Chardon
Il dito del piede è guarito, le ferie sono quasi finite e mi è arrivata la conferma per il volo di domani corredata da una variegata offerta di prodotti inutili per i viaggiatori viaggianti.
C’è un po’ di malinconia però non mi dispiace del tutto tornare al mio lavoro, ai ritmi consueti, alla posta, alle bollette, insomma al solito tran tran.
Novità importanti, nuovi e sfidanti obiettivi m’attendono ed io sono pronto, rifocillato dalla cura a base di granite con panna sopra e sotto, dai panini imbottiti di carne di scecca innaffiati da bottiglie di vino della Nunziata consumati in street food nostrani, dalla talassoterapia fruita in stabilimenti balneari, dalle lunghe passeggiate sull’Etna.
Con la presente, sperando di farvi cosa gradita, mi pregio rimettervi il tormentone dell'estate 2013, cogliendo l'occasione per porgerVi i miei più sinceri e cordiali saluti. P.S.: Una sola riflessione: perché quando si è felici non si ha bisogno dei nuovi e sfidanti obiettivi???
Post n°475 pubblicato il 18 Agosto 2013 da Lucien.Chardon
A me fa abbastanza sorridere questa specie di guerra dei sessi che talvolta affiora in modo più o meno evidente nelle parole livorose di certe signore e signori i quali vorrebbero affermare il primato del sesso di appartenenza evidenziandone una maggiore intelligenza. Tale impostazione è a mio parere da primati e con questo post non voglio certo inserirmi nel filone caro a tal fatta di primati in quanto non mi ritengo un misogino o un minchione. E non ritengo le mie lettrici delle acide frustrate poco intelligenti. Quindi questo post deve essere preso per quello che è: un gioco! E’ un dato incontrovertibile che molte donne sbagliano nella scelta del partner e uno degli errori riguarda purtroppo le capacità amatoriali del prescelto il quale si rivela, alla prova dei fatti, un mollaccione soporifero degno di essere cornificato. Pertanto voglio dare qualche consiglio alle donne per agevolarle nella scelta degli uomini attraverso alcune semplici indicazioni, con particolare attenzione alla sfera sessuale: 1) Diffidate dai belli, sono freddini e poco generosi in amore (per loro i preliminari riguardano le compravendite o delle partite di calcio); 2) Il buon giorno si vede dal mattino, un buon amatore deve saper baciare; 3) Se cercate un toro diffidate dagli inappetenti: se in spiaggia notate un uomo che mangia avidamente una porzione di parmigiana, presceglietelo senza esitare; 4) Un uomo fantasioso e con molti interessi di solito è fantasioso anche sotto le lenzuola. 5) La quinta non la scrivo, l’ha già scritta Beethoven.
Post n°474 pubblicato il 18 Agosto 2013 da Lucien.Chardon
Stamattina non sono potuto andare in montagna a causa dell’infortunio di ieri e quindi ho preferito razzolare per il paese.
Nel bar ho incontrato il signor fischietti che mi ha intrattenuto in una piacevole conversazione che si è prolungata fino alla fontanella della piazzetta adiacente dove mi sono fermato per bere un sorso d’acqua al fine di placare l’arsura dovuta alla chiacchierata ed alla granita.
Dopo aver bevuto mi sono reso conto con sconcerto che il signor fischietti s’era bloccato, non parlava più da un minuto netto, cosa che mi ha fatto temere il peggio e che mi ha quasi indotto a dargli una scoppola sulla nuca, come si fa con gli elettrodomestici quando “si incantano”.
Constatando che comunque non aveva perso la motilità, l’ho seguito senza dirgli niente, più per pigrizia che per condiscendenza, lungo la scaletta e poi sul marciapiede.
Girato l’angolo, proprio di fronte all’edicola, il signor fischietti si è sbloccato prorompendo nel sensazionale annuncio: “L’hanno liberato!”
“Chi?”, chiedo io in tono di esasperata apprensione.
“Il delinquente, il mafioso che stava vicino alla fontanella!” Faccio mente locale, in effetti vicino alla fontanella c’era un tipo allampanato, le labbra atteggiate ad un sorriso smorto, magro come un chiodo, capelli bianchi, sottili, radi e lunghi, un tipo sifilitico di quelli che si possono incontrare nei corridoi dei reparti "malattie infettive" degli ospedali.
Sono esterrefatto e sto per dirgli qualcosa di sconveniente.
“Certo si fa vedere dalla gente, così acquista potere!”
Ahi serva Italia! Meglio pensare all'amore!
Post n°473 pubblicato il 17 Agosto 2013 da Lucien.Chardon
A volte sottovalutiamo il minghiolo del piede destro.
Oggi l’ho rivalutato dopo essere scivolato sul “lippu” (muschio) insistente sugli scogli.
E sì che una signora gentile e buona mi aveva anche avvertito: “Bisogna tenersi!”
Non l’ho ascoltata e mi sono giocato il minghiolo del piede destro.
Sicché adesso sono claudicante e arrabbiato con me stesso e la cattiva sorte.
E poi c’è un'altra cosa che mi fa incazzare: tutti sottovalutano l’incidente e cambiano discorso come si fa con i vecchi rincoglioniti quando sono troppo molesti con i loro discorsi ripetitivi sui tempi che furono.
Questa indifferenza mi fa imbestialire.
Non è mica bello soffrire senza il conforto di una parola buona da parte di chi ci sta vicino!
Ma vi è di più, miei cari, adesso, oltre al dito del piede, il dolore si sta estendendo e non c'è unguento topico che possa bastare.
Un rinnovato senso di colpa mi serra la gola per come mi sono comportato in passato. Bisogna avere sempre rispetto dei sentimenti degli altri… e anche del dolore del minghiolo!
Post n°472 pubblicato il 16 Agosto 2013 da Lucien.Chardon
In queste settimane di ferie ho avuto modo di incontrare diversi bambini, con grande gioia, commozione, meraviglia e anche divertimento, che non guasta mai.
In effetti, gran parte del divertimento è stato dovuto agli adulti, al modo in cui alcuni “grandi” interagiscono con i piccoli.
Ho visto e sentito con i miei occhi e le mie orecchie una signora elegante, in tubino nero, salutare un pargoletto di otto mesi ben cinquantasette volte di fila (ciao, ciao, ciao…) e intuirete qual è stata la reazione del neonato: un pianto dirotto e straziante.
Se a quella scena avesse assistito un fumettista, sono sicuro che questi avrebbe collocato una nuvoletta sulla figura del marmocchio con la seguente frase: “Cosa vuole questa deficiente a molla?!”
E non solo, ho visto e sentito un signore alto quasi due metri per centocinquanta chili di stazza gattonare sul pavimento urlando come uno sciacallo dopo un lauto pasto, una signora gridare PIPIPIPIPIPIPIPIPI, un signore ripetere con voce stentorea e sillabando “PEPPA” per tutta la serata, una cosa fuori di testa, un tipo, forse nostalgico del periodo del servizio militare mimare in rapida sequenza il passo del giaguaro, il passo del leopardo e il passo del leprotto impallinato nel sederino da un cacciatore di frodo. Ridicoli.
E anch’io non mi sono risparmiato, ma non è giusto infierire.
Tutte queste esperienze hanno fatto maturare in me il seguente convincimento, che farà gridare allo scandalo chiocce, polli e pulcini: nell’interazione tra gli adulti e i bambini emergono facilmente le difficoltà relazionali degli adulti.
Post n°471 pubblicato il 15 Agosto 2013 da Lucien.Chardon
Pochi sanno che oggi si commemora San Napoleone martire.
Questo santo fa parte senz’altro più della storiografia e della politica che dell’agiografia. Infatti, al culmine dell’ascesa, con la vittoria di Austerlitz il 2 dicembre 1805, si volle avere la celebrazione del compleanno dell’imperatore (nato ad Aiaccio il 15 agosto 1769).
A tal fine furono effettuate delle ricerche (come quelle che si affanna a fare in gran segreto Bondi) che portarono alla scoperta (o all’invenzione?) di un santo martire di nome Neapolis, compagno di S. Saturnino. Accludo sonetto del sommo vateRenato Bondi e santino.
A Silvio
Post n°470 pubblicato il 15 Agosto 2013 da Lucien.Chardon
Passare il dito sull’orlo del bicchiere produce un suono gradevole specie quando sul fondo c’è ancora un pochino di vino ed è notte Una notte di luna piena buona per i lupi mannari per gli alcolizzati e per gli esploratori come me che seguono le tracce dei buoni propositi e delle false intenzioni per riprendere la pista
Una pista abbandonata da mille anni probabilmente ricoperta di bitume sporcizia rovi e sterpaglie affollata da strane creature che biascicano in una lingua sconosciuta e comprensibile solo grazie alla modulazione della voce il pianto dei disperati che si solleva piano un singhiozzo quasi soffocato che fa vibrare l’anima uno stremato desiderio di vita e di morte uno spiraglio di luce per chi vuole ancora capire nonostante sembra essere troppo tardi
Post n°469 pubblicato il 14 Agosto 2013 da Lucien.Chardon
Post n°468 pubblicato il 13 Agosto 2013 da Lucien.Chardon
Oggi ho capito una cosa: qual è il momento preciso in cui si percepisce la propria età Di solito, per dirla alla Kundera, noi esseri umani siamo senza età. Tuttavia, in alcuni frangenti, quasi sempre fastidiosi anche se divertenti, diciamo tragicomici, ci si rende conto esattamente di essere il vecchietto della carta di identità, meglio della data di nascita riportata sulla carta di identità.
Può succedere in qualsiasi frangente, ascoltando Radio anni 70, 80, 90, crollando sotto il peso di un sacco di cemento, avvertendo uno strano senso di nausea, disgusto e acidità dopo aver mangiato l’agognato arancino, quando si ha un dialogo con il giovane collega del seguente tenore:
“E’ morto, sì ma aveva la sua età!”
“Quanti anni aveva, non mi sembrava anziano!”
“Perdiana, aveva quarantatrè anni, era un bacucco!”
Può accadere, ed è questa la situazione più brusca, violenta e stressante, incontrando la vecchia fidanzata, ingrassata e con prole al seguito, come mi è successo ieri.
Nei miei ricordi lei era una fanciulla aggraziata, vezzosa, una deliziosa cocorita ed io il cocorito ammaliatore.
E invece ieri ci siamo guardati con gli occhi appannati, tutti e due, senza quasi vederci:
Che tristezza!
Più che un cocorito, mi son sentito un vecchio merlo indiano sardonico e imbruttito che ripete sconcezze facendo sogghignare le vecchie signore.
Alla fine ci siamo allontanati, un saluto impacciato e furtivo, sbigottiti come chi ha subito il furto di un gioiello, da una gazza ladra.
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Inviato da: Lucien.Chardon
il 21/05/2024 alle 13:54
Inviato da: OgniGiornoRingrazio
il 20/05/2024 alle 21:16
Inviato da: Lucien.Chardon
il 18/05/2024 alle 14:32
Inviato da: OgniGiornoRingrazio
il 17/05/2024 alle 23:24
Inviato da: OgniGiornoRingrazio
il 17/05/2024 alle 23:24