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Creato da: Lucien.Chardon il 26/03/2009
C'è un grande prato verde...

 

 

Chi ha inventato la piZza?

Post n°467 pubblicato il 11 Agosto 2013 da Lucien.Chardon

 

Vi è una disputa culinaria accesissima  circa l’origine  della pizza tra i gastronomi cinesi e  italiani.

Chi l’ha inventata?

Ovviamente, non risponderò in modo compiuto a questa domanda perché non ne ho voglia e accoglierò le vostre risposte con interesse e curiosità.

Non ho voglia di documentarmi e scrivere un post pseudoscientifico.

Voglio solo evidenziare un elemento inoppugnabile: alcuni degli ingredienti su cui si basano i piatti italiani  sono stati importati da altri continenti.

Da ciò può dedursi (o indursi, per essere più precisi) che  quello che alimenta e arricchisce la cultura di un Paese è lo scambio, non certo lo sciovinismo.

http://www.ilnuovosud.it/site/wp-content/uploads/2009/06/eq_it-na_pizza-margherita_sep2005_sml.jpg

 
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Idiosincrasie

Post n°466 pubblicato il 11 Agosto 2013 da Lucien.Chardon

 

Ognuno di noi ha delle idiosincrasie.

Ci sono quelli che non tollerano le smancerie ipocrite, quelli che non sopportano il vicino che parla ad altissima voce al cellulare, quelli che odiano i murales, quelli che vanno fuori di testa quando vedono all’angolo della strada la cacca di un cane, quelli che si angosciano per il troppo silenzio, quelli che stramazzano al suolo per il troppo chiasso, quelli che rimangono abbacinati e disorientati dai colori chiari, quelli che storcono il labbro per i colori scuri, quelli che maldigeriscono la carenza di vocali, quelli che sbattono la testa contro il muro  per uno iato, quelli che sbarrano gli occhi al suono di un clacson, quelli che guardano con disgusto le stelle e la luna…

Le idiosincrasie sono semplicemente un meccanismo di difesa contro le nostre paure dovute in parte da alcune sostanze rilasciate in maniera inadeguata dal nostro organismo (come la serotonina), paure  che possono essere agevolmente superate attraverso l’assunzione di cibi.

Da parte mia, consiglio il cannolo di ricotta o la sfogliatella, secondo i gusti.

Se però non volete ingrassare, allora è meglio imparare a conoscere e affrontare le proprie paure (possibilmente senza giudicare gli altri)  poiché è risaputo che la conoscenza è alla base del progresso e dell’evoluzione mentre nell’ignoranza alligna la barbarie, il razzismo e il ripiegamento sterile in sé stessi.


 

 
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Il fumo fa male!

Post n°465 pubblicato il 10 Agosto 2013 da Lucien.Chardon

 

Mentre slappavo avidamente il cono gelato mandorla e caffé  seduto sulla panchina rinfrescata da un dolce refolo serotino, ad occhi chiusi come quando si bacia l’innamorata, all’improvviso non mi arriva il lezzo terribile della zaffata del fumo di sigaro aromatizzato alla grappa di un insopportabile minchione accessoriato di bermuda, infradito e borsello anni '70?

Cose da pazzi, non si convincono che il fumo uccide e che fa male?!

Sono tempi di barbarie e inciviltà in cui non vi è rispetto per un povero cristiano che dopo una giornata di lavoro si vorrebbe godere in santa pace un cono gelato.

E poi si lamentano che  hanno il fiato corto,  i denti gialli, che soffrono di aerofagia, deficit erettile e che sono dei poveri cornuti mezzi scemi alla mercé delle multinazionali.

Sai dove devi ficcartelo il sigaro, povero sfigato!



 

 
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Tradizioni da superare

Post n°464 pubblicato il 08 Agosto 2013 da Lucien.Chardon

 

Nei pressi del porticciolo,  c’è una solarium comodissimo.

Attraverso una scaletta di legno  si accede comodamente al mare, l’acqua è quasi sempre limpida, calda e trasparente.

Allontanandosi un po’ si vede il paesaggio tipico del borgo di mare, la scogliera, il lungomare, i grappoli di case, la piazzetta con le panchine e la fontana,   la chiesa e il campanile, il vecchio pescatore dal viso cotto dal sole seduto sul muretto dal millenovecentosettantotto, in lontananza l’Etna.

Ed è proprio lì che un giorno sì e l’altro pure, tranne la domenica,  ogni pomeriggio nuoto per qualche chilometro.

Dopo di ciò risalgo la scaletta e mi distendo sul solarium rilassato, sereno e contento come un papa, nessun pensiero, tutto è pace e silenzio in me.

Tranne oggi.

Alle 17.45, un tizio a poca distanza  da me ha fatto esplodere dei fuochi pirotecnici.

Subito dopo dal cielo sono caduti sulla mia testa dei residui di carta e altro materiale bruciacchiato mentre il delinquente panzone in canotta, dopo avere caricato la sua roba,  montava sul suo fiorino allontanandosi alla chetichella, non senza avere ricevuto il mio benevolo saluto.

Ho saputo dopo, da un indigeno, che trattasi di un’antica tradizione popolare:  i fuochi pirotecnici richiamano i fedeli alla funzione religiosa dell’antivigilia della festa del santo patrono.

Che cosa deliziosa e sorprendente (visto che è la prima volta che assisto ad una cosa del genere in quel posto dopo vent’anni di assidua frequentazione).

Ma non sarebbe bello superare certe tradizioni?

Che senso ha sparare i botti nel primo pomeriggio, a rischio di fare venire un coccolone ai poveri bagnanti?

Non potrebbero spendere meglio i loro soldi e il loro tempo?

Cornuti!


 

 
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Mi spiace non ho tempo

Post n°463 pubblicato il 08 Agosto 2013 da Lucien.Chardon

 

Conosco un signore che è cosi impegnato da non avere un minuto di tempo per bere un bicchiere acqua selz e mandarino verde in un chiosco con un amico.

Con le donne pratica soltanto il classico mordi e fuggi e tante volte nemmeno  quello.

Diciamo che vive una vita di m… nonostante sia abbiente,  lavorando tutto il giorno, e si dibatta in mille questioni di lana caprina, di scarso o nullo valore sociale.

Da parte mia glielo dico sempre che sta sbagliando e che un giorno improvvisamente si ritroverà vecchio, solo e malato a contarsi i danari, nella migliore delle ipotesi finirà i suoi giorni a  farsi spillare i soldi da una bella badante che lo costringerà a farsi il bagnetto con il peperoncino, contorcendosi dal dolore.

So  di essere molto antipatico, soprattutto quando gli domando  se ha comperato già il loculo!

Non posso farci niente son fatto così!

Volendo estendere il discorso, secondo me uno strumento per diminuire la disoccupazione dovrebbe essere quello della redistribuzione delle ore di lavoro: lavorare meno e tutti.

Lo so si tratta di una soluzione difficilmente praticabile  a causa della rigidità del mercato del lavoro  e dei processi produttivi.

Ed anche le posizioni ideologiche e partigiane di sindacati,  imprenditori, organizzazioni di categoria,  non agevolano l’accoglimento di questa  impostazione cara ai filosofi dell'antica grecia.

Soprattutto, il problema, a mio parere, sta a monte: sarebbe necessario un cambiamento culturale, concepire il lavoro non come il fine ma come il mezzo per la realizzazione personale, per la tutela della qualità della vita e del benessere individuale e collettivo.

Ma io ho l'impressione che la vecchia Europa, per quanto concerne il lavoro,  stia andando dietro la Cina dove si lavora a ritmi insostenibili che hanno accresciuto in maniera esponenziale il numero di suicidi e dove i diritti dei lavoratori vengono continuamente calpestati ad esclusivo vantaggio della produttività e dei profitti.


Lavoratori Cina



 

 
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A me gli occhi, please!

Post n°462 pubblicato il 07 Agosto 2013 da Lucien.Chardon

 

A volte mi capita di vedere un signore che fissa immobile la matita che impugna a trenta centimetri dal proprio naso.

E’ una scenetta esilarante.

Certo il signorino mi ha detto che si tratta di una tecnica per rilassare gli occhi  e non di un espediente per non lavorare, però, indubbiamente,   fa ridere.

Fa ridere perché è bizzarro, sciocco e soprattutto  perché induce all’emulazione, specie i più deboli e meno avveduti: e infatti, immancabilmente, chi lo vede recupera in fretta una matita e ripete lo stesso gesto smettendo di lavorare.

Certo chi ripete il rito lo fa per una motivazione personale che si discosta sovente da quella del santone dei poveri.

L’emulazione gioca un  ruolo rilevante nell’apprendimento,  nelle interazioni sociali.

Oltre ai sociologi,  agli etologi, agli  psicologi, ai pedagoghi,  se ne occupano  anche gli economisti per spiegare i fenomeni economici, il funzionamento dei mercati, il comportamento dei soggetti economici (le famiglie, gli imprenditori, lo stato).

Alcuni scienziati, di recente, hanno scoperto i neuroni specchio attraverso i quali si svilupperebbe l’empatia, ovvero la capacità di mettersi nei panni dell’altro.

E questo interesse interdisciplinare  testimonia l’importanza dell’emulazione, oltre che delle tecniche di rilassamento...

Per quanto mi riguarda, continuo con il mio palming.

In ogni caso, male non fa!


 

 
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Perchè ricordiamo certe cose e perchè altre le dimentichiamo?

Post n°461 pubblicato il 07 Agosto 2013 da Lucien.Chardon

 

Nel 1929 i contadini Bresciani decisero di abbassarsi il salario e alzare l'orario di lavoro,  accogliendo l’accorato invito dei gerarchi,    spinti, a loro volta, dall’amore verso il Duce.

Li seguirono i contadini di Pavia, persuasi  dalle parole appassionate del locale  gerarca, uomo estremamente ambizioso, vile e privo di fantasia.

E da lì in poi fu una gara tra gli infervorati e commossi contadini di  tutta Italia ad abbassarsi il salario per mostrare al duce quale fosse la misura del proprio attaccamento alla patria e all’ideale.

Una sera in cui era più magnanimo del solito,  il Duce pensò bene che occorresse dare una mano a quei poveracci dei fittavoli, alzando  il potere d’acquisto dei loro salario reso miserrimo dall'amore e  dalla salda fede nell’ideale fascista.

Ragion per cui impose, attraverso vie traverse,  anche ai proprietari terrieri di abbassare i loro canoni  per l’affitto dei terreni.

Fu allora che i latifondisti insorsero e la faccenda così arrivò alla Corte di Cassazione la quale dichiarò illegale la misura varata dal fascismo ai danni dei proprietari.

Ovviamente la stessa cosa non avvenne per i contadini i quali continuarono ancora per un po' a stringere la cinghia.

Questo racconta Gaetano Salvemini in uno scritto che lessi diversi anni fa e che mi è ritornato in mente stasera.

Il problema è che  (porca miseria!)  non riesco a ricordare dove ho messo la chiave del cancello stamattina...

Bah misteri della memoria!!!




 

 
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Che fa, conta tutti?

Post n°460 pubblicato il 04 Agosto 2013 da Lucien.Chardon

 

“Che fa,  conta tutti?”

“Sa, pratico lo  slow trekking!”

Durante le ferie, la domenica non vado al mare, preferisco l’Etna.

Così oggi mi sono dedicato al sentiero che si parte dal rifugio Citelli e che arriva a Piano Provenzana.

E’ la mia passione, ed ogni volta che scendo in Sicilia, condizioni meteo permettendo, lo faccio!

Quasi sempre in solitaria giacché i miei amici, di domenica, rifuggono qualsiasi sforzo fisico, salvo quello delle mandibole per mangiare ai quattro palmenti.

Certo la macchia di granita “gelsi e panna” sulla maglietta non era il massimo, però ero un bel figo.

E pensavo questo, pavoneggiandomi,  fino a quando sono arrivati dei trekkers  professionisti che, come si conviene ai professionisti,  correvano mentre io avanzavo, certo con passo fiero, quasi marziale, come un Carlo Magno del mongibello,  ma un passo lentissimo.

Me li sono trovati lungo un passaggio un po’ impegnativo e mi sono messo da parte per farmi superare.

Ad un certo punto, una biondina dal fisico longilineo con calzoncini attillatissimi mi ha sorriso dicendomi: “Che fa conta tutti?”

Ed io non ho potuto fare altro che dire la prima sciocchezza che mi veniva in mente.

E tuttavia, è successa una cosa strana.

Che poi è la ragione di questo post.

Non lo avrei scritto, se non avessi avuto un concetto importante da rivelare ai miei quattro, silenziosi, lettori.

Mi sono accorto di correre anche io.

Tanto è vero che ho iniziato a grondare sudore, il cuore è iniziato a martellare come un tamburo e ho cominciato a sentire una sensazione di freddo ai polpacci…

"Che cavolo sto facendo?", mi sono detto ad un certo punto.

E mi sono risposto dandomi del coglione!

Non ci crederete, correvo in stato di trans (come mi è capitato di recente, in una situazione meno impegnativa,  sulla scala mobile della novissima metropolitana di Brescia dietro le cuciture di un paio di jeans ben riempiti dalla sosia di Belen).

Indubbiamente, mi era stato fatale lo sculettamento di quella sciagurata.

A volte basta uno stimolo per ritrovare la vitalità perduta e non bisogna, per forza, inventarsi chissaché.


 

 
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Il giornalista di costume

Post n°459 pubblicato il 03 Agosto 2013 da Lucien.Chardon

 

L’altro giorno una  giornalista di costume ha dichiarato che quest’anno  è di moda il bikini.

Ed oggi ho avuto conferma di tale notizia dopo avere effettuato una  mia piccola personale inchiesta in loco, cioè sulla spiaggia.

Inchiesta che ha suscitato in me  molta soddisfazione  e più di un  fremito.

A posteriori, mi sarebbe piaciuto fare il giornalista… di costume.

Sicuramente il giornalismo di costume da spiaggia  è un mestiere molto superiore  rispetto  al giornalismo che si pratica nel Parlamento siciliano, quello, per intenderci, dell'Ufficio Stampa.

Anche perchè nel giornalismo di costume c'è molta meno concorrenza.

Infatti, nel Parlamento siciliano, fino a qualche tempo fa ce n’erano venticinque: venticinque giornalisti agguerriti, incazzati e competitivi, stipendiati lautamente dalla regione e impegnati a scrivere dei lavori del parlamento, a dire il vero alquanto poco intensi.

Ve li immaginate venticinque raccomandati con la fronte imperlata di sudore!

Che ambiente!

Doveva essere stimolante, ma anche estremamente faticoso,  far parte dell’ufficio stampa della Regione: chissà quali sforzi di fantasia per inventarsi delle  notizie inesistenti vista la notoria scarsa propensione al lavoro dei parlamentari siciliani.

Capperi, un esercito, venticinque per documentare i lavori in un cantiere in dismissione!

No no, fare il giornalista di costume di spiaggia e molto meglio, l'unico cruccio è che si tratta di un lavoro malpagato, anzi non pagato: ma è più raffinato dirsi giornalista di costume da spiaggia che  definirsi disoccupato!

Inoltre, volete mettere la soddisfazione di scrivere di tanga, brasiliane, bikini, parei, e accessori vari, magari con qualche escursione temeraria sul feticistico e sull'erotismo sardonico,  liberi dai vincoli che legano i giornalisti della regione ai partiti e i lavoratori in generale.

Il giornalista di costume di spiaggia e molto più gratificato, non cerca necessariamente lo scoop, predilige la bellezza e la libertà!



 
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Gli ermellini servono coniglio in salmì

Post n°458 pubblicato il 02 Agosto 2013 da Lucien.Chardon

 

Tutti si chiedono quali saranno le ripercussioni politiche della sentenza della Cassazione che ha confermato la condanna dell’onorevole Silvio Berlusconi a quattro anni  di reclusione (tre dei quali  estinti grazie all’indulto) e che ha rinviato ad altra sezione della Corte d’appello milanese per l’esatta determinazione della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici (da uno a tre anni).

In qualsiasi Paese normale, un politico condannato con sentenza passata in giudicato avrebbe immediatamente rassegnato le dimissioni per un atto di rispetto verso il proprio partito, le istituzioni, il popolo.

Nel nostro vi sono parlamentari che inveiscono contro la magistratura politicizzata il cui fine sarebbe   quello di eliminare politicamente Silvio Berlusconi, una patetica macchietta  che tutti i circhi del mondo ci invidiano.

Il teorema della persecuzione politica della magistratura nei riguardi di Silvio Berlusconi è una cretineria talmente enorme da suscitare lo sconcerto in tutti i commentatori internazionali, una cretineria così ributtante,  meschina, ripetuta ossessivamente da parlamentari e ministri,  da avere allontanato molti cittadini italiani dalla vita politica, una cretineria che ha precipitato  il nostro Paese nel ridicolo, screditando la nostra classe politica.

Infatti, i nostri rappresentanti vengono assimilati all'estero a dei buffoni di corte, a delle malconce maschere che invece di occuparsi del debito pubblico, della crisi economica, sociale, culturale dell’Italia si stracciano le vesti per difendere l’indifendibile al grido beffardo e irresponsabile "Tanto paga sempre Pantalone!"


 

 
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Una cartolina

Post n°457 pubblicato il 30 Luglio 2013 da Lucien.Chardon

Fare la  fila negli uffici periferici delle poste italiane siciliane in estate, con la penuria di personale e l'afa, è un’esperienza indimenticabile che merita di essere riportata in questo mio blog a testimonianza e monito.

Stamane, di buon ora, mi sono portato presso l’ufficio postale di ***, ridente paese della provincia di Catania, adagiato alle pendici dell’Etna,  caratterizzato da un panorama incantevole di  rigogliosi vigneti,     giardini odorosi, il clima salubre, sempre mite,  la cordialità  e l’allegrezza degli abitanti.

La fila cominciava  fuori dall’ufficio e una donna dal viso aperto e gioviale, notando il mio disappunto di terrone oriundo,  mi ha suggerito di iscrivermi nella lista e armarmi di “buona pazienza”,  mentre un tizio mi guardava con ostilità mormorando "Vengono anche da fuori!".

Essendo il novantasettesismo,  sono stato tentato di desistere e tuttavia un signore che non vedevo dall'ottantasette mi ha intrattenuto chiedendomi notizie di una faccenda del settantasette.

Un altro signore ha iniziato a imprecare contro lo stato di abbandono in cui versa il sud e contro il direttore, deprecandone la lentezza e l' allontanamento vile dallo sportello.

Una vecchina gli  ha fatto eco iniziando a menzionare i parenti del direttore prefato, parenti, a quanto pare, prematuramente scomparsi.

In quella bolgia, un omino segaligno mi ha tirato per la maglietta e con fare circospetto mi ha invitato a guardare in una sua sporta: “I voli quattru mulinciani?”

 “Non le voglio le melenzane, grazie!”, gli ho risposto.

“Ma sunu belli!”

Eseguito il pagamento, mi sono accomiatato salutando tutto il personale (due persone), pregandoli di portare i miei saluti anche ai loro familiari.

In quel paio di orette che sono stato in fila per pagare una bolletta, ho appreso una verità molto importante, verità che riscatta la noia, la disperazione, il fastidio, l’insofferenza, la rabbia, la collera, la frustrazione di tutta una vita: “ALLE 13.30 LO SPORTELLO CHIUDE E NON CI SONO CAZZI!”

Domani, volevo andare al mare ma sono tentato di ritornare nell’ufficio postale di ***, anche se non devo fare nessuna operazione.

Magari scrivo una cartolina...

 

 
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Prendiamoli sul serio

Post n°456 pubblicato il 28 Luglio 2013 da Lucien.Chardon

L’abuso delle nuove tecnologie, soprattutto da parte dei giovanissimi,  rivela limpidamente quanto sia decaduto il pudore e quanto sia diffuso l’esasperato narcisismo tipico di chi ha difficoltà ad instaurare con gli altri una relazione autentica e genuina, basata sulla lealtà, sulla simpatia,  sulla condivisione di valori e interessi.

La prova provata di questo mio pensierino è  costituita dal modus operandi degli inquirenti di oggi.

Mentre una volta gli inquirenti si occupavano prevalentemente della scena del crimine, con l’ausilio di dimessi  e spartani mezzi, quali la lente di ingrandimento e l’impermeabile per ripararsi dalle intemperie durante un appostamento notturno, adesso navigano su internet visionando le esternazioni su facebook del povero deficiente, resosi protagonista di orribili crimini.

Ed hanno anche ragione!

Infatti, il macchinista spagnolo che ha  provocato il deragliamento del treno, causando  settantotto vittime, si vantava su facebook dell’alta velocità che riusciva a fare raggiungere ai convogli da lui diretti.

E ci sono tanti altri casi, come non ricordare il delirante blog del mostro di Oslo!?

Navigando su internet si scoprono tanti deficienti che andrebbero presi sul serio, anche dal punto di vista della prevenzione e della sicurezza.

Oltre alla prevenzione, bisognerebbe approntare dei percorsi terapeutici per riportare alla normalità deficienti meno  pericolosi che  dovrebbero essere monitorati da sociologi,  neurologi e psicologi.

Alludo ai puttanieri che scrivono le recensioni, a quelli che  pubblicano le foto e le misure del proprio apparato urogenitale, a quelli,  ancora più depravati,  che narrano delle puzzette e delle cacche dei loro pargoletti o dei loro partner a chicche e sia!



 
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Lei cosa ne pensa?

Post n°455 pubblicato il 21 Luglio 2013 da Lucien.Chardon

Ieri un teologo della nuova maniera mi ha fatto riflettere e, per dirla tutta,   mi ha turbato.

Ad una precisa domanda della giornalista  su cosa succederà dopo la morte, ha risposto testualmente: “il concetto di resurrezione del corpo e dello spirito, alla luce delle recenti acquisizioni,  può dirsi superato!”

Alla successiva domanda, circa la possibilità di potere rincontrare le persone amate  dopo la morte, ha nicchiato eludendo la questione.

Alla considerazione un po’ provocatoria della giornalista    “Ecchecavolo, e allora perché dovremmo andare a messa, evitare di mangiare la carne il venerdì, evitare rapporti sessuali al di fuori del matrimonio?!“, quello ha corrugato la fronte e risposto qualcosa mentre la conduttrice sorrideva divertita, in un modo sensuale e bellissimo, accavallando le gambe tornite, in fondo … appetitosa!

Ridicoli, ecco cosa sono, quelli che si prendono troppo sul serio !

http://www.youtube.com/watch?v=JLLsYFBuWvU

 
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Finchè c'è desiderio...

Post n°454 pubblicato il 20 Luglio 2013 da Lucien.Chardon

E’ un periodo che scrivo e leggo poco, probabilmente a causa  del tono del mio umore, un po’ basso, dopo l’escalation che ha avuto la mia vita e che mi ha fatto capire quanto    le novità possano essere   insopportabili.

Difatti,  adesso, quando qualcuno dei miei amici mi domanda “Novità, cose?”, ribatto “Per fortuna no!” lasciandoli di sasso, con la speranza che ascoltino quando   gli parlo  e auspicando, soprattutto,  che non accennino alle  novità.

Anche perché spesso le novità sono  eventi negativi, se non catastrofici, spiacevoli  e, come dicono quelli che conoscono l’arte della parsimonia delle parole, gli sbrigativi e gli omertosi,  inenarrabili.

D’altronde alcuni eventi sono imprescindibili dalla nostra natura di esseri umani e con loro bisogna fare i conti, prima o poi. E tuttavia è opportuno discorrerne quando si presentano perché non è bello bagnarsi prima che arrivi la pioggia, come  dicono i saggi.

Il mio umore, dicevo,  è stato alquanto nero e la mia faccia, di solito illuminata da un largo sorriso, è più brutta  e antipatica del solito.

Tanto è vero che ieri la ragazza per la strada, che accompagnava il neo dottore adornato da corona d’alloro,  ha esitato, prima di spruzzarmi con la pistola ad acqua.

Ieri anche lo schiocco della ragazza che adesca i passanti sotto casa mia, non mi ha fatto sorridere.

E, sulcis in fundo, ieri ho rifiutato l’invito ad una serata di cazzeggio, un tempo per me irrinunciabile.

Oggi, però,  qualcosa è cambiato, la vita sembra sedurmi, oddio, di nuovo e questo mi piace.

Mi piace sentire il calore del sole sulla mia pelle e anche l’odore dell’aria intrisa si salsedine  e di iodo  mi  rinfranca.

Ho iniziato di nuovo a guardare con rinnovata voluttà il culo delle signore e delle signorine,  i  miei muscoli sono abbastanza tonici,  i miei sensi acuti, come i miei desideri.

E finché c’è desiderio c’è speranza!

http://www.youtube.com/watch?v=yyDUC1LUXSU

 
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"Se tu mi amassi! Ma no che non ti amasso!"

Post n°453 pubblicato il 29 Giugno 2013 da Lucien.Chardon

Alcuni ritengono che il presupposto fondamentale dell’amore sia il capirsi, anche solo con un cenno, uno sguardo: perché si ama chi si riconosce e si riconosce chi si ama.

Questi romanticoni amano dire frasi da baci perugina del  tipo  “Mi sembra di conoscerti da sempre!"

Coltivano la convinzione di avere il controllo dei sentimenti e  si illudono di conoscere sempre i più reconditi pensieri della persona amata, sicuri che "tutto il mondo cospira coi propri desideri".

Personalmente ritengo che nell’innamoramento, ma anche nell’amore, gioca un ruolo fondamentale l’equivoco.

Avere scambiato un tic per un cenno di intesa, non è solo adorabile,  è soprattutto alla base di molti rapporti di coppia.

L’amore subentra solo quando si è scoperto l’equivoco,  si  accetta quel  maledettissimo e sgraziato  tic, si  rinuncia ad avere il controllo della situazione e a capire.

 

 
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Il M5S? NA CIPPA DE CAZZO!!!

Post n°452 pubblicato il 23 Giugno 2013 da Lucien.Chardon

 

“Stefanino cosa stai facendo con il computer?”

“Disegno una cippa de cazzo!”

Ahahahahahahah

Questo scambio di battute tra il professor Razzi (lo scettico conduttore televisivo che smascherava fattucchieri, medium e santoni  interpretato da Alberto Sordi nel film “Sono un fenomeno paranormale”) e il proprio figliolo, sarebbe appropriato anche se i due personaggi fossero  rispettivamente  il  Guru Casaleggio e Beppe Grillo.

Il dialogo avrebbe lo stesso effetto comico perché, come diceva Freud, si ride per il piacere di avere risparmiato l’energia psichica: ci si aspetta qualcosa di difficile,  di ardua comprensione, qualcosa di destabilizzante in grado di creare tensione, minando il nostro equilibrio, la nostra emotività    e, invece,  arriva la leggerezza della cazzata, la quale  fa ridere in modo liberatorio.

Dal M5S, alla vigilia delle consultazioni parlamentari,  ci si attendeva un'azione rinnovatrice e forte avverso i partiti politici e i politici tradizionali e invece anche i grillini si sono fossilizzati, come i politici vecchio stampo, sulle poltrone...

Assistere alle loro ultime esternazioni  è  liberatorio perché si ride a crepapelle, dimenticando   preoccupazioni... le preoccupazioni di personaggi come Berlusconi, D'Alema, Mastella, Casini, De Mita e degli italioti tutti che li hanno sempre votati votandosi al sacrificio del proprio cervello.

Fa ridere Casaleggio.

Fanno ridere Beppe Grillo, Crimi  e l'onorevole Gambaro…

Al vederli, ridono di cuore tutti, anche quella sporcacciona della  Rosi Bindi.

AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH

Il trucco è fingere di dire qualcosa di serio e poi disegnare la cippa de cazzo sul computer... 

“MAZZACHERISATE!!!”

 

 

 

 
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ZZZZZZZZZZZZZZZZZZ

Post n°451 pubblicato il 05 Maggio 2013 da Lucien.Chardon

 

Se c’è una cosa che noi uomini sappiamo fare molto meglio delle donne, quella è oziare.

Non l’ozio dei letterati, dei filosofi, per carità!, né l’inazione di Oblomov, semplicemente il dolce far niente che si concretizza nell’alzarsi al canto del maiale, nel trascinarsi nell’edicola e nel bar a elemosinare un bacetto in cambio di un pirlone.

Non frequento molto i bar però quando ci vado, mentre consumo il mio bravo cappuccio con la brioche calda appena scongelata, mi tuffo a volo d’angelo in quell’atmosfera di gazzetta sgualcita, frequentata da cinquantenni vestiti da adolescenti con i jeans attillati  sul culone che  ragionano  su Cavani e Pazzini,  che non so chi siano.

Ne esco sempre rinfrancato e col cuore leggero.

Io che sono quasi un intellettuale,  quando mi importunano con frasi del tipo -   “Ma cosa stai a guardare dalla finestra senza fare niente!” , ribatto  citando quasi alla lettera: “E non mi rompere, non lo vedi che sto lavorando!”

E inoltre   penso che in  fondo anche l’ozio è un’attività pericolosa, ne conosco alcuni che con la scusa di scocciarsi a fare i mestieri in casa, si sono trovati qualche simpatica e bella brasiliana o  russa, laboriose all’inizio, tiranniche, alcoliste e amanti dell’ozio poi.

Ma questa è tutt’altra faccenda che non è il caso di raccontare in un blog tenuto da un indolente come me!

Come sono fatto male, come sono fatto male zzzzzzzzzzzz

 


 
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Post n°450 pubblicato il 01 Maggio 2013 da Lucien.Chardon

  

 
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Post n°449 pubblicato il 01 Maggio 2013 da Lucien.Chardon

          

 
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