Ascolta, il più lontano uccello del mondo canta.
La notte è fluida, estesa, integra.
I gerani
e le fronde più chiassose di stagione, ascoltano la luna.
Le scale sono di fronte al palazzo
la porta ha il lume in mano
e la brezza è in profusione,
ascolta, lontano, la strada chiama i tuoi passi.
I tuoi occhi non sono l’ornamento dell’oscurità.
Scuoti le palpebre, indossa le scarpe, e vieni.
Vieni fin dove le ali di luna toccano le tue dita
dove il tempo si siede con te sulla roccia d’argilla
E i salmi notturni, chiamano a se, come un canto, il tuo corpo.
Lì, troverai il vecchio pio che ti dirà:
la miglior cosa è giungere a un sguardo irrorato da vicenda d’amore.
Notte di buona solitudine _ Sohrab Sepehri
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Opera di Sohráb Sepehri