Creato da newtonrebecca il 14/09/2008

Chi li Ama Ci Segua

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cane dalla ASL Veterinaria di Varese

Post n°39 pubblicato il 23 Gennaio 2009 da newtonrebecca
 
Tag: cani, varese

From: Ing. Francesco Faragò <filozoi@gmail.com>


Carissimi buon giorno! … in attesa che "Striscia la Notizia" mandi in onda il servizio sul cane scappato di casa e poi abbattuto dalla ASL Veterinaria di Varese (come fossimo in Romania), e il Dog's Ground di Somma Lombardo (VA) vi inoltro la comunicazione che mi è giunta dalla LAV di Varese. Perché oltre ad abbattere i cani accalappiati (Dott. Coerezza – Distr. ASL Vet. di Gallarate) , a tentare di sterilizzare i gatti senza anestetico (Dott. Filipponi – Distr. ASL Vet. Di Laveno Mombello), a dichiarare che al Dog's  Ground è tutto in ordine nonostante diversi cani siano usciti di lì gravemente malati tant'è che alcuni sono persino morti (Dott.ssa Cozzi – Distr. ASL Vet. Di Gallarate) per non parlare delle sottaciute condizioni igienico sanitarie dei cani reclusi presso la Contea della Luna d'Argento (Dott. Pinciroli – Distr. ASL Vet. di Busto Arsizio) e tanto altro ancora …

Adesso i veterinari ASL della provincia di Varese si cimentano anche nella vivisezione dei colombi. A questo proposito vi allego integralmente quanto ho appreso poc'anzi dalla LAV. Quanto a me, giacché le immagini valgono più di migliaia e migliaia di parole, ci risentiamo non appena Striscia avrà mandato in onda il servizio … così che poi sull'onda del clamore mediatico si possa iniziare a parlare diffusamente e approfonditamente di ciò che avviene nei dipartimenti ASL veterinari della nostra provincia … poiché lo smantellamento dell'attuale sistema ASL veterinario: corrotto, connivente e oltremodo politicizzato, non solo è possibile … ma anche doveroso!

Francesco Faragò

Delegato OIPA Italia Onlus – Sez. Varese e provincia



Coordinatore Provinciale GEZV OIPA Italia Onlus – Sez. Varese e provincia

varese@oipaitalia.com - http://it.youtube.com/user/OIPAVARESE
 

OIPA Italia Onlus

Organizzazione Internazionale Protezione Animali

ONG
affiliata al Dipartimento della Pubblica Informazione dell'ONU

Associazione riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente

(DM del 1/8/2007 pubblicato sulla G.U. n. 196 del 24/8/2007)

via Passerini 18 - 20162 Milano - Tel. 02 6427882 Fax 02 99980650

info@oipaitalia.com - www.oipaitalia.com


[]  


AVDA Associazione Veterinari per i Diritti Animali






LAV Lega Anti Vivisezione ONLUS


tel. 349.5744154
 
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
 

L'ASL NON ACCETTA DI MODIFICARE LE MODALITA' DI INDAGINE SUI COLOMBI VARESINI. 120 COLOMBI ORA RISCHIANO DI NUOVO LA VITA.

AVDA E LAV: <>.

      La ricerca proposta dal Prof. Gallazzi, dopo la cattura e l'eutanasia dei colombi, si prefigge di effettuare, oltre agli esami sierologici, l'esame autoptico e il prelievo di frammenti di organi interni (fegato e intestino) per effettuare l'analisi batteriologica sulle matrici così ottenute. 

     In alternativa si propone invece l'esecuzione di una ricerca sierologia, sul siero di sangue, G>INFATTI LE ALTRE CITTA' HANNO SEMPRE ESEGUITO QUESTE INDAGINI SENZA LA SOPPRESSIONE DEI COLOMBI.

APPELLO AL SINDACO FONTANA: <>. TRA L'ALTRO GLI ISTITUTI ZOOPROFILATTICI
ESEGUONO QUESTI MONITORAGGI GRATUITAMENTE PER LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE.

 In data 19 gennaio u.s. si è svolto, presso l'Istituto di Patologia Aviare della Facoltà di Veterinaria di Milano, un confronto sul progetto presentato dall'Istituto finalizzato alla definizione dello stato sanitario dei colombi della città di Varese.

     Il progetto consiste nella cattura di 120 colombi, scelti a campione tra le varie colonie presenti in città, nella loro soppressione eutanasica e nell'effettuazione di una serie di analisi.

L'AVDA (Associazione Veterinari per i Diritti degli Animali) sostiene un progetto alternativo consistente nell'esecuzione di indagini sierologiche e batteriologice su animali vivi nonché su studi epidemiologici.

      Alla fine della riunione non si è pervenuti ad una soluzione condivisa dato che le associazioni presenti (AVDA e LAV) sostengono che per le finalità del progetto che sono di tipo epidemiologico sia sufficiente, anzi più utile, l'esame degli animali vivi, metodologia normalmente utilizzata in corso di indagini epidemiologiche eseguite in casi analoghi di valutazione dello stato sanitario di colonie di colombi.



      Il punto nodale della discussione è relativo all'esito che l'amministrazione pubblica si prefigge. Infatti non sembra dubbio che l'obiettivo del Comune di Varese sia quello di acquisire dati  sull'epidemiologia, ovvero sui possibili problemi di sanità pubblica.

A questo proposito si deve rilevare come appaia  particolarmente anomalo il fatto che si sia pensato di acquisire un dato epidemiologico rivolgendosi all' Istituto di Patologia Aviare, sicuramente competente in materia di patologia degli uccelli e non ad un Istituto di Malattie infettive dal momento che sono queste le strutture che seguono le tematiche collegate alla epidemiologia e ai problemi di sanità pubblica delle malattie degli animali.

Non a caso i trattati di malattie infettive veterinarie comprendono un paragrafo di "Problemi di Sanità pubblica" dove sono raccolte le conoscenze scientifiche su tale argomento.

Gli Istituti di Patologia aviare sono più indirizzati, per vocazione e compiti istituzionali, allo studio delle patologie e delle conseguenze negli animali. Ogni Istituto può rivendicare l'indipendenza del suo impegno di ricerca ma appare comunque non ordinario che si sia evitato di rivolgersi ad un Istituto che per indirizzo di studi appare più indicato allo scopo.

      La questione non è di secondaria importanza in quanto è direttamente collegata alle metodiche della ricerca.

Se l'obiettivo è quello di ottenere dati che consentano di determinare l'eventuale rischio per la popolazione umana gli esami non cruenti che vengono proposti, cioè senza uccisione dei colombi, sono esattamente quelli che sono utilizzati in tutti i casi in cui ci sia da effettuare una valutazione epidemiologica.

      A partire dalla fine degli anni '80 si rilevano in bibliografia numerosi esiti di analisi batteriologiche e sierologiche effettuate su feci e  su sangue senza la soppressione degli animali, così la ricerca del Comune di Venezia riportata dalla delibare comunale del 23\12\1998 Prot, n. 66586  del\98\vet, indagine ripetuta nel 2007 ( Nota 2007\44033 Dipartimento di Prevenzione Azienda A.U.L.S.S. 12 Veneziana) sempre con metodiche incruente.



L'Istituto Zooprofilattico delle Venezie, sicuramente più volte interessato da simili richieste, riporta come elementi diagnostici esami batteriologici sulle feci  e sierologici sul sangue.

Studi epidemiologici sullo stato delle popolazioni di colombi basati su esami di laboratorio senza l'abbattimento riguardano l'assoluta maggioranza dei casi, tali si trovano in  Valenti et al., 1983; Cena A. et al, 1988; Paterlini F, 1996; Piccoli.L, 1992; Cerri D. et al, 1989. 

      L'analisi sierologia e sulle feci in vivo è il risultato più pregnante da un punto di vista epidemiologico poiché indica quale sia la reale possibilità di dispersione delle salmonella nell'ambiente.

Come ammettono i testi didattici e di approfondimento, la localizzazione del batterio è basilare ai fini della ricerca scientifica  ma incide diversamente sulle dinamiche epidemiologiche per le quali l'elemento di maggiore importanza è appunto la diffusione del batterio nell'ambiente. 

     Senza dimenticare comunque che tale dato è solo un primo elemento epidemiologico poiché per la valutazione del rischio reale si devono considerare molteplici elementi quali la localizzazione della dispersione degli agenti infettanti ed i dati epidemiologici disponibili in letteratura sull'argomento.

      Valutazioni analoghe si possono presentare relativamente alla Chlamydia in quanto testi universitari, come il Farina Scatozza "Trattato di malattie infettive degli animali" prevedono come esame diagnostico per il batterio l'analisi su varie matrici comprese le feci. Anche in questo caso l'isolamento dalle feci, cioè dal materiale che viene emesso nell'ambiente, è epidemiologicamente più importante del rilievo della presenza viscerale.

      Il progetto presentato dall'Università appare una ricerca finalizzata ad una raccolta di dati  scientifici ma di dubbia di utilità per una pubblica amministrazione. Infatti non si acquisiscono maggiori informazioni

ai fini della tutela della sanità pubblica, perché, come sottolineato il dato epidemiologico è dato dalla reale dispersione della salmonella e della Chlamydia e non dalla sua localizzazione.

Potrebbe essere addirittura fuorviante se rilevasse, com'è probabile, una maggiore presenza viscerale rispetto all'eliminazione per cui si avrebbe un quadro non utilizzabile epidemiologicamente.

Elementi diagnostici reperibili in bibliografia e peraltro affermati dallo stesso professore proponente la ricerca, indicano in una bassissima percentuale di casi (5%) episodi di eliminazione di feci a fronte di una percentuale molto maggiore di isolamento della salmonella da tratti intestinali.

      La ricerca proposta nella città di Varese va in controtendenza con quanto avvenuto nelle altre città ad iniziare dalla città di Venezia, notoriamente ben addentro ai problemi dei colombi, che si è basata per le valutazioni su analisi sierologiche e batteriologiche su animali vivi.

      Se proprio si volesse effettuare una indagine con autopsia si potrebbe procedere all'esame di animali rinvenuti già morti, esattamente come effettuato nel comune di Verona nel 1999 dove la salmonella e la Clamydia sono state ricercate con tale metodi, affiancati da analisi sierologiche batteriologiche.

      In ogni caso va ricordato, per completezza di fonti, che salmonella e Chlamydia rientrano, nel caso dei colombi, tra forme patologiche sicuramente possibili ma che non destano evidenti preoccupazioni di tipo sanitario pubblico.

Ad esempio per la salmonella l'EFSA, l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, relativamente al rischio di infezione per le persone, richiama l'attenzione per quanto riguarda il consumo di materiale avicolo, quali le uova,  preoccupazione confermata dall'Istituto Superiore della Sanità italiano che nei dati epidemiologici riferiti alla salmonella non registra casi attribuibili alla presenza di colombi.



La Regione Piemonte ha recentemente emanato con delibera 46-9713 del  30. 09. 08 le "Linee guida per la gestione di colombi di città" e tra le segnalazioni di sanità pubblica definisce il ruolo dei colombi secondario e relativamente alla presenza di mangimi per animali eventualmente contaminati dalle feci".

     Sembra opportuno inoltre ricordare come lavori scientifici come quello di Rampin e coll. 1998, gentilmente fornito dalla stesso Prof. Gallazzi, che ha sviluppato progetti che prevedevano anche l'esame autoptico e quindi la soppressione degli animali, non abbiano potuto accrescere le conoscenze dal punto di vista epidemiologico in quanto si afferma tra l'altro " Circa il rischio per  la salute umana costituito dal piccione, questo è difficilmente valutabile. Sicuramente in ambito urbano il piccione costituisce uno dei numerosi vettori che mantengono la presenza di salmonella sul territorio, ma sicuramente non uno dei più importanti."

     Anche il problema derivante dalla presenza delle zecche dei piccioni e di altri ectoparassiti  va riferito all'accumulo di materiale di deposito e di detriti ( feci e piume ad esempio) come riportano nel loro lavoro Cristina KHOURY e Michele MAROLI del Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie ed Immunomediate, Istituto Superiore di Sanità, relativamente al rischio epidemiologico correlato alle zecche dei piccioni, raccomandando come misura preventiva la pulizia di quei luoghi di ovodeposizione che potrebbero essere di difficile accesso e nei quali si possono  accumulare tali detriti (sottotetti, ripostigli, ecc.) 

      Un ulteriore elemento di riflessione è relativo all'anomalia insita nel fatto che la ricerca proposta viene sovvenzionata dal Comune della città di Varese e ciò appare insolito poiché si tratta di una ricerca a scopo scientifico e non di diretta utilità per il comune.

I dati eventualmente ottenuti infatti non  potranno essere utilizzati a scopo epidemiologico poiché, come si è detto, l'eventuale pericolosità di una forma patologica non è data dalla situazione sanitaria dell'animale ma dall'effettiva possibilità di contagiare.



Si potrebbe verificare il caso che una risposta anatomo patologica potrebbe non essere utilizzabile ai fini epidemiologici dal momento che, appunto, non può chiarire il ruolo epidemiologico dei colombi. A riprova di ciò si può ricordare la ricerca citata che non chiarisce dubbi epidemiologici e il fatto che le ricerche a scopo preventivo si basano, come già detto,  su ricerche sierologiche e batteriologiche su animali vivi.

      In conclusione si ribadisce la convinzione che per gli scopi epidemiologici di una amministrazione pubblica sarebbe più utile una ricerca basata su analisi batteriologice e sierologiche senza procedere all'abbattimento degli animali. Tali analisi possono essere effettuate da qualsiasi istituto zooprofilattico. Tra l'altro questi istituti eseguono tali analisi a costo zero per le amministrazioni pubbliche.

      AVDA e LAV chiedono pertanto al Sindaco Attilio Fontana, all'Assessore alla Tutela Ambientale Luigi Federiconi, a tutta l'Amministrazione Comunale di Varese:

-         di fermare immediatamente le operazioni in corso attraverso una Deliberazione di Giunta Comunale urgente di revoca della Deliberazione della Giunta Comunale n. 469 del 22 settembre 2008

-         e, vista la mancata volontà dell'ASL di Varese e dell'Istituto di Patologia Aviare della Facoltà di Veterinaria di Milano di effettuare analisi incruenti, di non affidare il monitoraggio sanitario a questi due Enti, bensì ad un istituto zooprofilattico.

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