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Post N° 66

Post n°66 pubblicato il 14 Marzo 2007 da ligabue872002

Una canzone mi ha fatto tornare in mente una vecchia promessa : “non ti lascerò mai”.

Lo so, sono retorico: cado troppe volte nella prolissità. Da bambino mi affidavo a queste promesse, le facevo mie tutte. Sono cresciuto come un viziato dicono, e dicono bene forse.

Ho sempre imparato a cercare di fare da me, ho fallito molte volte.

Ho una paura tremenda di fallire, fallire ancora.

Sarà stupido ma la perdita di una persona cara, cosi cara, l’ho collegata ad un mio fallimento: le avevo promesso anche io che non l’avrei mai lasciata. Quella sera di marzo in cui si spense io ero bloccato in una sala d’attesa che guardavo spaurito attorno a me. Nel momento in cui dovevo mostrare sicurezza non sapevo fare altro che pensare ad altro al fatto che non ti avrei più rivista.

Sarei stato solo.

Non riuscivo nemmeno a piangere: ho recuperato tutte le lacrime in un paio di mesi poi.

Perdonami se piango anche adesso: se è bastata una canzone a farmi capire a quanti bei momenti abbiamo passato insieme, a quanti altri ne abbiamo persi.

Maledico il mondo per avermi fatto cosi stupido, cosi fallito, cosi incapace di godermi i momenti belli quando si presentano: non sono mai riuscito a sbloccarmi.

Mi hai mandato Paola per farmi sbloccare, mi hai fatto scoprire l’amore, perché sapevi fin troppo bene che prima di adesso non sapevo nemmeno dove stesse di casa quel sentimento.

Ci siamo lasciati soli a vicenda: tu vivevi da sola e parlavi realmente con me, io e come se vivessi da solo, e parlavo solo con te. Nessuno ha mantenuto la promessa. Chissà dove sei tu adesso, chissà se davvero tutta la vita finisce quando si chiudono gli occhi oppure qualcosa dietro davvero c’e .

Come al solito, mi ha superato anche stavolta e tu a questa domanda già potresti rispondere. Io ti posso solo dire che grazie a Paola continuo ad avere voglia di scoprire la vita.

Perdonami se ogni tanto dico frasi sconnesse, se bestemmio, se cerco di trovare un senso al cielo, quando invece occorrerebbe solamente godersi quanto è bello.

E dall’11 marzo, da quando hai spento i tuoi occhi che avevano anni di saggezza incastonati, io ho perso la luce, una direzione. Non sapevi come fare a farmela ritrovare ed allora mi hai mandato e mi hai fatto conoscere altri occhi profondi, saggi e belli come i tuoi, anche di più: quelli di Paola.

Ed allora non chiedere di non piangere: sai benissimo che non si può. Mi hai salvato la vita, di nuovo. L’avevi già fatto, ora ti sei ripetuta.

Non posso che dirti grazie.

 

 
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