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INTELLIGENZA

Post n°188 pubblicato il 03 Giugno 2010 da educatrice2

INTELLIGENZA? L' intelligenza sembra essere stata espunta dalla letteratura poliziesca, che pure proprio all' deve la sua nascita e la sua fortuna. Auguste Dupin, patriarca di tutti i detectives, era soprattutto intelligente, non era anzi che intelligenza. Sapeva osservare, nulla gli sfuggiva: ma cio' che affascinava il lettore era la sua capacita' di stringere in un solo fascio di luce gli ambigui dettagli o indizi raccolti e con quello snidare dal buio la verita'. Quando E. A. Poe scriveva, le suggestioni dell'Illuminismo erano tramontate da un pezzo e del resto lui stesso - vita e opere - e' tradizionalmente sistemato tra gli autori romantici. Tenebroso piu' di chiunque, poeta dell'invisibile, dell'indicibile, suscitatore di immagini sinistramente irrazionali, egli fu tuttavia l'inventore della formula: fitto mistero / applicazione dell'intelligenza / luce finale. Puro Voltaire. E' possibile, probabile, che il pubblico ci vedesse nient'altro che una geniale trovata, un gioco nuovo e stimolante. Ma il gioco fu ripreso da innumerevoli seguaci e divenne il romanzo poliziesco. E' dunque lecito pensare che per oltre un secolo, fino, diciamo, al televisivo tenente Colombo, una vasta massa di lettori in tutto il mondo si sia divertita a guardare l'intelligenza in azione. Variamente caratterizzata mediante la pipa di Holms, i baffi di Poirot, le vestaglie di Phile Vance & Co., l'intelligenza restava comunque la primadonna del giallo. Era ammirata, allo stesso titolo della bellezza, della ricchezza, del potere. Spesso anzi ricchezza, bellezza e potere la contrastavano, la sviavano, ma l'ultima parola spettava trionfalmente a lei, sempre. <Ora che siete qui riuniti vi diro' che quando la signora Robertson non ha risposto alla seconda telefonata io ho collegato la scomparsa del falso vaso cinese con la fotografia strappata del colonnello...>. Delizia della deduzione. Volutta' del ragionamento. E tutto questo si vendeva a milioni di copie in tempi di mostruosa irrazionalita', di buio intellettuale assoluto. Leggendo il molto intelligente saggio di Francois Furet <Il passato di un'illusione> (Mondadori), si stenta a ricordare che mentre erano di scena Mussolini, Hitler, Stalin, ci fosse in un angolo neppure troppo defilato la poltrona di vimini di miss Marple. Ma a quello che era forse un estremo, umile omaggio all'intelligenza, alla forza vincente della razionalita', restavano pochi anni di vita. Il moderno scopritore della verita' criminale e' ammirato per ben altre doti. Per sconfiggere il serial-killer occorre una robusta preparazione in psichiatria unita a un notevole coraggio fisico; contro il traffico di droga e' indispensabile mettere in campo superiori capacita' mimetiche (l'infiltrato), assoluta padronanza del volante (gl'inseguimenti) e dell'uso di armi letali, mani, piedi, zucca nipponizzata, nonche' spranghe, seghe elettriche, mitra, bazooka ecc.; trattandosi di un avvocato o pubblico ministero, si esige da lui somma competenza legale e un'astuzia tortuosa, spregiudicata, cinica. E tutte le operazioni di ricerca e comparazione un tempo svolte dal cervello dell'investigatore passeggiando per i boulevard o nel chiuso del suo studio, sono in sostanza delegate al computer e alla banca-dati. L'intelligenza e' pur sempre necessaria, ma di per se' non attrae, non <diverte>, la si da' per scontata, come la circolazione sanguigna. Nessun lettore sta piu' li' col fiato sospeso a goderne le giravolte, i palpiti, le sorprese. E nessun indagatore e' piu' presentato come intelligentissimo, gli aggettivi che lo definiscono sono altri, duro, trasgressivo, diabolico, spietato, ambizioso, ovvero disilluso, idealista, comprensivo, umano. Ai margini di questa evoluzione forse irreversibile, si puo' osservare che l'intelligenza non sembra piu' molto quotata neppure nella vita quotidiana. Si sente sempre meno dire di qualcuno che e' intelligente: sara' preparato, sveglio, deciso, creativo, bravissimo, un fenomeno, un fuoriclasse, e cosi' via. Ma di <intelligenti> e basta ne circolano ormai pochi, nel linguaggio corrente. Bisognera' prima o poi andarseli a cercare nelle campagne, durante i week-end, seduti all'osteria faccia a faccia coi loro vecchi, fraterni compagni, gl'ignoranti.

 
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