Creato da ariadnex il 27/04/2010
Quando i neuroni vanno in vacanza
 

 

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Siamo fatti della stessa sostanza dei peperoni

Post n°36 pubblicato il 27 Aprile 2012 da ariadnex
 

Quando ero giovincella pensavo che abbandonarsi tra le braccia di Morfeo fosse una perdita di tempo. Ora con il passare del tempo mi rendo conto che il dolce dormire è una delle mie attività preferite poiché oltre ad essere un’ insonne medaglia d’oro sono anche campionessa di incubi a puntate.

Sono capacissima di svegliarmi 100 volte e riaddormentarmi, riprendere lo stesso pessimo sogno degno della migliore regia di Dario Argento. E questo anche durante l’arco di una settimana, non solo nella stessa giornata.

Prendere lo xanax mi pare un po’ prematuro quindi ho chiesto aiuto al mio referente ufficiale in materia  di lamentele, cioè mia madre che è la depositaria di tutte le risposte più assurde che ci si potrebbe aspettare. Una specie di oracolo random: fornisce risposte pescate a caso dalla sua urna immaginaria a domande che prevedono al massimo una o due risposte plausibili.

“Mamma non son riuscita a dormire nemmeno questa notte: c’era una suora fantasma che mi  rincorreva con un coltello e  rideva del mio pigiama a pois!”

“Ma l’incubo è per la suora o perché avevi un pigiama a pois?”

Facendo finta di non sentirla continuo: “Poi nel secondo tempo la suora assassina mi afferra e cerca di scotenarrmi alla William Wallace… Cosa può essere? Perché faccio questi sogni  horror?”

“Avevi le scarpe ai piedi del letto?” risponde con l’ aria grave del detective che ha incastrato il killer.

Pensando che fosse una battuta delle sue, me ne sto in silenzio un attimo a pensare, cercando dentro alla mia tazzina di caffè una risposta altrettanto improbabile.

“Mamma..non erano scarpe da tennis…”

“No no- mi dice puntigliosa- la nonna mi  diceva che non bisogna mai dormire con le scarpe ai piedi del letto perché fa fare brutti sogni”.

Ecco il vaticinio.

Ebbene sì, che ci crediate o meno, posso assicurarvi io che tenere le scarpe ai piedi del letto, oltre a mettere in fuga il vostro partner a causa di  eventuali esalazioni tossiche (ed in alcuni casi potrebbe essere anche una buona strategia alternativa al solito mal di testa), farà produrre al vostro cervello solamente pessimi sogni. (Anche se, a mio parere, pure la peperonata ha le sue responsabilità).

Quindi, dopo questa scioccante rivelazione, ho pensato bene di documentarmi ed approfondire l’argomento sulla mia Bibbia personale: Google. L’unica vera guida spirituale in grado di fornire tutte le risposte ai miei interrogativi esistenziali.

Navigando qua e là ho scoperto che: nell’arco di un mese basta incontrare e contare per strada almeno 10 uomini con la barba o 10 donne incinta per far sì che ti venga in sogno il volto dell’uomo che sarà il vostro futuro marito; per evitare che i sogni nefasti si avverino, occorre  mettere le scarpe sotto al letto all’altezza del cuscino (e qui c’è gia antinomia tra superstizioni. E quindi ste scarpe dove le metto? Sarà solo una questione di posizione?); se  svegliandoci, guardiamo verso la finestra dimenticheremo i sogni fatti e quindi non continueremo l’eventuale incubo che stiamo facendo; annusare del gelsomino prima di mettersi a letto procurerà bei sogni;

Il contadino dice “chi fa cattivo sogno, di mangiar non ha bisogno”. Quindi, se ai piani alti, lassù nel vostro cervello, si dovesse presentare un mostro assassino, prima di scappare strizzate gli occhi perché potrebbe rivelarsi per quello che è, cioè un vile peperone rosso gigante grondate brodino e se provate a fuggire rischiate certo di scivolare; e anche Dante,che di sogni se ne intendeva, addirittura al ventiseiesimo dell’inferno afferma: “Ma se presso al mattin del ver si sogna, tu sentirai, di qua da picciol tempo[…]”ovvero che i sogni fatti all’alba risultano essere più veritieri e quindi premonitori.

Le tradizioni indigene del Nord America per allontanare i brutti sogni utilizzano quello che noi comunemente conosciamo come acchiappasogni (dreamcatcher) che non è altro che un cerchio di legno flessibile al cui interno è tessuta una rete con al centro un buchino. Questo simpatico aggegino veniva regalato ai neonati che lo conservavano per tutta la vita e lo usavano a mo’ di crocifisso da capezzale.

La rete ha lo scopo di intrappolare i sogni brutti e di far scivolare i sogni belli verso il sognatore attraverso delle piume attaccate alla circonferenza.

Il buchino posto al centro funge da canale di scolo per i sogni brutti. Solo che i Dakota la pensano al contrario cioè che i sogni belli rimangono intrappolati nella rete e quelli belli finiscono nel buchino di scolo verso il sognatore. E a chi credere quindi? Ai Chippewa o ai Dakota? Nel dubbio meglio comprarne due.

Gli Egiziani invece, che avevano una vera e propria ossessione per il mondo onirico, si proteggevano dai brutti sogni con talismani e feticci vari. I più superstiziosi si fabbricavano un bel poggiatesta con su incise formule magiche che avevano come scopo quello di tener lontani gli incubi, ma non la cervicale. (Provate a cercare “poggiatesta egiziano” su Google…).

Insomma devo attrezzarmi per bene. Due acchiappasogni, un poggiatesta modello Nefertari, una pianta di gelsomino sul comodino, scarpe all’altezza del cuscino, vademecum sulle cose da fare (tra cui non mangiare peperoni) e come minimo mi sogno la combinazione vincente del superenalotto!

Ammesso che una paralisi notturna non mi impedisca di afferrare la biro e annotarla su un taccuino, ma questa è un altra storia che potrò raccontarvi solo quando mi sveglierò.

 

 

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Maestra nell'altissima arte del brontolio, regina dei rimuginamenti, paladina del nichilismo da retrobottega...mia madre voleva darmi in affidamento a Satana.

Il mio secondo lavoro di casa preferito è cucinare. Il primo è sbattere la testa sulla sponda del letto fino a svenire.

Le certezze che gli altri mi mettono addosso mi fanno venire una voglia insopprimibile di deludere.

 

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