Creato da dark_gad il 19/07/2006

Libertà assoluta

sono fuori di testa

 

 

VITA

Post n°23 pubblicato il 20 Novembre 2006 da dark_gad

camminando su qsto percorso, lungo e tortuoso come quello di Dante ma senza pensare di aver commesso un peccato grave come il suo, mi accorgo ke è vero qllo ke mi dicevano sulla vita: è lunga e difficile ma ci sono anke momenti di infinita bellezza. Io aggiungerei a qsto però ke la vita si deve vivere lo stesso sempre cn un ideale in testa altrimenti ci riduciamo come il vecchio ke nn ha più un granello di speranza, e voglia di vivere dentro il suo cuore. La vita per come la penso io è un dono ke si deve condividere con gli altri perchè se c'è stata donata vuol dire ke siamo stati scelti per un motivo ben preciso e ke lo scopo lo scegliamo noi. Se uno sa intravedere tra sogno e realtà riesce a vivere con il cuore da bambino e i pensieri di un adulto. Personalmente vorrei finire come ql vecchio ke nnostante l'età si dà da fare perkè dopotutto la sua vita nn è finita , ci crede ancora in qllo ke fa e qllo ke fa lo fa per qlcuno a cui vuole bene , in pratica come mio nonno fa cn noi i suoi nipoti a cui vuole un bene svenante e anke se sta male per nn farci preoccupare fa finta di stare bene. Lo posso dire cn convinzione voglio diventare come mio nonno in vecchiaia e in mezz'età a mio padreimmagine

 
 
 

Post N° 21

Post n°21 pubblicato il 18 Novembre 2006 da dark_gad

immagineimmagineimmagine

 
 
 

Post N° 20

Post n°20 pubblicato il 09 Novembre 2006 da dark_gad

cn varie canzoni in testa mi accingo ad andare a letto, dopo una stancante giornata di duro lavoro a casa tra badamenti di bmbaini e spostamenti di mobili,dato ke domani vò a scuola dopo 5 gg at home......ma i pansieri sono tornati più amplificati dopo 5 gg ke nn li mettevo in atto.è diabbolico il destino qndo meno te lo aspetti tutto qllo a cui credevi casca senza fine nel limbo della fantasia dato ke è l'unica cosa ke rimane dopo tutto e tutti. è orribile vedere ke qllo ke fai nella vita nn è qllo ke si vorebbe.HO PAURA e nn provo niente a dirlo nemmeno ad alta voce. il mio pensiero si dissolve ancor prima di essere formulato e ...........................

 
 
 

Post N° 19

Post n°19 pubblicato il 07 Novembre 2006 da dark_gad

immaginevi propongo un idovinello:  ci sono 4 uomini ed una donna in mezzo alla strada mentre piove, i 4 si bagnano mentre la donna no come è possibile????

 
 
 

Dal buio alla luce

Post n°18 pubblicato il 05 Novembre 2006 da dark_gad
Foto di dark_gad

1 - DAL BUIO ALLA LUCE

immagineimmagineome già Cesare testimoniava nei suoi commentari, i Galli affermavano di discendere da Dis Pater, il signore degli inferi, come era stato tramandato dalla sapienza dei druidi. Il loro mondo era dunque qualcosa che procedeva dal basso all'alto, dal buio alla luce, dal gelo della morte al calore della vita.

Su questa dicotomia s'incentrava il calendario gallico che divideva i giorni, i mesi, gli anni, in due metà, di cui una era caratterizzata dall'oscurità, dalla torpida latenza, dall'assenza di vita; l'altra dalla luce, dal movimento, dal calore e dalla presenza della vita.

Per questa ragione i Celti misuravano il tempo partendo dal buio per risalire poi verso la luce. I giorni cominciavano al tramonto del sole, e dunque la notte precedeva il dì. Le date natalizie, il principio dei mesi e degli anni erano contati facendo sempre cominciare il giorno dalla notte e questa è la ragione per cui la celebrazione delle feste cominciava al tramonto del giorno precedente.

Analogamente, gli anni iniziavano dall'inverno. Il capodanno celtico si celebrava a novembre quando il mondo precipitava nelle tenebre invernali. L'anno moriva durante i mesi bui e freddi, prima di rinascere a maggio, maturarsi nel lungo e caldo semestre estivo per ancora morire sul far dell'inverno.

L'idea celtica del tempo era dunque un'eterna e ripetuta sequenza di morte e rinascita, un continuo evolversi dalle tenebre alla luce. Così la vita dell'uomo su questa terra era la continuazione di una oscura pre-esistenza. Poiché discendevano da Dis Pater, i Celti traevano origine dal mondo infero. Per essi la morte precedeva la vita. L'esistenza umana seguiva un ciclo non differente da quello del giorno o dell'anno; essa cominciava nell'oscura stagione della morte e proseguiva nella stagione luminosa della vita: infanzia, giovinezza, maturità, vecchiaia. L'attimo del trapasso era una sorta di tramonto: alla lunga notte della morte sarebbe seguito il sorgere di un nuovo mattino.

 

2 - LA NOTTE E IL GIORNO

immagineimmagineei molti cicli del tempo quello che immediatamente segna l'esperienza dell'uomo è l'alternarsi della notte e del giorno, del buio e della luce. Il tramonto e l'alba erano, come tutti i momenti di transizione, dei passaggi delicati in cui a scambiarsi reciprocamente non erano soltanto la luce e le tenebre, il sole e le stelle. Giorno e notte, più che periodi del tempo, erano due «mondi» che sfumavano continuamente l'uno nell'altro.

Si narra che quando Óengus Óc chiese in prestito al padre, il Dagda Mór, la sua dimora del Bruig na Bóinne per «un giorno e una notte», rifiutò poi di restituirgliela. Prestandogliela per un giorno e una notte, il Dagda Mór gliela aveva concessa per sempre, perché, come disse Óengus, «è in un giorno e in una notte che si consuma il mondo». Il tempo è dunque formato di un mondo diurno e un mondo notturno che si scambiano incessantemente l'uno con l'altro.

Così, mentre il giorno appartiene agli uomini, la notte appartiene all'«altro mondo». È opportuno che dopo il tramonto gli uomini ritornino nelle loro abitazioni: chi si attarda nella notte fuori casa rischia di disturbare il popolo soprannaturale. È bene non restare in piedi fino a tardi, perché la nostra notte è il loro giorno. Durante le ore più buie, i morti si avvicinano in silenzio alle case e desiderano di trovarvi quiete e tranquillità; la maniera di mostrare loro rispetto consiste nel ritirarsi presto, lasciando la casa ben pulita e le sedie allineate attorno al focolare, dove le braci calde riposano sotto la cenere. Quando arriva l'alba a disperdere le tenebre, il canto del gallo rimanda gli spiriti e le creature soprannaturali alle loro dimore.

Il giorno inizia con il tramonto e le ore notturne precedono le ore di luce. Notte e giorno sono due opposte realtà: il soprannaturale e il naturale che si scambiano eternamente di posto, con il silenzio e la quiete delle tenebre che precedono le alacri attività diurne dei mortali. Così come un piccolo seme a lungo conficcato nella terra sorge infine un albero, dal mondo dei morti nasce quello dei vivi, la notte si matura nel giorno.

 

 
 
 

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