Blood Rose

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« I personaggi di "Blood Rose"

Primo capitolo- Prime impressioni (incompletato)

Post n°3 pubblicato il 13 Gennaio 2009 da Blood.Rose.Book
 
Foto di Blood.Rose.Book

BLOOD ROSE 
CAPITOLO PRIMO-PRIME IMPRESSIONI 

Stavo camminando lungo le mura della città.Dicembre danzava nell’aria,stuzzicandomi e congelando le mie ciglia.Era la fine di Novembre di una tarda nottata.Non ero andata a scuola quel giorno,la professoressa aveva fatto buco ed io avevo usato la scusa per non andare a scuola.Non era di mio piacimento rimanere fuori fino a tardi durante la settimana.C’era qualcosa nel vento che soffiava in mezzo ai rami dell’albero che mi spaventava.Ora ero sola,ciò non accadeva spesso.Cercavo sempre di rimanere con qualcuno dopo che faceva buio,qualcuno che mi distraeva dai rumori che venivano con la notte.Ma quella notte ero sola,camminando lungo le mura della città,trovando conforto nei vecchi mercanti che passavano.Stavo sopra il teatro romano quando mi fermai a guardarlo.Per centinaia di anni quel pezzo di storia stava là sulla mura che portavano a Volterra.Era bellissimo visto con la luce della luna.Più rimanevo a fissarlo,più l’architettura mi sussurrava. 
Sussurrava parole senza senso all’inizio,ma pian piano che lo sentivo ogni rumore che sentivo d’allor in poi era il chiamare del mio nome,incitandomi ad avvicinarmi.Per una frazione di secondo pensai di aver visto un ombra muoversi.Ma non era possibile,le ombre non si muovevano.Mi avvicinai e proprio così,il mio cellulare cadde dalla mia tasca scivolando sul primo gradino di una scala che portava alle catacombe sotto il teatro.La luce dello schermo era ancora accesa così corsi attraverso il portone e il piccolo parcheggio fino ad arrivare alla biglietteria del teatro.Stavo solo cercando di capire se c’era qualcuno che mi avrebbe potuto scoprire.La via era libera così mi fermai vicino al cofano della macchina alla mia destra e con un movimento veloce mi buttai attraverso la ringhiera.Camminai per le scale provando di stare sotto la copertura degli alberi e dei cespugli mentre camminavo il più possibile vicino alle mura.Arriva all’inizio delle scale e vidi il mio cellulare là disteso,illuminato dalla luna.Feci qualche passo sulla scala e cercai di prendere il telefono proprio quando quello vibrò,avvertendomi che mi era arrivato un messaggio.Il telefono continuò a cadere su uno scalino alla volta finchè non eravamo entrambi nei sotterranei. 
L’aria sotto il teatro era compressa ed umida.L’aria densa della grotta spingeva contro i miei polmoni soffacandomi.Solo quando ripresi il mio cellulare e mi girai verso la rampa di scale per ritornare in superficie senti un lento movimento sovrastarmi.Non era un rumore che avevo sentito quella notte,non lo scricchiolio dei rami degli alberi nemmeno gli ululati del vento.Era delicato e dolce,innocente ma che allo stesso tempo mi spaventava.Iniziai a seguirla sentendola diventare sempre più alta.Più il volume si alzava più riuscivo a riconoscere il suono dei violini.La musica era famigliare,mi ricordava la mia infanzia.Riconobbi che era delle opere di Vivaldi delle Quattro stagioni,non so se era l’ottava o la nona,non ricordavo.Come la musica diventava più alta,l’aria cambiava odore ed in poco,la sentii riempirmi i polmoni.L’aria era aromatica;sapeva di lavanda e di legno.Mi fermai ad un certo punto quando notai che il buio era illuminato.Aspettai finché iniziai a sentire la musica crebbe con tempo trasportandomi avanti.Continuai a scendere le scale finché non arrivai dentro una grande stanza vuota.La musica si era fermata;non avevo avuto molta attenzione.La stanza,come tutta la città,sembrava che era stata ristrutturata alla sua originale gloria.Le mura rocciose erano alte dello stesso colore beige come la polvere che avevano tutti gli edifici nella città.Il pavimento di marmo era stato coperto da un grande tappeto rettangolare che aveva coperto quasi tutta la superficie.In un angolo della sala c’era appesa un amaca invece in un altro angolo c’era una grande sieda rossa.Nella stanza erano sparsi cuscini,poltrone e degli sgabelli erano situati in aeree casuali.Attaccato al lontano muro c’era un grande tavolo di legno circondato da sedie.Un metro di distanza da me c’era un tavolo di metallo con sopra una tovaglia di pizzo nero.Sopra di esso c’era un grande bicchiere pieno di un tipo di vino rosso,almeno una dozzina di candele attorno e degli spartiti musica.Ne presi uno studiando le note e le pause cercando di creare la melodia nella mia testa.
“Sei curiosa?”la profonda voce veniva dalle mie spalle ed io mi girai di colpo.La voce apparteneva a un uomo muscoloso con dei corti capelli scuri.Aveva dei grandi occhi verdi che alla luce sembravano argentei e le sue labbra carnose erano curve in uno strano ghigno.Il suo viso era squadrato ed era più alto di me di almeno cento centimetri in più.Lui stava sorridendo guardandomi con la testa china verso il basso e sotto la luce delle candele la sua pelle color alabastro sembrava cera.
“Qual è il tuo nome?”non sembrava pericoloso,non molto,la sua faccia era angelica,persino ipnotizzante.Era difficile non perdersi nei suoi profondi occhi verde smeraldo.Lui ridacchiò,
“Perché così spaventata?Mica mordo,”l’ultima parola della sentenza sembrava quasi accentuata.
“Matt non tormentare la povera creatura,”questa seconda voce era più alta e veniva da sopra di me.Guardai in su vedendo delle lunghe travi che tenevano il soffitto tremante al suo posto.Una donna,era seduta su una di queste e con un veloce ed elegante movimento saltò giù.Aveva lunghi capelli mossi rossi che incorniciavano un viso perfetto.I suoi lineamenti erano quasi felini.I suoi occhi erano dello stesso giallo verdognolo che quasi tutti i gatti hanno e le sue labbra erano curve mostrando il suo sorriso bianco perla.Era di poco più bassa di me ed indossava una toga rossastra che mostrava le sue curve perfette.Nelle sue mani c’era un piccolo e scuro violino che stava accordando mentre parlava.Stavo fissando i loro perfetti,angelici lineamenti ed iniziai ad avere una battaglia dentro di me con la mia coscienza.Il mio corpo,quella parte materialistica e poco profonda del mio cervello,voleva rimanere a conversare con quelle magnifiche creature ma una parte della mia coscienza mi spingeva verso le scale,mi spingeva a correre di fuori sulle strade della città.Rimasi lì,pietrificata, calcolando le mie opzioni.All’improvviso parlai
“Chi siete?”
La femmina ridacchiò e si mosse verso di me mettendo il violino sul suo fianco.La sua pelle aveva lo stesso effetto cereo di quello di maschio,Matt,e sotto la luce i suoi occhi avevano lo stesso argenteo colore.La sua pelle sembrava più chiara,sembrava finissima.
“Io sono Elizabeth e questo è il mio amico Matt.Qual è il tuo nome?”la sua mano era vicina al mio viso e quella vicinanza mi ricordava quando venivo visitata da un dottore.Ora aveva una nuova espressione sul suo viso,tipo una smorfia di pena e tirò subito la mano indietro.Fece qualche passo indietro ed arricciò il naso.Matt guardò giù verso di lei e le prese le spalle..
“Rose,il mio nome è Rose”la mia risposta venne fuori come un lamento e finalmente sentii la paura che era dentro di me.
“E Rose…che ci fai qui nei sotterranei?”questa volta fu Matt a parlare ed invece di far sentire la mia paura rispondendo alzai il mio telefono e attesi un qualche segnale che avessero capito.Lui sorrise e si sedette su una sedia vicino al muro.Elizabeth continuava a fissarmi,analizzando ogni parte del mio corpo.
“Cosa ci facciamo con lei?” lei girò la sua testa verso Matt mentre il suo corpo era ancora girato verso la mia direzione.Continuava a stuzzicare le corde del violino con le sue lunghe unghie e arricciando il naso ogni qualche secondo.Matt ridacchiò
“Bè Liz,abbiamo qualche opzione ma lo sai che arriviamo sempre alla stessa conclusione.”
“Hai ragione”Elizabeth sospirò e indietreggiò sedendosi su uno sgabello.
“Dobbiamo aspettare che Julian torni.”Matt ridacchiò e alzò gli occhi al cielo.Si mise in piedi e camminò verso Elizabeth.
“Julian questo,Julian quello!Perchè deve essere sempre lui a fare le decisioni?”
“Perché Matt,lui è il nostro leader.Noi seguiamo la sua parola e non facciamo niente finchè lui non da l’ ‘O.K.’”Il viso di Elizabeth era in pena;faceva pena solo a guardarlo così rivolsi l’attenzione verso Matt.
“Dice sempre la stessa cosa Liz:’Dobbiamo rimanere sotto il radar!il nostro segreto è troppo importante”nessuno deve sapere la nostra esistenza è sempre la stesa merdaccia,finisce sempre allo stesso modo,perché dobbiamo aspettare?”Elizabeth non era felice di quello che Matt le stava dicendo;sembrava arrabbiata,i suoi occhi danzavano di vita.
“Perché Matt,tu vuoi che Julian sia arrabbiato con te?Lui sarà arrabbiato con te e m’incolperà,sarò io quella punita,vuoi che Julian faccia una cosa simile?”C’era una brama nella sua voce mentre diceva il nome di quel uomo.
“Liz,Julian non ti farà più del male come in passato,lo sai!”

 
 
 
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Un blog di: Blood.Rose.Book
Data di creazione: 12/01/2009
 

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