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La Sirena e Il Dio del Mare

Post n°6 pubblicato il 14 Agosto 2007 da giada_25_g

(...) E inconsapevole dello sguardo del Dio Mare su di Lei, la sirena sognava...sognava di possedere due gambe come quelle strane creature che la sera ingioiellate come principesse venivano al porto a far la corte ai marinai rimasti a terra, e ballavano, ballavano sulla sabbia e alla luce delle fiaccole accese...e giravano, e facevano girare la testa ai loro uomini fino all'alba...quando poi se ne andavano un po' brille e con la sabbia tra i capelli lasciando una scia di profumo ed allegria...
Sognava di poter danzare un giorno anche lei  con un lungo abito azzurro  e volteggiare leggiadra  tra  le braccia di uno  di quei  giovani di bianco vestiti...
- " Oh Mare come vorrei...fosse anche solo per una notte soltanto..."
Il Dio del mare ora sorride, l'ama, farebbe qualsiasi cosa per Lei...si volta e scompare, non prima di aver mandato Il fratello Vento ad accarezzare la sua dolce Sirena.

Lei apre gli occhi...cielo rosaviola...quasi giorno...un ultima occhiata alla nave che rientra in porto e sparisce fra le onde. (...)



To be continued
 

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Commenti al Post:
luthorlex
luthorlex il 14/08/07 alle 10:47 via WEB
Ma è fantastica.......come faccio, oggi, a pensare al lavoro? Più tardi, con più tranqullità, lascio una dedica.....come al solito non poso farne a meno! Wow.....wow....wow.....ed ancora wow! :-) :-)
 
luthorlex
luthorlex il 16/08/07 alle 21:32 via WEB
Ecco cosa sono riuscito a fare, con l'aito di Hitch ovviamente: -Ma nel mattino seguente,quando tutto sembrava rivivere secondo l’ordinario percorso di un giorno qualsiasi, un giovane “nostromo” di quella nave di uomini vestiti di bianco, approdata solo poche prima, senti il bisogno di passeggiare sulla spiaggia vicina al porto. Non fu chiaro perché avverti, quasi improvvisamente, il bisogno di ripercorrere i suoi più profondi pensieri passeggiando sulla battigia di quel mare che neanche sembrava essere quello buio e misterioso incontrato durante la navigazione notturna. L’acqua giungeva con lieve veemenza sulla sabbia, quasi a voler ostentare questa eterna ed indissolubile coesistenza del mare con la terra; il leggero ed appena percettibile rumore lasciato dalle onde sembrava una dolce strofa d’amore, ripetuta all’infinito tra questi due elementi della natura in continuo vicendevole sovrastarsi. Il ragazzo rimase come rapito,improvvisamente, da un insolito luccicore a qualche decina di metri da lui; raggiunto con crescente stupore il posto, mentre lo sfavillio si faceva man mano sempre più misterioso, il ragazzo notò la presenza di una strana pietra di colore verde mela pallido , quasi a richiamare la più bella tra le pietre di giada, adagiata sulla sabbia. La forma di questo oggetto rinvenuto era alquanto insolita, di manifattura sconosciuta ma incredibilmente affascinante; le linee dei contorni sembravano richiamare il volto di una giovane donna che costui rimase incantato ad osservare per diversi instanti, forse anche minuti. La pietra o corallo di misteriosa provenienza sembrava avere anche un pendente, così che potesse essere portata al collo. Non lontano da dove era giunto, avverti la presenza di qualcosa di insolito, ma aggraziato, muoversi in acqua; nessuna delle più armoniose creature del mare fu capace di avvicinarsi a quanto intraveduto dal ragazzo, rimasto quindi stupito. Intravide, chiaramente, sembianze femminili, con lunghi capelli mossi sinuosamente dall’acqua. Quel corpo nuotava, magicamente, danzando con la grazia di un cigno e la magia del sincronismo di un delfino. Ma quell’apparizione durò solo qualche istante; poi all’orizzonte il cielo azzurro sembrò, d’un tratto, adombrarsi di nubi dal funesto presagio. Sembrava quasi che un Dio, quale che fosse, tuonasse minacciosamente a causa di quel fortunoso ed immeritato ritrovamento sulla spiaggia e per la fugace rivelazione di quella dolcissima creatura, forse non umana, ma capace di rapire in un attimo i sentimenti di quel giovane che risplendeva di luce riflessa dal sole sulla uniforme bianca. Il giovane nostromo non se ne curò e con il cuore piuttosto rintristito dalla fugace ma seducente apparizione della fanciulla dei mari, fece strada per tornare alla sua casa, stringendo tra le mani quel misterioso monile, come si trattasse della cosa a lui più preziosa. Nel ritornare verso casa, girò più volte lo sguardo indietro, sperando in cuor suo di rivedere, anche per un solo altro istante, quella incredibile e meravigliosa creatura del mare; sembrava certamente un ragazzino innamorato dopo aver vissuto il primo insperato appuntamento. (….ma la storia continuerà solo se ti piace…che ne dici?)
 
 
giada_25_g
giada_25_g il 17/08/07 alle 10:03 via WEB
E' bellissimissimissima!!
 
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